Mercoledì 22 maggio. Ultimo allenamento a porte aperte della stagione, ultimo allenamento da dirigere per Claudio Ranieri. Le emozioni si addensano di fronte alle due curve piene dell’Unipol Domus per iniziare a salutare il tecnico. Tra un’interruzione e un’altra della partita che chiuderà poi l’allenamento il tecnico trova però il tempo per Kingstone Mutandwa. A ogni pausa arrivano consigli preziosi da immagazzinare. “King” finisce per essere l’unico ad andare in gol nella serata con una fuga sulla corsia mancina, coglie anche un palo però con un destro a giro che Radunovic guarda stamparsi sul montante. Sembra l’andamento normale di un allenamento. Finiscono per essere dei segni premonitori dopo poco più di ventiquattrore.
Segno
L’ingresso a partita in corso era prevedibile. Meno ci si poteva aspettare che quanto visto nella serata precedente si mescolasse e andasse a impreziosire l’ultima serata del Cagliari e di Ranieri. Partenza larga sulla sinistra, pallone accarezzato per rientrare verso il centro, l’accelerazione per dare slancio e poi il tiro che parte: ancora una volta a giro, ancora una volta il palo, che differentemente dalla serata precedente diventa amico e spinge il pallone in rete. Sembra non crederci lui per primo, che corre verso la curva prima di essere sotterrato dall’abbraccio e poi dalle pacche benevole dei compagni. Un lungo festeggiamento che anticipa quello più importante con Ranieri, che si concede all’abbraccio di un ragazzo che in meno di un anno ha provato a convincere definitivamente il Cagliari delle proprie potenzialità. Con il gol a fare da ciliegina sulla torta.
Storia
A luglio 2023 Kingstone non era arrivato solo in Sardegna, ma con l’ex compagno di nazionale Gift Mphande. Pronti entrambi per provare a convincere la società a puntare su di loro, prodotti di un movimento calcistico in crescita nel continente africano nonostante le aspettative fossero più alte dopo la vittoria della Coppa d’Africa Under 20 nell’ormai lontano 2017. E pronti anche a continuare una piccola tradizione zambiana inaugurata con il centrocampista Abel Kanyamuna, con un passato nelle file della Primavera rossoblù. Dopo tre settimane di prova è stato Kingstone a convincere maggiormente lo staff del Cagliari. Fisicità, velocità e istinto per la porta. Fattori che hanno portato a mettere da parte le lacune tecniche e tattiche di un ragazzo già ventenne, ma che oltre a una breve parentesi in Israele e alle esperienze con la propria nazionale non si era mai allontanato dallo Zambia, se non per trasferirsi dalla nativa Chibombo a Lusaka, la capitale del Paese, per vestire la maglia dell’Atletico Lusaka e mettersi così in mostra. Ci sono voluti mesi di ambientamento per prendere confidenza con la lingua e soprattutto con il gioco. La scelta di inserirlo nella squadra Primavera di Fabio Pisacane ha finito per essere la soluzione per accelerare il processo di apprendimento, nonostante in avanti tra i giovani rossoblù la rosa vantasse già diversi elementi. Con un lavoro che oltre l’allenamento con i compagni ha visto anche diverse sessioni individuali per aiutare il classe 2003 a capire come e quando muoversi in avanti. Perché forza fisica e passo, soprattutto il primo capace di far segnare le distanze con gli avversari nel lungo, sono le caratteristiche evidenti. La porta e il gol sono un richiamo forte ma a mancare è spesso la finalizzazione, oltre che la comprensione con i compagni. L’ultimo aspetto però arriva a poco a poco e regala effetti positivi in zona gol. Le reti con il Lecce e con il Milan sono i segni del miglioramento, che diventa più evidente quando lo zambiano nella seconda parte del campionato oltre a cercare di creare pericoli collabora maggiormente all’azione offensiva dei giovani rossoblù. Rimangono anche alcuni errori di troppo, nelle scelte negli ultimi metri e nella precisione sotto porta tipiche di un attaccante acerbo. Ma rispetto alle prime settimane il quadro è totalmente diverso e la doppietta contro il Torino ne è la dimostrazione: specialmente il secondo gol, con un destro secco da posizione defilata deciso senza troppi tentennamenti. Quella contro i granata è la penultima partita con l’under 19 rossoblù. Si aprono definitivamente le porte della prima squadra per necessità del gruppo di Ranieri indebolito dagli infortuni e per i limiti di gare imposti ai fuoriquota nel campionato Primavera. C’è ancora spazio per imparare oltre che per l’esordio in Serie A contro l’Empoli e poi per i minuti contro Monza, Genoa e Milan. Fino poi all’ultima serata vissuta. Il modo migliore per presentarsi alla prima convocazione con la nazionale maggiore dello Zambia per gli impegni di giugno contro Marocco e Tanzania.
L’ultimo impegno prima di lasciare spazio al riposo e poi per giocarsi una chance con la maglia rossoblù addosso. La strada è lunga, i miglioramenti possibili ancora tanti. Ma dopo i suggerimenti in allenamento, sono arrivate anche le parole di Ranieri a confermare come tutto quello accaduto non sia casuale: “Kingstone per esempio ha fatto dei passi da gigante, lui è un puledro allo stato brado. Va aiutato a crescere ma quando vede la porta davanti ti fa male”. E chissà che l’ultimo regalo di Sir Claudio non possa essere un attaccante del futuro.
Matteo Cardia