Centosette secondi possono essere tanti o pochi, dipende dal contesto. Un tempo relativo che però diventa storia se è quello che passa tra l’ingresso in campo e mettere la firma con il primo gol con la maglia del Cagliari e in Serie A. Florinel Coman è entrato al 69′ al posto di Mattia Felici, nemmeno due minuti e ricevuta palla da Gaetano si è presentato con la specialità della casa: controllo, conduzione verso il limite dell’area da sinistra verso il centro, conclusione di destro secca, forte e precisa che non ha lasciato scampo a Suzuki. Diventando il quarto straniero nella storia del campionato italiano nella classifica dei gol più veloci all’esordio.
Dai Coman
Una rondine non fa primavera, ma sono comunque bastati pochi istanti al classe ’98 rumeno per scacciare dubbi e perplessità sul suo conto. Al Cagliari e a Davide Nicola servivano i gol e, pur se non centravanti classico, Coman il gol lo ha portato subito. Dubbi mai relativi alle qualità del giocatore, tecnicamente e balisticamente di livello superiore alla media, come d’altronde confermato ai nostri microfoni dall’ex commissario tecnico della Romania Edward Iordanescu. Le perplessità erano più di natura fisica e su quanto Coman potesse essere la pedina prioritaria per caratteristiche da portare in Sardegna nel mercato di gennaio. E se le prime possono ancora essere valide – Nicola per primo ha sottolineato la necessità di riportarlo a regime dopo l’esperienza in Qatar – sulle seconde l’ala sinistra ex Steaua Bucarest ha subito risposto. Non una punta vera e propria, ma conta poco, perché il gol realizzato contro il Parma è una perla non casuale e che ha dato una risposta secca al dubbio. La reazione del presidente rossoblù Tommaso Giulini dopo la perla di Coman spiega tanto, perché quel pugno chiuso, i denti stretti e l’esultanza verso qualcuno in tribuna sono una liberazione dopo giorni di dubbi su un affare tanto particolare quanto discusso. Come a dire che sì, la scelta è stata giusta a prescindere da tempi e modi, da obiettivi sfumati e scelta dell’ultimo momento.
Futuro
Ora la sfida è confermarsi, come squadra e come singolo. L’effetto Gastón Pereiro è lì a ricordare che pur se il buongiorno si può vedere dal mattino, non è scontato che anche la giornata resti positiva con il passare delle ore. Il Tonga non segnò all’esordio, ma il gol contro la Roma pur in una sconfitta per 3-4 aveva fatto sperare nel colpo da novanta, salvo poi arenarsi tra problemi personali e un ambientamento al calcio italiano mai davvero compiuto. Così Coman si è presentato come meglio non avrebbe potuto, ma prima di dire gatto bisognerà metterlo nel sacco, parafrasando una nota frase di Giovanni Trapattoni. In un’operazione, quella che ha portato il classe ’98 rumeno in Sardegna, che sembra avere tutte le caratteristiche della canzone one shot. Il successo di una stagione e poi stop, ognuno per la propria strada. Una sensazione che potrebbe essere sbagliata, perché se è vero che il prestito secco con cui il Cagliari lo ha prelevato dal l’Al-Gharafa – club governativo del Qatar – lascia pensare a un addio a giugno, lo è altrettanto che il club rossoblù spera di poter confermare Coman anche in futuro. Il forte contributo sull’ingaggio del giocatore da due milioni netti a stagione (circa un milione fino a giugno) e le difficoltà di ambientamento in Qatar del rumeno sono due dettagli che confermano la possibilità di un matrimonio più duraturo, fermo restando le prestazioni sul campo e l’accordo da trovare con l’Al-Gharafa, oltre quello con il calciatore che dovrà accettare uno stipendio inferiore rispetto a quanto percepito in Qatar. Prima, però, c’è da confermarsi a suon di giocate e gol, di personalità e tecnica, di sombreri (come i due in serie per conquistare una punizione in una fase critica della gara contro il Parma) e tiri da fuori. Con l’obiettivo di esplodere, finalmente, nel calcio europeo e raggiungere la salvezza con il Cagliari oltre “la speranza che d’ora in poi un futuro avremo noi”.
Matteo Zizola