Caffè, sorrisi e cielo sereno. “Oh ma il gol di Viola di testa in mezzo ai due centrali dell’Atalanta?”, “Sì, perché il movimento di Shomurodov che ne manda tre al Poetto e serve Augello?”. Il risveglio è dolce in città dopo il successo in rimonta di cuore, testa e gioco del Cagliari contro la corazzata Atalanta di Gian Piero Gasperini. Un lunedì, tra bar, uffici e vie affollate, che non sa di lunedì per una piazza che, spinta dalla caparbietà di Claudio Ranieri, ha imparato in un anno e mezzo che finché si lotta non è mai detta l’ultima parola.
Tre punti che pesano
Il 2-1 firmato da Augello e Viola che ha ribaltato i bergamaschi, andati in vantaggio con l’azzurro Scamacca, ha il grande pregio di essere una vittoria con più facce, tutte luccicanti, della stessa medaglia. Sicuramente è stata la vittoria del gruppo. Ranieri ha ridisegnato la formazione, sia dall’inizio che a gara in corso, e i suoi giocatori hanno saputo rispondere sempre presente, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, l’attaccamento e la totale fiducia nei confronti dell’allenatore romano. Una prestazione in crescendo, con un secondo tempo giocato molto al di sopra dell’Atalanta per fame e per quantità di azioni pericolose costruite. Ma soprattutto una prova di squadra affiatata, che ha vinto grazie all’intensità contro la squadra più fisica, atletica e intensa di tutta la Serie A. Uno spirito da salvezza che per tutti i 90 minuti raramente si era visto in questo campionato. Non sarà la vittoria più romantica dell’anno, considerando le rimonte da cinema contro Frosinone e Sassuolo, ma per carattere e gioco molto probabilmente contro i nerazzurri di Gasperini si è visto il miglior Cagliari della stagione per qualità e testa.
Quella sull’Atalanta è stata anche la vittoria di Claudio Ranieri. Il calcio si sa è un gioco in cui il giudizio a breve termine sul risultato condiziona anche chi ha fatto la storia. Non è questione di poca riconoscenza o altro, ma semplice sfogo. E quando un tifoso cammina sulle corde della passione sarebbe anche ingiusto provare a chiedere sempre razionalità e visione sul passato e non sul presente. La bravura nella lettura del contesto generale sta alla società, agli addetti ai lavori e ai giornalisti. Chi paga e supporta invece, di base, lo fa per godersi il momento. Questo non vuol dire che tutto sia giustificato e che bisogna anche accettare chi trascende (quello mai), ma che è comprensibile vedere alcune critiche nei momenti più difficili di un torneo. Come le critiche sulle scelte e sui cambi piovute su Claudio Ranieri in alcune sfide di questa Serie A da parte dei suoi stessi tifosi. Contro l’Atalanta però quel vecchio volpone di Sir Claudio ha messo tutti in fila, Gasperini compreso, con un cambio tattico uomo contro uomo che ha ingabbiato la qualità dei bergamaschi, con Sulemana che ha azzerato il talento nitido di Koopmeiners per fare un esempio. E per l’ennesima volta ha vinto la partita con un cambio. Assist del subentrato Luvumbo per spizzata del subentrato Viola. Sono 12 i centri trovati da Ranieri con una sostituzione, solo Stefano Pioli del Milan con 14 fa meglio. Con Viola spacca-Cagliari per eccellenza con 4 reti, valse 5 punti, tutte e 4 realizzate entrando dalla panchina.
Infine, quella ai bergamaschi è stata anche la vittoria del pubblico. Una spinta che è iniziata quasi due ore prima della partita con lo stadio già ampiamente affollato nei vari settori anche un’ora e mezza prima del fischio iniziale. L’ennesimo sold out per una Unipol Domus che, con oltre 14 mila abbonati, ha il più alto tasso di riempimento di tutta la Serie A (98%). Il coro a pochi istanti dalla fine per Claudio Ranieri, il battipiedi sul ferro dei tubi innocenti dei vari settori di un impianto diventato (purtroppo) per il momento qualcosa di più che provvisorio nel momento di massima carica rossoblù in campo, il ricordo della Sud costante e perenne per Riva. C’è un’aria particolare in questa stagione allo stadio cagliaritano e quando Ranieri parla di spinta emotiva, di sedicimila persone in campo, per una volta non usa vuota retorica o altro ma dà il quadro concreto di un supporto reale, che si sente da chi sta in tribuna figurarsi da chi sta in campo.
Futuro
Fin qui tutto bello. Ma ancora la nave non è in porto. Per citare lo stesso Ranieri. Il fatto che il primo pompiere dell’entusiasmo rossoblù sia proprio il tecnico romano qualcosa vorrà dire. I 4 punti di vantaggio sul Frosinone terzultimo permettono al Cagliari di essere padrone del proprio destino nel rush finale per la salvezza. Ma il calendario ora mette di fronte l’Inter (a San Siro), senza gli squalificati Nandez e Deiola, e poi la Juventus dell’ex Max Allegri (alla Domus). Un banco di prova sulla carta proibitivo, ma sul campo perfetto per testare la continuità del ritrovato spirito da battaglia dei sardi. Una sfida che esalta lo stesso Ranieri: “Ho provato emozioni forti in questa vittoria sull’Atalanta, ma la prima cosa che ho pensato tornando negli spogliatoi è stata che adesso vediamo il porto ma la nave non è ancora al sicuro. Ci stiamo avvicinando ma manca l’ultimo fondamentale tratto. Infatti la prima cosa che ho detto ai ragazzi è stata che sono stati molto bravi ma che voglio vedere la stessa mentalità anche in casa dell’Inter perché dobbiamo andare a Milano con la voglia di compiere un’altra impresa”.
Roberto Pinna














