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L'esultanza di Alessandro Deiola dopo il gol al Palermo | Foto Valerio Spano/Cagliari Calcio

Cagliari | Duttilità, grinta e gol: Deiola è tornato imprescindibile

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Ormai è il segreto di Pulcinella: il girone di ritorno del Cagliari è stato decisamente migliore rispetto a quello di andata, sotto tanti fronti. Lo dicono i numeri, a partire dai 32 punti raccolti nelle diciotto gare con in panchina Claudio Ranieri, che ha dovuto spesso fare i conti con le assenze per infortunio di diversi leader, da Mancosu a Pavoletti fino ad Alessandro Deiola.

Proprio il centrocampista sangavinese, rientrato dai mesi ai box per l‘infortunio alla caviglia sinistra, ha rappresentato la carta jolly di questo Cagliari. Ranieri lo ha reinserito gradualmente nell’undici titolare dopo la lunga assenza per via del ko, dopo aver ricordato in più di una circostanza la sua importanza nei mesi di assenza dal campo. Sia dal punto di vista tattico che del temperamento, da sempre una delle doti del classe 1995, che ha saputo ripagare la fiducia riposta dal tecnico romano su di lui. Prima la disponibilità a sistemarsi tra i due difensori centrali contro la Ternana, per dare sfogo a una necessità tattica decisiva per avere la meglio sugli umbri di Lucarelli, poi la conferma nel reparto arretrato tra Perugia e Palermo, match in cui è tornato a gara in corso a fare la mezzala. Mossa che ha pagato, dato che il suo inserimento dalle retrovie ha beffato la difesa rosanero, così come era successo due settimane prima contro la Ternana. Due gol che sono valsi altrettante vittorie di capitale importanza per il Cagliari, che ha riscoperto un Deiola duttile e affidabile, certamente una bella risposta per Ranieri.

Montagne russe

La stagione 2022-23 del numero 14 rossoblù era iniziata in chiaroscuro. Tra i reduci di un’annata disastrosa come quella scorsa, da mezzala o play Deiola è stato un titolare fisso già dai tempi di Liverani. Con l’ex centrocampista di Lazio e Perugia ha disputato quasi tutte le gare, ma non sempre ha brillato, complice anche un sistema di gioco spesso poco fluido. Fascia da capitano al braccio in assenza di Pavoletti, nella prima parte di stagione il classe 1995 ha trovato un preziosissimo gol contro il Brescia. Poche gioie però, prima dell’infortunio alla caviglia che da metà dicembre a marzo l’ha costretto a rimanere a guardare i compagni. Tre mesi a mordere il freno, a causa dell’operazione chirurgica di ricostruzione dei legamenti, con in mezzo il cambio in panchina, con il ritorno a Cagliari di Ranieri dopo l’esonero di Liverani. L’urlo dell’Unipol Domus al suo rientro in campo – 4 minuti nella giornata numero 29 contro l’Ascoli – è assordante. Da lì in avanti Deiola pian piano è tornato a essere un tassello fondamentale per il Cagliari di Ranieri. Il 71enne romano ne ha dosato le forze nelle prime partite, così da permettergli di recuperare con i tempi giusti il ritmo dei compagni.

Arma tattica

Il sangavinese ha ritrovato la maglia da titolare nel match perso al Tardini contro il Parma e da allora è tornato imprescindibile. Per la sua duttilità tattica, ma soprattutto per quella capacità di inserimento in avanti che ne fa il centrocampista più pericoloso (tolto Mancosu) della rosa rossoblù. Contro il Palermo Deiola ha segnato il primo gol del match e ha dato il proprio contributo per il sorpasso firmato da Lapadula, in mezzo un paio di occasioni pericolose per trovare la clamorosa doppietta. Difende, offende, rincorre e dribbla. Versatilità estrema, unita a grinta e corsa senza mai fiatare. Ranieri lo può utilizzare come “arma tattica”, per cambiare sistema di gioco a partita in corso, senza ricorrere a sostituzioni. In più cercando di sfruttarne le doti principali: i limiti tecnici in fase di costruzione vengono compensati da una fisicità importante, utile nei contrasti e nel gioco aereo. Numeri e non soltanto: la crescita di Deiola durante la gestione Ranieri è uno degli aspetti più positivi delle ultime settimane. Tutta benzina utile in chiave playoff, con il Cagliari che si affida anche al suo numero 14, leader ritrovato dopo alcuni mesi difficili, per continuare a inseguire quella Serie A sfuggita la scorsa stagione.

Francesco Lobina

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