Freddo e calore sono l’uno il contrario dell’altro. Due energie differenti che sembrano lontane per poter convivere. Eppure, nel corpo e nella mente di un attaccante può accadere. Ne sa qualcosa Gianluca Lapadula, che con la maglia numero 9 rossoblù sulle spalle sembra aver già conquistato i tifosi del Cagliari e non solo.
Mix perfetto
Poco più di mezz’ora di gioco al posto di uno spento Gaston Pereiro, un ingresso arrivato nel momento migliore di un Perugia con poche forze ma arcigno, cinico, pronto a fare quello scherzetto inatteso che in tanti sugli spalti della Unipol Domus cominciavano a temere dopo la prima frazione. Il gol del vantaggio umbro ha fatto pensare al peggio, poi però qualcosa ha cominciato a manifestarsi. Aiutato dallo spunto di Luvumbo dentro l’area di rigore, all’80’ Lapadula ha avuto l’occasione di dimostrare come i diversi istinti offensivi potessero coesistere. Preso il pallone tra le mani e posizionato sul dischetto, l’italo-peruviano è partito senza porsi troppi dubbi sul groppone. Rincorsa breve, calcio secco con il proprio mancino e Gori spiazzato. Due a due, corsa verso il centro del campo e mani sulle orecchie per protenderle verso una curva che con i giocatori di un certo carisma non ha mai fatto fatica a trovare il giusto feeling. Passano otto minuti e stavolta l’ex Benevento rende un favore a un amico di vecchia data. Perché è il numero 9 a guadagnarsi il fallo al limite dell’area, giocando un pallone spalle alla porta, e a regalare a Nicolas Viola la zolla perfetta per il suo sinistro a giro su calcio piazzato. Poche e semplici cose, tutte al momento giusto per convincere i tifosi ma soprattutto, ancora una volta, quel Fabio Liverani che l’ha fortemente voluto in Sardegna.
Ballottaggio
Lapadula conosce già e sembra essere adatto per i movimenti richiesti dal tecnico romano per il suo 4-3-3. Ma soprattutto ha confidenza con la categoria in cui il Cagliari è tornato dopo sei stagioni. Reattività, cinismo e voglia di sacrificio possono essere determinanti in un campionato altamente equilibrato in cui ogni pallone sporco può diventare significativo. L’ex Pescara lo sa, e lo sa anche Liverani che potrebbe preferirlo a un Pavoletti che nella gara contro il Perugia ha lavorato più lontano dalla porta che da vero e proprio terminale offensivo, finendo per ricevere pochi palloni nel cuore dell’area. Non sarà impossibile vedere i due attaccanti di peso rossoblù giocare insieme viste le caratteristiche differenti, come dichiarato dallo stesso Liverani, ma il processo di ambientamento più veloce potrebbe favorire l’italo-peruviano dimostratosi pronto a svariare sul fronte offensivo. In attesa di capire quale sarà l’aspetto definitivo del tridente d’attacco, con i dubbi su Matteo Tramoni – ancora fermo ai box per problemi fisici – e Gaston Pereiro, avulso dal gioco per larghi tratti della prima gara ufficiale della stagione 2022-23, Lapadula potrebbe finire per diventare subito un solido punto di riferimento in avanti in vista soprattutto dell’esordio non facile di Como. La condizione fisica potrebbe essere quella giusta per ripartire forte dopo le difficoltà della scorsa annata, quando il “Bambino” – come viene chiamato in Perù – partì comunque con 5 gol in 8 partite giocate in campionato. Un ruolino di marcia che i tifosi sperano possa essere ricalcato. Nel frattempo, a sentire la Unipol Domus l’impatto sembra essere stato quello giusto.
Matteo Cardia