La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio? Probabilmente è valida la seconda domanda marzulliana quando si tratta di calciomercato. Immaginare, sperare, guardare al futuro innesto come la panacea di tutti i mali. Per poi, inevitabilmente, scontrarsi con la realtà della contingenza economica, di chi vende che alza il tiro e chi compra che non ha moneta per pagare cammello. Eppure, dopo la debacle in Coppa Italia contro il Milan, la situazione del Cagliari non appare delle più rosee per usare un eufemismo. E il tradimento delle seconde linee – perché di tradimento della fiducia di Ranieri si è trattato – non può essere messo da parte come un semplice incidente di percorso.
Dall’ultimo al primo
La storia del mercato di riparazione dei rossoblù, in generale e ancora di più da quando è in carica il presidente Tommaso Giulini, non è di quelle che invitano all’ottimismo. Quello di gennaio non è un mese facile per entrate e uscite, tra chi spara alto non volendo perdere giocatori in itinere, concorrenti dirette che difficilmente cedono i propri giocatori a squadre con cui sono in lotta, esuberi a caccia di minutaggio ma con il tempo necessario per riacquistare la forma da tenere in conto. Insomma, qualunque sia la gestione o il club in esame, si contano sulle dita di una mano ogni anno gli affari che incidono davvero sulla seconda parte di stagione di una squadra. Non fa eccezione il Cagliari, anzi, tra i rossoblù e diventata quasi una regola. Dal gennaio 2015 – il primo con Giulini al comando della società – a quello del 2023 il club di Sa Ruina non ha praticamente quasi mai centrato un colpo determinante per dare un apporto sostanziale alla propria rosa. Il vero affare, per quanto arrivato sotto Natale e non propriamente con l’anno nuovo, è stato fatto nel dicembre del 2022 con il ritorno di Claudio Ranieri in Sardegna al posto dell’esonerato Fabio Liverani. L’uomo della svolta, non un calciatore, ma comunque capace di far crescere i giocatori già presenti fino all’incredibile promozione di Bari. Con il tecnico romano alla guida e con Nereo Bonato come nuovo direttore sportivo, nel gennaio di un anno fa arrivarono in rossoblù due nuovi innesti, Prelec e Azzi. Entrambi per certi versi importanti nel percorso verso la Serie A ma senza che si siano spostati in maniera netta gli equilibri. Un Cagliari che cercava la via della risalita in classifica, mentre discorso diverso quando si è trattato di cercare una sterzata netta di fronte al rischio retrocessione. Nella prima stagione della presidenza Giulini (2014–15) a gennaio fu apportata una rivoluzione, tanti gli innesti ma senza che si riuscisse a evitare la Serie B a fine campionato. In quella sessione arrivarono il portiere Brkic, i difensori Capuano, Gonzalez e Diakite, la meteora Husbauer e gli attaccanti Mpoku e Cop. Nessuno dei nuovi innesti, se non in alcune rare occasioni, riuscì a dare l’apporto sperato per centrare la salvezza. Dopo la retrocessione il Cagliari si presentò come favorito ai nastri di partenza della cadetteria e a gennaio non furono necessari acquisti di sostanza. Nel primo mese del 2016 arrivarono Rafael per sostituire Cragno passato al Lanciano – il brasiliano diventò importante nelle stagioni successive – e assieme al portiere anche Cinelli per rimpiazzare numericamente Barella, andato in prestito al Como.
