Il 70 è un numero dai molteplici significati simbolici, tra astrologia, religione e persino per la smorfia napoletana. In casa Cagliari, invece, il numero 70 al punto di vista calcistico rappresenta l’armonia del gioco, il giusto mix di qualità e dinamismo dalla trequarti in su che il tecnico rossoblù Claudio Ranieri cercava da diverso tempo. Questa lunga ricerca ha portato al nome di Gianluca Gaetano, divenuto in breve tempo, dopo una prima parte di stagione passata a fare da comprimario al Napoli, vero punto di riferimento della fase offensiva cagliaritana.
Importanza
La figura del trequartista è nota da diverso tempo dalle parti di Asseminello ed è ciò di cui il Cagliari aveva bisogno. Per gran parte del campionato Ranieri ha avuto nel solo Viola, vista l’assenza prolungata per infortunio di Mancosu, l’unico vero interprete a disposizione tra le linee. Il mercato invernale ha dato poi una mano, con la scelta della società rossoblù che è ricaduta proprio su Gaetano. L’arrivo del centrocampista campano ha rappresentato un valore aggiunto per la mediana rossoblù, tant’è vero che tre dei suoi attuali quattro gol in campionato sono arrivati proprio con la maglia del Cagliari (l’altro, il primo, con relativo e finora unico assist in stagione, è stato con il Napoli nella sfida contro il Lecce). Tuttavia Gaetano, oltre al buon impatto in termini statistici, ha dato soprattutto maggiore fluidità alla manovra dei sardi. Ranieri infatti si è ritrovato tra le mani un trequartista moderno, rapido, strutturato fisicamente, con idee di giocata sempre ben chiare e capace di vedere la porta in diversi modi (dalla distanza, di testa o in contropiede). Tre gol e 401′ giocati per Gaetano dal suo approdo in Sardegna. Un apporto, quello del classe 2000, che ha fatto felici la dirigenza, che l’ha voluto fortemente a gennaio, e anche i tifosi di fede cagliaritana, che fin da subito hanno apprezzato le sue doti tecncihe all’interno dello scacchiere isolano.
Assenza
Gaetano è stato determinante per la rinascita del Cagliari da metà febbraio (dopo le due sconfitte contro Roma e Lazio) fino a marzo scorso. Tuttavia l’infortunio subito nel primo tempo della sfida vinta 4-2 contro la Salernitana (dove l’ex Napoli aveva segnato il gol del momentaneo 2-0) ha frenato l’ascesa recente del fantasista originario di Cimitile. Una noia di natura muscolare ha infatti impedito al centrocampista di Ranieri di rispondere alla prima convocazione in Nazionale della sua carriera. “Gaetano? Avrei chiamato anche lui per vederlo se non si fosse infortunato”, aveva dichiarato il ct Luciano Spalletti prima della tournée degli azzurri negli Usa per gli impegni contro Venezuela ed Ecuador. Un’occasione persa per l’ex Napoli, che è stato costretto anche a saltare la sfida persa 1-0 contro il Monza, dove la sua mancanza si è fatta sentire per via delle poche idee messe in campo dai rossoblù. Poi contro il Verona è arrivato il ritorno tra i convocati. Tuttavia, nel corso della gara, Ranieri ha preferito risparmiarlo nonostante il Cagliari fosse sotto per 1-0 e sebbene lo stesso tecnico avesse deciso di sacrificare all’intervallo l’uzbeko Shomurodov. Sia contro il Monza sia contro il Verona, Ranieri ha dovuto rinunciare alla cara e amata figura di raccordo tra mediana e attacco che tanto bene aveva fatto nelle precedenti gare. Nelle due occasioni in cui l’ex Napoli non era a disposizione, il tecnico romano ha optato per il 4-4-2 contro i biancorossi di Palladino e sul 4-4-1-1 contro gli scaligeri di Baroni. Al di là degli aspetti tattici, a soffrire maggiormente è stato proprio il centrocampo dei rossoblù. Quell’ingranaggio perfetto costruito da Ranieri negli ultimi due mesi intorno alla figura di Gaetano si è inceppato e la cerniera scelta dall’allenatore romano, formata da Makoumbou e Deiola, ha sofferto l’intensità portata dagli avversari. A gara in corso, sia contro il Monza che contro il Verona, Ranieri ha provato a giocarsi la carta Prati sebbene con risposte alterne. Viola, invece, ha avuto troppo poco tempo per sfondare contro il Monza ma ha saputo incidere da subentrato contro il Verona così come l’ex di giornata Sulemana, autore del gol dell’1-1. Cambi ancora una volta decisivi per Ranieri ma che hanno confermato come il Cagliari abbia avuto qualche difficoltà di troppo con l’assenza di Gaetano.
Destino
La data da cerchiare sul calendario è quella di domenica 7 aprile (calcio d’inizio alle ore 18.00), quando il Cagliari ospiterà alla Domus l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, sesta forza del campionato di Serie A e reduce dalla sconfitta di misura (1-0) nella semifinale d’andata di Coppa Italia contro la Fiorentina. E quando si parla di Atalanta, per Gaetano vuol dire appuntamento con il destino e con una squadra contro cui ha fatto la differenza, non tanto in massima divisione quanto più a livello di giovanili. In Serie A, con la maglia del Napoli, il numero 70 del Cagliari ha avuto solo una sola chance da subentrato (1 minuto disputato) nella stagione 2021-2022 (gara vinta per 2-1 dal Napoli a Bergamo): a completare il bilancio ci sono quattro panchine (l’ultima delle quali nella prima parte del campionato in corso, alla tredicesima giornata). Score decisamente positivo, invece, in Primavera 1 con 5 gol spettacolari (tutti segnati in casa) e 1 assist a referto. Nella Primavera 1 2017-2018, una doppietta contro l’attuale portiere titolare della Dea Carnesecchi (tra cui anche un gol con il tacco da cineteca). Nella stagione 2018-2019, invece, una tripletta straordinaria figlia di tutto il suo talento: gol olimpico in apertura, a seguire un tiro a giro di sinistro a beffare Ndiaye e per concludere una perla per freddezza, dribbling ed estro in contropiede. Ora, dopo due assenze forzate, per Gaetano può arrivare il momento del ritorno in campo con il Cagliari e proprio contro l’Atalanta, sua vittima preferita ai tempi delle giovanili. Ranieri, dopo la mossa conservativa di tenerlo in panca contro il Verona, potrebbe ripensare a lui dall’inizio. Per il centrocampista in prestito dal Napoli la possibilità di centrare la settima titolarità stagionale e di tornare al centro del villaggio rossoblù.
Fabio Loi