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Cagliari e nuovo allenatore: quella curiosa imposizione di Calzona

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Può una società di Serie A, in una situazione di classifica che definire deficitaria è riduttivo, crearsi ulteriori problemi nella scelta di un nuovo allenatore? A quanto pare sì, è possibile, almeno a Cagliari.

Antipasto, primo e secondo – Dopo la sconfitta contro il Torino, e i microfoni lasciati spenti, ancora si attende l’annuncio di ciò che appare scontato. L’esonero di Di Francesco non è ancora arrivato. Difficile passare al primo se l’antipasto ordinato non è ancora stato servito. Situazione figlia dei sondaggi che finora hanno portato solo exit poll e nessuno spoglio definitivo. Semplici, Donadoni, Rastelli, Andreazzoli, il primo piatto da scegliere nel menù mentre si attende che il nodo del tecnico abruzzese venga sciolto. Nodo che porta dritto ai secondi, anzi, al secondo. Francesco Calzona, ex uomo fidato di Maurizio Sarri prima della rottura avvenuta tra la fine del rapporto del tecnico toscano con il Napoli e l’inizio di quello con il Chelsea.

Il nodo – Francesco Calzona è stato portato in Sardegna da Di Francesco in persona. Ora è diventato l’ago della bilancia dell’avvicendamento. Il Cagliari è in una situazione di classifica drammatica, difficile convincere chiunque a spendersi per provare il miracolo. A difficoltà si aggiungono paletti, come chiedere a un allenatore non solo di salvare la squadra, ma anche di arrivare in Sardegna da solo. Il vice resterebbe Calzona, questa l’intenzione di massima del presidente Giulini. Un unicum o quasi in Serie A, una società che impone il secondo a un tecnico nemmeno sedutosi in panchina. C’è il precedente Rossi – Rastelli, quando Giulini invitò l’ex allenatore rossoblù a cambiare il suo vice. Rastelli, però, scelse in autonomia il sostituto e così arrivò Nicola Legrottaglie. Curioso invece il caso attuale, anche se più che curioso è sintomatico della confusione che regna sovrana. Il Cagliari al momento, lo dice la classifica, non è nella condizione di imporre, eppure sembrerebbe proprio il nodo di un giorno passato con un nulla di fatto.

Sentirsi importanti – Francesco Calzona non nascose i suoi obiettivi ai microfoni di Gianluca Di Marzio nel novembre del 2019. Aspettava l’occasione per ripartire, ma non come vice. “Ora sono pronto ad affrontare una nuova avventura da primo allenatore. È arrivato il momento di prendere una squadra”. E le chiamate erano arrivate, ma senza concretizzarsi, e così ecco Cagliari e Di Francesco. Oggi, però, con il tecnico quasi sull’aereo, lui sembrerebbe in procinto di restare. Un paletto non da poco. La soluzione sarebbe a portata di mano, quella di affidare la squadra proprio a Francesco Calzona che non ha mai nascosto la sua voglia in passato. “Spesso ci sono delle remore ad affidare le squadre agli allenatori in seconda, ma è una cosa che mi fa arrabbiare. Ho fatto tutte le categorie e di certo non ero un vice che si limitava a portare le casacche”.

Chiedere a un allenatore di accettare un contesto complicato come quello attuale a Cagliari è già una sfida, farlo imponendo un secondo così ingombrante lo rende ancora più complesso. E chissà cosa pensa oggi Di Francesco che Calzona lo ha portato in Sardegna. Un vice con l’obiettivo di diventare comandante in pectore e che oggi, con l’occasione a portata di mano, piuttosto che essere messo in sella verrebbe imposto a chi si vorrebbe assumere. Contorto, sì, in un mondo normale. Il Cagliari, però, sembra non volersi limitare alla normalità.

Matteo Zizola

 
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