Necessità chiare, scelte meno
Gennaio 2017 è l’espressione di un mercato più orientato alla stabilizzazione del gruppo piuttosto che alla crescita tecnica. Il Cagliari, senza grossi problemi di classifica, risolse la grana Storari con uno scambio con il Milan portando in Sardegna il brasiliano Gabriel in prestito, c’è poi uno dei tanti ritorni di Deiola – in quel caso dallo Spezia – e gli arrivi di Faragò dal Novara, Miangue dall’Inter e infine il tesseramento del nordcoreano Han. La stagione successiva i rossoblù non vivono un bel momento e provano a correggere il tiro con alcuni innesti di peso a metà campionato, senza però trovare grandi risposte dai nuovi arrivi. Han torna dal prestito al Perugia, Caligara arriva per la Primavera dalla Juventus, infine gli acquisti più importanti: Castan dalla Roma, Lykogiannis dallo Sturm Graz e Ceter dal Quindio. Il difensore brasiliano, dopo un buon inizio, non riuscirà a trovare continuità , l’esterno greco risulterà altalenante come nelle stagioni successive – pur mettendo la firma sull’assist per il gol salvezza di Pavoletti a Firenze – e il colombiano non sarà altro che una meteora. Con Maran in panchina il gennaio del 2019 sarà quello dei pretoriani, ossia di quei giocatori conosciuti dal tecnico che però non daranno alcun apporto sostanziale alla causa. Oltre ad alcune scelte sul mercato estero che non produrranno alcun dividendo. Torna nuovamente da un prestito Deiola – questa volta da Parma – arrivano poi i vari ex Chievo come Thereau, Cacciatore, Birsa più tra stranieri come Oliva, Despodov e Walukiewicz, tutti poco o mai utilizzati con il polacco rimasto al Pogon fino a giugno. L’unico innesto che sposta qualche equilibrio è quello del prestito di Luca Pellegrini dalla Roma. Un anno dopo arriva il mercato che più di tutti ha lasciato l’amaro in bocca negli anni di presidenza Giulini. Il Cagliari è in zona Europa, il bisogno di un centrale difensivo chiaro, eppure gli unici due innesti sono quelli di Paloschi a rimpiazzare Cerri – in prestito alla Spal – e quello che ancora oggi viene pagato in termini di ingaggio di Gastón Pereiro dal PSV Eindhoven.
Tempeste
Infine i due mercati da acqua alla gola, quelli di una squadra sull’orlo del precipizio e che cerca di andare a nozze – salvezza – con giocatori a bassissimo se non nullo costo e lontani dalla migliore condizione. Con un’unica eccezione, perché il Nainggolan ter di gennaio 2021 è fondamentale per la permanenza in Serie A a fine stagione. Gli altri innesti sono quelli di Rugani – non benissimo ma comunque decisivo con il gol contro il Bologna – e quelli di Duncan, Calabresi, Asamoah e l’immancabile ritorno dal prestito di Deiola. Tutti calciatori alle prese con un lungo periodo di ricerca della condizione, un minutaggio ridotto anche in maglia rossoblù e solo la crescita di chi era già in rosa aiuta Semplici a invertire la rotta. Nel 2021 il colpo riuscito l’anno passato non si ripete. Situazione simile a gennaio, risultato opposto con la retrocessione di Venezia. Sul mercato di riparazione fanno più rumore le epurazioni di GodÃn e Caceres che gli arrivi. In Sardegna sbarcano Lovato per rimpiazzare l’ex Atletico Madrid e Goldaniga per sostituire l’ex Fiorentina, mentre Baselli coprirà il buco lasciato dalla partenza di Oliva e Gagliano torna dal prestito in un momento di tanti infortuni, senza però scendere mai in campo. Un storia, in sostanza, che non sembra dare fiducia per il prossimo futuro, quello di un mercato nel quale – come dimostrato dalla trasferta di Milano e dagli ultimi risultati con Hellas ed Empoli – sarebbe necessaria una svolta sostanziale in tutti i reparti. Se Radunovic può rimanere il secondo nella speranza che Scuffet continui nella sua crescita, in difesa sia al centro che sugli esterni le difficoltà appaiono evidenti. In mezzo al campo l’assenza di qualità è stata confermata dalle prestazioni di Deiola e Jankto, in avanti dopo lo stop di Lapadula – ma non solo – si deve trovare una soluzione per sostituire uno tra Petagna e Shomurodov con un attaccante integro e che possa dare apporto in fase realizzativa. La stella polare potrebbe essere il campionato cadetto, oltre che cessioni spesso più utili di acquisti. Se c’è un aspetto positivo della sconfitta pesante di Coppa è che il Re – inteso come struttura della rosa – è nudo: è arrivato il momento di coprirlo.
Matteo Zizola














