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Claudio Ranieri durante la sfida Cagliari-Frosinone | Foto Luigi Canu

Cagliari, gol cercasi: Ranieri attende Pavoletti per ripartire

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“Potevamo vincere ma anche perdere”, evoluzione dell’ormai noto “se non si può vincere meglio non perdere”. Che sia uno o l’altro concetto Claudio Ranieri è apparso soddisfatto dopo il pareggio contro il Frosinone, terzo di fila per il suo Cagliari. Un’altra, l’ennesima occasione persa per il salto di qualità e, soprattutto, per sfruttare i risultati negativi delle concorrenti.

Problema

Una sola sconfitta contro il Bari e una sola vittoria contro la Reggina. Anche di fronte agli uomini di Fabio Grosso i rossoblù non sono riusciti a sfatare il tabù scontri diretti casalinghi, restando fermi a quota zero alla voce tre punti nelle sfide contro le dirette concorrenti alla Unipol Domus. Unica vittoria quella di Reggio Calabria, che resta anche l’ultima volta di un attacco prolifico poi tornato a essere più croce che delizia nelle successive tre partite. No Lapadula no party, se il numero nove non segna nessun altro riesce a sostituirlo nel tabellino. L’ultima rete quella del momentaneo vantaggio contro il Sudtirol proprio del numero nove, poi due 0-0 di fila che non solo hanno raccontato della sterilità offensiva rossoblù, ma anche di una certa incapacità a tramutare in occasioni gioco e intensità ormai solide certezze quanto la stabilità della retroguardia. Incapacità strutturale che nasce dalle assenze, o meglio da una singola assenza, e che Ranieri ha voluto sottolineare a margine del pari contro il Frosinone. “Avete ragione, ci mancano i gol. Ma ci manca Pavoletti, posso chiederli a Falco o a Mancosu ma questo è quello che abbiamo“, le parole del tecnico rossoblù ai giornalisti. E dopo che il numero 5 è uscito per infortunio mentre il trequartista calabrese iniziava a faticare fisicamente, ecco che anche le poche occasioni della prima mezz’ora sono diventate il quasi nulla della ripresa.

Attesa Pavoletti

Una rosa ricca di esterni, numericamente adatta pur se piena di adattati, ma povera di reti. Difficile girarci attorno, tolti gli elementi citati da Ranieri il Cagliari non ha nelle sue corde il gol. Non lo hanno, lo dice la loro carriera, né Nández né Makoumbou così come non li ha Lella – parlando di centrocampisti e possibilità di inserimento in area nemica – e non li hanno (ancora) Prelec e Luvumbo. Proprio lo sloveno e l’angolano sono i maggiori indiziati, l’attesa di una presa di responsabilità da vice Pavoletti è stata per ora disattesa da numeri e prestazioni non all’altezza. Prelec ha sì dimostrato la propria utilità nel contesto del gioco, ma a un attaccante si chiedono quei gol che nel suo caso non sono ancora arrivati. Di più, perché sono proprio le occasioni a mancare, il colpo di testa di Venezia ultimo lampo dentro l’area di una punta ancora poco punta. Luvumbo, dal canto suo, è l’unico vero involuto della gestione Ranieri. Né carne né pesce, né incisivo da titolare né tantomeno da spacca partite in corsa. Vittima della sua stessa forza, dribbling e spunti ormai noti per tutti –  avversari compresi – che si fermano al mondo delle idee senza entrare in quello reale. Un attaccante che non tira è tutto fuorché un attaccante e l’età relativamente giovane non può più essere una scusante dopo numerose gare in cadetteria. Il tecnico rossoblù è dunque costretto ad attendere il rientro di Pavoletti per ritrovare la serenità che solo i gol possono riportare, al netto di parole di conforto dopo i tanti pareggi che nel lungo termine non possono, di fatto, confortare. La corsa per il posto playoff ripartirà dal nuovo scontro diretto di Parma, altro passo in vista di un finale di stagione nel quale si spera di ritrovare non solo il centravanti livornese, ma anche Rog, il miglior Falco e un Mancosu non afflitto eccessivamente dal problema occorso contro il Frosinone. Non perdere non basta più, ma senza il gol diventa impossibile sterzare. E Lapadula non può sempre essere l’unica soluzione.

Matteo Zizola

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