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Cagliari | Gol e 3 punti: per Mancosu un ritorno “regale” in rossoblù

Marco Mancosu esulta con i compagni | Foto Luigi Canu
Marco Mancosu esulta con i compagni | Foto Luigi Canu
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Un compleanno da ricordare per Marco Mancosu, ultimo acquisto del club rossoblù e già decisivo con la rete del temporaneo 1-1 contro il Cittadella, che ha avviato l’ennesima rimonta della banda di Liverani in questo avvio di stagione.

Un’emozione lunga 95 minuti, sognata chissà quante volte nei ben quattromila-ottocento-quarantaquattro (sì, 4.844) giorni trascorsi dall’ultima volta che aveva indossato la maglia rossoblù, il 17 maggio 2009 a Reggio Calabria contro la Reggina di Brienza, Cozza e dell’allora quasi ventenne Nicolas Viola. Si potrebbe usare molta retorica per raccontare il secondo esordio con la maglia del Cagliari di Marco Mancosu, che lunedì 22 agosto 2022 ha compiuto 34 anni, festeggiando con il gol che ha dato il La alla sua nuova carriera rossoblù. Per farlo prenderemo in prestito il testo di una nota canzone di Piero Marras, chiamata Il Figlio del Re, che chiudeva il disco Fuori Campo pubblicato nel 1977. Un brano definito dallo stesso cantautore nuorese “una favola senza tempo”, strutturato quasi in forma di filastrocca, dove appunto il figlio del re, in vista della sua prossima investitura, riceve quattro doni: esperienza, affetto, allegria e speranza. Una serie di elementi che presi singolarmente, in chiave allegorica, si prestano a modo per rivivere la prima presenza in rossoblù di Mancosu e, in generale, di questo Cagliari di inizio 2022-23.

Esperienza

Nella canzone di Piero Marras l’esperienza è il dono fatto dal padre al figlio, “perché guidi la tua vita”. E l’esperienza è senza dubbio la dote più preziosa che il neo-trentaquattrenne metterà a disposizione del gruppo rossoblù. Sono 112 le presenze di Mancosu in Serie B, compresa quella di domenica 21 agosto con il Cittadella, condite da ben 28 reti. Una categoria cui il trequartista cagliaritano si è affacciato da giovane, con Rimini (5 presenze nel 2008-09) ed Empoli (7 nel 2009-10), ma dove ha trovato continuità soltanto alla soglia dei 30 anni, con il trionfale campionato 2018-19, chiuso dal Lecce di Liverani al secondo posto alle spalle del Brescia, con Mancosu autore di ben 13 gol e 6 assist. Quella stagione lo ha consacrato come uno dei migliori centrocampisti “di categoria”, grazie a gol d’autore e prestazioni costantemente al di sopra della sufficienza. Anche nell’annata vissuta a Ferrara con la maglia della Spal il bilancio è positivo: 34 presenze e 6 gol, anche se forse l’amore con la piazza non è mai sbocciato del tutto. Ecco perché il ritorno a Cagliari può essere il sigillo da apporre a una carriera da chiudere con la piena trasformazione da “sardo on the road” in “profeta in patria”.

Affetto

Il secondo dono ricevuto dal giovane figlio del re è l’affetto, elemento ricondotto da Marras alla figura materna: “Il mio affetto, lo sai, mai lasciarti saprà, mio re”. Una madre pronta a dispensare abbracci e carezze nel momento più opportuno, come lo è stato il costante appoggio dell’Unipol Domus a Mancosu e ai suoi compagni. Un affetto che si è tradotto negli applausi fin da quando lo speaker rossoblù Luca Carcassi ha pronunciato il suo nome alla lettura delle formazioni, continuati durante il match fino alle diverse occasioni da gol prodotte dal nuovo numero 5 rossoblù. Un sentimento esploso poi nell’esultanza per il gol del pareggio, con il delicato colpo di testa quasi ad alzo zero a superare Kastrati sull’assist di esterno di un visionario Luvumbo. Con tanto di abbraccio della curva, che in un periodo storico particolare ha ritrovato un cagliaritano doc da sostenere con convinzione, alla luce della scelta fatta dallo stesso Mancosu, ovvero quella di tornare a casa per dare una mano alla squadra in cui è cresciuto, da calciatore e tifoso.

Allegria

Della corte reale, di regola, fa parte anche un giullare. È proprio lui a regalare al giovane principe l’allegria, che “scaccerà la tristezza che hai, mio re”. A vedere le facce dei calciatori del Cagliari al termine del 2-1 contro un coriaceo Cittadella, tra abbracci e sorrisi a tutta bocca, si potrebbe dire che l’ipotetico giullare sia riuscito a raggiungere l’obiettivo. Nel caso dei rossoblù, però, non è una persona a indossare il cappello con le punte, quanto un’entità astratta chiamata “rimonta, avviata dal pareggio griffato proprio da Mancosu: è il risultato in sé a dare l’allegria a un Cagliari che trascina anche il pubblico presente all’Unipol Domus, con tre punti che hanno il sapore dello scampato pericolo. L’umore dei sostenitori rossoblù al termine del match era decisamente positivo, diametralmente opposto a quello mostrato nel finire della scorsa, sciagurata stagione. La strada per questo Cagliari è ancora lunghissima e irta di ostacoli, ma muovere la classifica fin dall’inizio di un campionato che si preannuncia complicato è, forse, l’unica cosa che conta adesso per Liverani e i suoi ragazzi.

Speranza

L’ultimo dono ricevuto dal figlio del re nella canzone di Piero Marras è un elemento che servirà non poco al Cagliari di Liverani: la speranza. Che nell’analisi si estrinseca, forse anche troppo banalmente, con l’obiettivo chiamato Serie A. Sarebbe però riduttivo limitare il concetto di speranza soltanto al singolo risultato. È un qualcosa di più per l’ambiente rossoblù, alla ricerca di una nuova identità: la Serie B, con le sue “logiche”, è un universo che il Cagliari non era più abituato a frequentare. Il rango di big e candidata alla promozione diretta necessita di spalle larghe per reggere la pressione, oltre a una combinazione degli elementi citati da Marras nella sua canzone: esperienza, affetto, allegria e speranza. Ovvero il dono che, nella strofa finale, è offerto al principe dal suo vecchio servo, sotto forma di un filo d’erba, che va a controbilanciare elementi “negativi” come miseria, rabbia, dolore e tormento, vissuti fino a quel momento dai sudditi. Una situazione che, calandosi ancora una volta nel mondo delle metafore, ricorda molto i sentimenti provati dalla tifoseria cagliaritana negli ultimi mesi, tra retrocessione in Serie B e rifondazione passata attraverso cessioni controverse.

Ecco perché il “lembo di speranza” che serve a questo Cagliari è molto simile a quello che Marco Mancosu ha coltivato negli ultimi anni: nonostante diversi abboccamenti in passato, fino a qualche tempo fa il sogno di tornare a vestire quella maglia tanto amata era rimasto tale. Eppure la speranza è rimasta sempre viva, fino al lieto annuncio del 18 agosto: un regalo di compleanno anticipato, coronato dall’esordio con gol e vittoria. Tra esperienza, affetto, allegria e speranza, il Cagliari è chiamato a fare tesoro dell’esempio fornito dal suo nuovo numero 5, che fin dalla prima partita ha dimostrato di essere in grado di dare ai colori rossoblù un contributo, per restare alla canzone di Piero Marras, davvero regale.

Francesco Aresu

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