Quando non fai punti si allargano i punti di vista. E come sempre nel calcio: chi vince festeggia e chi perde spiega. Anche se a dirla tutta, Claudio Ranieri ha un suo personalissimo manuale da sconfitta, frutto di anni e anni di esperienza, che tira fuori all’occasione per togliere dalla testa dei suoi ragazzi le emozioni negative. E anche queste sono sue parole.
Momento
“La prestazione c’è stata, devo ringraziare i miei ragazzi che hanno dato tutto, sapevamo da inizio anno che questa sarebbe stata la nostra condizione in classifica, se ci salveremo lo faremo all’ultimo istante dell’ultima partita di Serie A”. Un disco di platino “ranieriano” buono per ogni stagione. Dopo l’1-0 di Monza però il tormentone “usato-sicuro” gracchia un po’ sopra il vinile rossoblù. Ranieri ha ragione, da vendere, quando dice che la sua squadra in questo momento storico non è paragonabile sotto tanti aspetti al Monza di Raffaele Palladino. Ma al Brianteo il Cagliari non è stato paragonabile nemmeno per coraggio ai brianzoli. E il coraggio non si vende e non si compra. La prova dei rossoblù, alla fine della fiera, parla di un 1-0 arrivato per un episodio, ma i dettagli recitano di 0 tiri in porta e un xG (chiare occasioni da rete create) che è stato la metà di quello del Monza (0.85 contro 0.46). Forse saremo noi un po’ troppo di alte pretese, ma una trasferta con oltre 2.400 tifosi nella curva ospiti, più altre centinaia sparpagliati nei vari settori, meritava ben altra foga in campo.
Scelte
Ranieri ha ragione un’altra volta quando dice: “Quando si perde le colpe sono sempre del tecnico e i cambi non sono mai quelli giusti”. Però lo scudo per antonomasia dell’allenatore romano regge fino a pagina uno. Anche perché ridurre alla solita storia ogni sconfitta rischia di appiattire i discorsi di analisi nei confronti di questo gruppo. Il Cagliari è una squadra con una determinata qualità e che dovrà vendere cara la pelle per salvarsi, ma, partendo da questa premessa data per assodata, dopo 29 turni di Serie A non è possibile strutturare un approfondimento diverso a fine partita per capire cosa manca e su cosa si potrà lavorare diversamente? Per esempio, perché oltre al solito – “quando perdiamo avete sempre da dirmi qualcosa sui cambi” – il tecnico non ha provato a spiegare in maniera più concreta la scelta di non sostituire Deiola ammonito? Con il centrocampista sangavinese che ha lasciato alcune letali ripartenze, non sfruttate dal Monza, proprio per non prendere il secondo giallo. Ranieri è l’unico uomo che può salvare questa squadra e anche questa è una verità assoluta, ma questo non dovrebbe appiattire il discorso tecnico-tattico intorno al Cagliari. Anche perché l’elettroshock recente, con le dimissioni date e poi ritirate dopo la conferma avuta dai suoi giocatori, ha dimostrato quanto serva a questo spogliatoio un approccio anche duro e schietto.
Niente drammi
Il Cagliari a Monza ha avuto tanti alibi. A cominciare dalle assenze, su tutte quelle di Mina e Gaetano, che hanno tolto un po’ di carattere e tanta imprevedibilità ai rossoblù. E lo stesso Ranieri a fine gara ha sottolineato quanto abbiano pesato determinati infortuni. Ma il rammarico più grande resta quello di non aver sfruttato, in termini di risultati, un esodo di massa come non si vedeva da tempo. Una grande risposta per un pubblico che ha spinto anche dopo il triplice fischio la squadra mostrando quella che deve essere la mentalità giusta da qui alla fine del campionato. Ranieri su un concetto è stato chiaro: “Non facciamo drammi dopo questa sconfitta, non lo abbiamo fatto quando eravamo nelle ultimissime posizioni e non dobbiamo farlo adesso che abbiamo ancora dalla nostra la possibilità di scrivere il nostro destino”. E non sono frasi dette a caso, perché in effetti l’1-0 di Monza è stato e sarà un risultato divisivo. Anche a guardare le reazioni a caldo della piazza. Normale per una tappa che poteva dare uno strattone importante alla corsa salvezza e che invece ha lasciato il Cagliari nello stesso punto rosso verso la permanenza in Serie A. C’è chi giudica un netto passo indietro la prova in Brianza e chi invece continua a guardare con speranza alla lotta per la permanenza in massima serie. La sosta per le nazionali aiuterà in questo senso. Niente critiche frenetiche e la possibilità di recuperare dei giocatori fondamentali. Ma gli oltre 2.400 presenti al Brianteo non meritano nemmeno una dose eccessiva di Ranierismo. E non ce ne voglia il tecnico romano. Perché il Cagliari avrà tutte le lacune del caso in questo campionato, ma chiedere una prova con qualcosa di più di zero tiri in porta pare più che lecito. E fare passare il Monza per il nuovo Real Madrid a tratti anche esagerato. Intanto a Pasquetta il calendario proporrà subito lo scontro diretto interno contro l’Hellas Verona, vera gara da non sbagliare, e poi ci saranno una serie di sfide quasi al limite, specie con la mentalità mostrata spesso in stagione nelle sfide alle big della classifica. Nell’ordine Atalanta, Inter e Juventus. Poi la trasferta di Genova prima dello scontro diretto contro il Lecce. E a chiudere il trittico Milan, a San Siro, Sassuolo a Reggio Emilia e la Fiorentina alla Unipol Domus.
Roberto Pinna














