Senza attenuanti. Lo schiaffo preso dal Cagliari a Udine alla Dacia Arena contro i bianconeri è di quelli difficilmente giustificabili, e arriva nel peggiore momento della stagione. Una manita che fa anche più male del 4-0 subito sempre dai friulani all’andata a dicembre, con ancora il mercato di gennaio alle porte che ha permesso alla società di trovare dei capri espiatori del difficile momento in classifica e al tecnico Walter Mazzarri di modificare mentalità e gioco dei suoi anche grazie a dei nuovi innesti.
Colpe
Il Cagliari si è perso di nuovo, al di là della batosta contro l’Udinese sono quattro le sconfitte consecutive per i rossoblù nell’ultimo periodo, e la piazza ha puntato il dito contro l’allenatore. Normale sia così, con il mercato chiuso e una stagione che volge al termine i tifosi vedono nel tecnico toscano il bersaglio più prossimo. In casa Cagliari la caccia alle streghe ha già insegnato, negli ultimi campionati, di non essere un esercizio di stile per crescere, e sarebbe inutile farlo ora che il gruppo rossoblù deve solo compattarsi alla ricerca di una salvezza che pare ancora una volta tutta da lottare e sudare. Però va detto che negli ultimi turni alcune scelte tattiche di Mazzarri hanno stupito o non hanno portato gli effetti sperati.
Un esempio? Partiamo dall’ultima trasferta da dimenticare in Friuli. La scelta di Bellanova da esterno mancino per permettere a Dalbert di giocare come mezzala con libertà di pressing sulla trequarti non ha convinto. È una mossa che ha fatto fare una svolta al Cagliari nelle prime gare del 2022, ma al tempo stesso negli ultimi turni usare troppi giocatori fuori ruolo ha portato a un abbassamento della qualità del giro palla rossoblù, a una costante difficoltà nel costruire occasioni offensive con continuità e al ritorno di diversi problemi di marcatura in fase difensiva. Difficile riuscire a proporre gioco con un centrocampo composto da Dalbert, adattato nel ruolo, e con Grassi e Deiola, più due filtri di centrocampo che dei giocatori abili nell’avviare l’azione. Si dirà: in panchina con Marin positivo c’erano solo Baselli e Rog, al rientro dopo due rotture del crociate. È anche vero che il Cagliari deve vincere e non contenere nel gioco gli avversari per salvarsi. E pur giocando di rimessa il 5-1 della Dacia Arena è arrivato ugualmente. Anche il 3-4-2-1 sembra una veste tattica che richiede troppi sforzi a questa rosa in questo preciso momento della stagione. Cambiare comunque non sarebbe facile e va detto che il ritorno di Marin e Rog ridaranno qualità al centrocampo, uno dei reparti maggiormente in apnea.
Sotto accusa anche i calci piazzati, non solo quelli contro ma anche quelli a favore. Il Cagliari ogni volta che ha un corner a disposizione torna indietro invece che crossare direttamente, spesso facendo sfumare l’azione o esponendosi a dei contropiedi avversari. Anche questo è un aspetto che Mazzarri deve correggere perché da qui a fine campionato anche il minimo episodio sarà fondamentale. Infine al Friuli ha convinto poco la scelta di Pereiro, l’uruguaiano da trequartista con compiti difensivi continua a deludere nonostante il buon momento sotto porta a inizio anno. Keita da subentrato è parso più pimpante, nonostante un lungo periodo sotto le aspettative per il senegalese. Mazzarri dovrebbe rispolverarlo anche da titolare? Dubbi, domande e quesiti a cui solo l’allenatore toscano può trovare una risposta per riprendersi la piazza, ma soprattutto per rimettere il Cagliari sulla carreggiata salvezza.
Roberto Pinna