Il nostro focus a freddo dopo l’amichevole tra Strasburgo e Cagliari, vinta per 1-2 dai rossoblù grazie ai gol di Desogus e Pavoletti.
È solo calcio d’estate, per carità. Però chissà se Fabio Liverani dopo il bel successo del suo Cagliari contro lo Strasburgo ha pensato a gustarsi un buon vino, magari bianco. Ovvero uno dei prodotti di eccellenza dell’Alsazia, tra i classici souvenir che i tanti turisti che visitano quella zona – notissima la Strada dei Vini, con i vari villaggi resi famosi grazie all’opera dei viticoltori – si portano a casa dopo il soggiorno nella terra di confine tra Francia e Germania. Perché questo riferimento al vino? Semplice: dopo l’1-2 firmato Desogus–Pavoletti, risultato che suggella una prestazione con tante luci e poche ombre da parte dei rossoblù, è facile immaginare il tecnico romano fermarsi a ripensare al match del Meinau con in mano un calice di bianco alsaziano, secco e corposo come il suo Cagliari davanti al Racing. Di fronte a una squadra di categoria superiore come lo Strasburgo, che debutterà in campionato sabato 6 agosto ospitando il Monaco e che ha mancato la qualificazione in Europa per soli tre punti, i rossoblù hanno offerto una prova solida e gagliarda.
Pollice alto: Desogus, Makoumbou e Luvumbo
Come a Olbia nel Trofeo Sardegna, anche allo Stade de la Meinau il primo tempo ha visto impresso il timbro di Desogus e Pavoletti. Il quinto minuto di gioco potrebbe essere rinominato zona Jaki, mutuando lo storico riferimento a Cesarini per quanto visto nelle ultime due amichevoli. Due grandi conclusioni da fuori area con il destro, due autentiche perle per il quasi 20enne di Gergei che continua a lasciare un segno positivo su questo primo mese di lavoro da elemento a tutti gli effetti della Prima squadra rossoblù. Non solo il gol per Desogus, che si è mosso molto bene sull’out mancino, dialogando spesso con i compagni e mettendosi a loro disposizione in fase di non possesso. Insomma, ennesimo pollice alto per lui. Così come bene ha fatto Makoumbou, ancora alla ricerca dei giusti automatismi nel ruolo di mezzala, ma utile anche in posizione di play davanti alla difesa con l’uscita di Viola. L’ex Maribor ha fatto vedere di avere “colpi” e corsa, quando l’adattamento al calcio di Liverani sarà completato l’impressione è che possa essere davvero utile alla causa rossoblù. Bene anche la difesa, specie l’intesa tra Altare e Walukiewicz che cresce sempre di più, mentre l’inserimento nella ripresa di Carboni e Di Pardo ha dato solidità e corsa sulle fasce in un momento in cui lo Strasburgo ha provato ad accelerare in cerca del pareggio. Tutto inutile per la squadra di Stéphan, che di fronte ha trovato una squadra capace di resistere all’onda biancazzurra. Menzione d’obbligo anche per Zito Luvumbo, schierato da centravanti al posto di Pavoletti – buona prova anche per il livornese, in attesa di Lapadula – nell’ultima mezz’ora: un palo, un mancino a giro che ha fatto la barba al palo e, soprattutto, tanta personalità. Un’altra conferma dell’ottimo lavoro fatto fin qui dall’angolano, che si candida a un ruolo sempre più da protagonista in questo Cagliari.
Pollice verso: Viola e Radunovic
Si diceva prima di una prestazione con tante luci e poche ombre. Queste ultime si possono ricondurre a due dei teorici pilastri del Cagliari ’22-23, ovvero Nicolas Viola e Boris Radunovic. Il regista arrivato dopo la porzione di stagione vissuta a Bologna è ancora indietro a livello di condizione ed è chiamato a un netto cambio di passo rispetto a quanto mostrato finora. La fiducia da parte di Liverani non gli è mai mancata, ma il contributo alla manovra della squadra non è ancora quello desiderato dal tecnico romano, che non a caso lo ha sostituito intorno all’ora di gioco dando le chiavi del centrocampo al più dinamico Makoumbou. Si vedrà se tra Leeds e la Coppa Italia sarà ancora l’ex Benevento il play titolare (con l’assenza di Deiola e del duo Nandez-Rog, la cui permanenza in rossoblù resta ancora in dubbio causa mercato) o se Liverani darà continuità all’esperimento Makoumbou in posizione di filtro. L’altro profilo da “rivedere” nei prossimi impegni è senza dubbio quello di Radunovic, apparso in difficoltà al Meinau soprattutto in fase di impostazione. Almeno due errori da matita blu – entrambi in collaborazione proprio con Viola – in fase di uscita della manovra che sono costati un gol subito e un’occasione sciupata incredibilmente da Sahi-Dion. Il portierone serbo ha tante attenuanti, s’intende: di fatto, dopo due settimane di ritiro passate ad allenarsi in personalizzato, l’ex Atalanta ha lavorato con il gruppo soltanto nelle ultime settimane e sembra evidente come anche lui sia chiamato a un “corso di recupero extra” per entrare appieno nei meccanismi di Liverani.
Sensazioni positive
Al netto di questo, però, la sensazione lasciata dal match in terra d’Alsazia è di quelle assolutamente positive. Tanta corsa e personalità da parte di tutta la squadra (si ripensi al finale “hot”, nel quale i giovanotti di Liverani hanno tenuto la barra dritta sul tentativo di metterla sul nervosismo da parte dei padroni di casa), che ha portato a casa risultato e prestazione contro una squadra ostica e di categoria superiore. Ora la sfida per il tecnico romano sarà soprattutto quella di inserire Lapadula in un sistema di gioco che pare sulla buona strada a livello di movimenti e automatismi, in attesa di vedere il miglior Viola e capire quale sarà il destino di Rog e Nández. Per quanto visto fin qui, tuttavia, Liverani può definirsi moderatamente soddisfatto. Il Leeds sarà il prossimo banco di prova, con quel calice di bianco che è pronto a riempirsi quasi fino all’orlo in caso di ulteriori passi in avanti.
Francesco Aresu