Affidarsi ai numeri, alle eccezioni che confermano le regole. La salvezza passa anche dalla tradizione negativa da superare, non solo dall’importanza della corsa su se stessi che il Cagliari è costretto a fare prima di ogni calcolo.
Il dolce ricordo
Stagione 2007-2008, i rossoblù alla giornata numero 28 sono ancora ultimi nonostante i 14 punti messi in cascina nel girone di ritorno dopo i miseri 10 nell’intero girone d’andata. Il Cagliari dunque che guarda alla propria storia, a quella salvezza con in panchina Ballardini che resta l’impresa più luminosa degli ultimi due decenni nella massima serie. I rossoblù viaggiavano a quota 24, davanti Reggina e Empoli un punto più sopra, a 27 quel Livorno che abbandonerà la Serie A a fine stagione da ultimo in graduatoria con 30 punti mentre il Cagliari chiuderà a quota 42. Un’eccezione, ma non troppo, perché partendo dalla stagione precedente a quella dell’impresa – nella quale peraltro Conti e compagni avevano due punti in più della squadra attuale – in 6 occasioni su 16 chi era in zona rossa alla ventottesima giornata è riuscito a mantenere la categoria a fine campionato.
Corsi e ricorsi
Già nel campionato 2006-2007, il primo con tre retrocessioni esclusi quelli ricordati per la vicenda Calciopoli delle due stagioni precedenti, fu il Parma a salvarsi dopo che alla giornata numero 28 stazionava in piena zona rossa. I ducali erano penultimi con 22 punti, gli stessi del Cagliari attuale, e chiusero il torneo al dodicesimo posto con 42. A retrocedere fu il Chievo che a dieci gare dal termine era a quota 25 e terminò il campionato a 39, un solo punto sotto Cagliari, Torino, Siena e Reggina che si salvarono per il rotto della cuffia.Detto della stagione dei rossoblù con Ballardini in panchina, l’impresa successiva è quella del Lecce che, nel 2010-2011, riuscì a salvarsi dopo essere stato terzultimo a dieci giornate dal termine. A farne le spese la Sampdoria che fece solo 5 punti dalla ventinovesima in poi chiudendo a quota 36, mentre i salentini – che comunque avevano 28 punti, ben 6 in più del Cagliari attuale – finirono la stagione a quota 41. Tre anni dopo è il Sassuolo, stagione 2013-2014, a vincere la battaglia salvezza in rimonta. Sulla panchina dei neroverdi c’era proprio il primo allenatore rossoblù di questa annata, Eusebio Di Francesco, che fu capace di mettersi dietro il Livorno a fine campionato. A dieci giornate dalla fine il Sassuolo era penultimo con 21 punti, uno in meno del Cagliari attuale, per chiudere a 34 e salvarsi anche grazie a una quota piuttosto bassa. Gli amaranto pagarono una crisi nerissima proprio sul finale di stagione che fruttò un solo punto nelle ultime dieci gare.
Il Crotone insegna
Il caso del Sassuolo, salvarsi con 22 punti o meno a dieci giornate dalla fine, non è un unicum, ma resta molto raro. Perché almeno dal post calciopoli la permanenza in Serie A con una classifica così povera alla ventottesima non è la norma, anzi. Oltre agli emiliani, infatti, solo il Crotone nel campionato 2016-17 riuscì nell’impresa di restare nella massima serie con 22 punti o meno a questo punto della stagione. Un’annata atipica quella in cui gli squali riuscirono in una rimonta clamorosa. Le ultime tre della classe a dieci gare dal termine erano il Palermo con 15 seguito appunto dal Crotone con 14 e infine dal Pescara con 12. Tutte e tre le compagini sarebbero ultime nel campionato in corso. I calabresi furono capaci di inanellare 20 punti su 30, una media da zona europea difficilmente ripetibile. Chiusero a 34 lunghezze, due in più dell’Empoli che alla ventottesima giornata era a quota 22, ben 8 punti sopra il Crotone.
Non è finita
L’ultima volta che una delle tre in fondo alla classifica alla giornata numero 28 è riuscita a salvarsi a fine stagione risale al campionato 2018-19. Una situazione simile per certi versi a quella del Cagliari attuale quella che visse il Bologna. I felsinei viaggiavano al terzultimo posto con 24 punti, chiusero a 44 con ben 20 punti – come il Crotone due stagioni prima – nelle ultime dieci partite. A retrocedere fu l’Empoli con 38 dopo che alla ventottesima giornata aveva un punto di vantaggio sul Bologna, 25 contro 24 appunto. I precedenti per gli uomini di Semplici invitano all’ottimismo, perché per quanto difficile la storia recente insegna che circa un terzo delle volte è possibile salvarsi nella situazione attuale dei rossoblù. Va da sé che prima di tutto sarà necessario vincere fin dalla prossima gara contro il Verona per alimentare una speranza che dipende prima dai propri risultati e poi dalla forza di resistenza delle avversarie.
Il Torino è certamente, lo dice la classifica, la concorrente numero uno, ma il passato insegna che nemmeno chi al momento appare in acque tranquille può sentirsi lontano da un’eventuale tempesta improvvisa. Gli uomini di Semplici dovranno essere pronti ad approfittare delle crisi altrui e aggrapparsi a ogni speranza, anche quella dei numeri che dicono che niente è impossibile, anzi.
Matteo Zizola