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Leonardo Pavoletti nel post partita di Cagliari-Parma | Foto Luigi Canu

Cagliari | Fiducia e minuti, Pavoletti cerca la forma playoff

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Di nuovo titolare, dopo aver dovuto ancora una volta pazientare per una caviglia che non sembrava mai tornare al punto precedente e complice il problema di un Prelec probabilmente destinato alla titolarità. Leonardo Pavoletti contro il Palermo c’è, indossa nuovamente la fascia da capitano e avrebbe voglia di lasciare il segno su una gara che può diventare importante per i rossoblù. All’ottavo arriva il momento che appare ideale: Lapadula lavora il pallone poi lo regala a lui, che sembra quasi chiudere gli occhi prima di lasciare andare un destro forte ma non angolato che Pigliacelli riesce a respingere. Una conclusione in cui probabilmente oltre alla semplice ma importante voglia di fare gol, sembrava esserci il desiderio di lasciarsi definitivamente alle spalle il difficile periodo vissuto.

Numeri

“Aver giocato 90’ equivale a un gol in questo momento. Finire la partita era uno degli obiettivi, specie dopo il dolore subito nuovamente contro la Ternana. Oggi sono davvero contento”, ha affermato il livornese nella sala stampa della Unipol Domus. I novanta minuti mancavano dalla gara d’andata, l’ultima dell’era Liverani, del 18 dicembre scorso. Con un 2023 che poi dopo la gara con il Como, la prima dell’era Ranieri in cui l’ex Sassuolo aveva trovato anche il gol, è sembrato diventare quasi stregato. Poco più di trenta i minuti giocati da quel 14 gennaio fino al 22 aprile compreso nel nuovo anno. Da Cittadella a Bari Pavoletti è stato fuori gioco a seguito dei primi problemi. Un mese interrotto da un primo breve rientro contro Venezia e Genoa, seguito dalla necessità di un nuovo stop lungo più di altri trenta giorni tra Brescia e la sfida di ritorno contro il Frosinone. Con la sfida di Parma che ha segnato il ritorno, prima di ritrovare, contro la Ternana, una titolarità che mancava da oltre quattro mesi. Ma anche contro le Fere la caviglia ha chiamato al forfait, dando l’impressione che si dovesse riniziare daccapo. La pausa con il Perugia è però servita per respirare, prima che Ranieri, per un mix di necessità e scelta volontaria, dovesse chiedergli di indossare nuovamente i panni di una delle pedine dell’undici iniziale.

Gara

La sfida contro il Palermo non è stata semplice per il numero 30, con l’occasione capitata nei minuti iniziali che è rimasta l’unica della gara. Una partita in cui Pavoletti ha dovuto testare nuovamente l’intesa con Lapadula, abituato nelle ultime settimane a fare più il finalizzatore che la spalla di un’altra punta di peso. Fattore che insieme a una condizione fisica ancora non ottimale e al pomeriggio non facile per Mancosu, ha complicato il piano offensivo rossoblù soprattutto nella prima frazione. L’intervallo è servito però a riprendere fiato, ma anche per capire come muoversi per sostenere al meglio l’attaccante peruviano, definito dallo stesso Pavoletti come “il bomber della squadra” a fine partita. Più gioco sporco, il tentativo di venire incontro al pallone e di creare i presupposti per favorire il gioco del partner offensivo resosi evidente. Un’intesa che ha cominciato a dare le prime avvisaglie di un possibile risveglio. Così, malgrado le difficoltà, è arrivato anche il piccolo contributo nel gol del numero 9, perché a controllare per primo il pallone in area di rigore è stato proprio il capitano dei rossoblù.

La gara contro i rosanero potrebbe essere così vista come l’inizio di un processo pensato da Ranieri. Un processo che può avere i suoi tempi da rispettare, ma potenzialmente cruciale per agguantare la meta ambita. E che può tradursi in un segnale non solo per Pavoletti, ma anche per chi come il livornese sta pazientando a lungo per ritrovare la forma migliore, su tutti Marko Rog. Perché anche dalla fiducia ridata a chi ne ha perso tanta durante l’anno possono passare i destini di un’intera stagione.

Matteo Cardia

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