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Filippo Inzaghi durante Cagliari-Reggina | Foto Gianluca Zuddas

Cagliari e il volta faccia a Inzaghi: il simbolo della programmazione rossoblù

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Una chiamata risolutrice attesa e mai arrivata, nonostante un accordo sul tavolo e l’idea di poter sbarcare in Sardegna già in testa. Filippo Inzaghi era pronto a diventare il nuovo allenatore del Cagliari e ripartire dopo la risoluzione con il Brescia di Massimo Cellino. Poi, all’improvviso, il silenzio.

Se telefonando
Fine maggio 2022, i rossoblù sono reduci dalla retrocessione di Venezia. Si cerca un nuovo condottiero con cui costruire la stagione del riscatto. Il primo nome sul taccuino dell’allora direttore sportivo Stefano Capozucca è quello di Filippo Inzaghi, al secolo Superpippo, uno che la cadetteria la conosce come le proprie tasche e che si mette a disposizione senza alcun dubbio. Telefonate tra Formentera, dove l’ex attaccante del Milan e della nazionale è in vacanza, e Milano, uffici del presidente Tommaso Giulini. Tutto sembra procedere per il verso giusto, nuovi incontri virtuali previsti a stretto giro. Poi, all’improvviso, il silenzio. Proprio quando l’ex allenatore del Brescia è pronto a salire sull’aereo e chiudere la partita. Inzaghi viene improvvisamente affiancato da Daniele De Rossi, altro profilo sul taccuino di Capozucca, e da Fabio Liverani, il preferito del presidente Tommaso Giulini. E come in altre occasioni a spuntarla è quest’ultimo, così la scelta ricade sull’attuale allenatore rossoblù.

Silenzio
Un passaggio che era stato raccontato il 6 giugno e che Filippo Inzaghi ha confermato con le dichiarazioni arrivate dopo il pareggio tra la sua squadra e i rossoblù alla Unipol Domus. “Prima della Reggina sarei andato solo al Cagliari, ero d’accordo con il direttore ma poi sono scomparsi”, queste le parole dell’ex Benevento. “Io non avevo preteso nulla perché sapevo che il Cagliari avrebbe fatto uno squadrone, ci tengo a precisare questo, non avevo preteso assolutamente nulla”, ha aggiunto Inzaghi. Inutile pensare a ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, ma della vicenda ormai lontana quasi cinque mesi a pesare è il modo più che la scelta in sé. Il presidente Giulini che come accaduto altre volte (Maran, Di Francesco, la conferma di Semplici, Mazzarri) mette da parte le intenzioni del ds di turno per perseguire la propria strada, la chiarezza verso l’interlocutore assente nonostante una decisione presa legittimamente. Maran che vinse su De Zerbi, Di Francesco proprio di Liverani, Semplici su Juric, Mazzarri e le dichiarazioni di Capozucca sull’aver “difeso una scelta non mia”.

Del senno del poi sono piene le fosse e diventa semplice esercizio di stile immaginare cosa sarebbe stato il Cagliari oggi con Inzaghi in panchina. Nessuna controprova, il tempo ancora dalla parte di Liverani per poter riportare i rossoblù ai livelli attesi. I cavalli di razza si vedono all’arrivo, per l’allenatore romano resta viva l’occasione di superare – come accaduto in estate – il concorrente alla panchina anche sul campo. Scacciare i fantasmi e riavvicinare l’obiettivo promozione, dando senso a una scelta che lo ha visto vincitore nella gara per la guida del Cagliari. Resta una dinamica uguale a tante altre viste nel passato più o meno recente, in attesa di scoprire se, almeno questa volta, avrà avuto ragione il presidente Giulini. Al contrario un nuovo passo indietro diventerà necessario e, chissà, lascerà spazio a scelte condivise che possano essere difese da tutti i protagonisti senza discussioni e lotte intestine.

Matteo Zizola

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