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Cagliari, Di Fra e il bicchiere mezzo pieno

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Due vittorie consecutive, sette punti in cinque giornate, passi avanti costanti nello sviluppo della manovra e difficoltà nella fase difensiva. Il riassunto del Cagliari di Di Francesco e del suo processo di crescita è tutto qui. Una partenza che rispecchia quanto visto partita dopo partita, un percorso che vede sia la squadra che le individualità passo dopo passo assorbire i dettami del proprio allenatore. Il quattro a due con cui i rossoblù si sono sbarazzati del Crotone è un manuale completo sul nuovo Cagliari, dai punti positivi a quelli negativi, un bicchiere mezzo pieno che grazie alla fiducia dei risultati non può che riempirsi goccia a goccia sempre di più.

Verticalità – Dieci novembre 2019, il Cagliari di Maran strapazza la Fiorentina per cinque a due con un gioco arioso, veloce e che fa conoscere i rossoblù al campionato. Il gol di Rog frutto di triangolazioni rapide, un gol da Playstation, diventa l’esempio di una squadra che sa giocare, divertire e colpire gli avversari in velocità. Quasi un anno dopo un’altra rete diventa il marchio del nuovo Cagliari targato Di Francesco, il due a uno siglato da Simeone è un racconto dal titolo verticalità. Il calcio del tecnico abruzzese punta sulle transizioni rapide, poco palleggio e via dritti verso la porta con meno passaggi possibili.

Da Godín a Joao Pedro, da Joao Pedro a Simeone, palla che scorre veloce, due verticalizzazioni e Cordaz battuto. Precisione e rapidità, attacco degli spazi e inserimenti tra le linee, un calcio tanto semplice quanto efficace. Aver riportato il numero dieci brasiliano nel suo territorio preferito sta dando i frutti sperati, Godín che apre l’azione uno schiaffo al passato fatto di tanti – troppi – lanci lunghi, la posizione di Nández e Zappa una costante che si ripete, vero e proprio marchio di fabbrica del nuovo 4-2-3-1 firmato Di Francesco.

L’asse di destra – Il gol di Simeone richiama una soluzione che è ormai stata assimilata perfettamente dagli interpreti. La catena di destra composta da Zappa e Nández è la nota più positiva del Cagliari da Bergamo in poi. Il León che si accentra liberando la fascia per le scorribande del giovane terzino ex Pescara, la squadra che si schiera in fase di possesso con una sorta di 3-2-4-1 grazie alla duttilità di Lykogiannis, fondamentale per garantire equilibrio nel suo doppio ruolo di terzino e terzo di difesa, e all’affiatamento in costante crescita tra Nández e Zappa, senza dimenticare sul lato opposto la capacità di eseguire la doppia fase di Riccardo Sottil.

Il gol del definitivo vantaggio del Cagliari mostra un altro movimento della catena di destra. Non solo Nández che si accentra e Zappa che attacca lo spazio sull’esterno, ma anche il contrario. L’uruguaiano in occasione della rete di Sottil è l’uomo largo della coppia, mentre il terzino parte da una posizione più centrale per andare nello spazio verticale tagliando dall’interno verso l’esterno. Il resto è opera di Sottil, bravo a prendere il tempo all’avversario con una chiusura da quinto di centrocampo alla Gasperini che inizia la corsa largo per terminarla a centro area.

Gabbia Cigarini – Il Crotone è una squadra che non ama affatto buttare il pallone, corre rischi nell’impostazione dal basso e ha in Cigarini il proprio metronomo dal quale far passare ogni pallone in uscita. Di Francesco ha così fatto ciò che le avversarie del Cagliari proponevano quando affrontavano il Cigarini rossoblù. Una gabbia fatta di sincronismi e aiuto reciproco, la scelta ponderata di lasciare liberi di impostare i difensori non dando respiro solo al regista ex di giornata.

Joao Pedro l’uomo designato alla marcatura di Cigarini, ma quando il brasiliano accorciava su uno dei centrali ecco che Rog – o Marin – salivano per chiudere sul playmaker del Crotone. Solo in pochissime occasioni il professore è stato in grado di gestire la manovra, mentre molto più spesso i calabresi si sono affidati o ai centrali di difesa o soprattutto al libero aggiunto Cordaz. Si spiega così anche la gestione del pressing da parte di Simeone, spesso concentrato più sulla pressione al portiere che su quella dei difensori. Una partita preparata sul controllo di chi è in grado di aprire l’azione, lasciando totale libertà a quei giocatori del Crotone non dotati di abbastanza tecnica per far saltare il pressing rossoblù.

Capitolo Godín – Il Faraone nella partita contro il Crotone non è stato perfetto, anzi. Partiamo però da due presupposti fondamentali, innanzitutto la condizione fisica di Godín che arrivava da una settimana segnata da problemi muscolari che hanno inciso sulla sua prestazione, inoltre non va dimenticato il suo apporto in costruzione con l’apice del gol di Simeone nato da una sua verticale decisiva per precisione, velocità e scelta di gioco. Fatte queste premesse, non si può però non segnalare la difficoltà in marcatura che abbinata a un po’ di sfortuna – il gol di Molina – hanno messo in pericolo la vittoria del Cagliari.

Sulla rete di Messias così come su quella di Molina le responsabilità vanno divise, equamente o meno, tra Godín, Zappa e nel secondo gol anche con Joao Pedro. Nel primo caso il terzino non riesce a essere efficace nell’uno contro uno con Reca, mancino al quale viene lasciato proprio il sinistro per il cross. Il Faraone però dal canto suo è statico, Messias fa un passo indietro e Godín non ha i tempi di reazione adeguati per restare incollato all’avversario.

Il secondo gol del Crotone nasce da una rimessa laterale lunga, la difesa è schierata e Zappa prolunga il pallone con una spizzata più da attaccante avversario che da difensore. Godín è sorpreso, rinvia con un colpo di testa improvviso che diventa un assist perfetto per Molina. L’errore, o la sfortuna, risiede nell’aver liberato l’area centralmente, anche se non va dimenticata la poca reattività di Joao Pedro nel leggere la situazione e contrastare l’uomo al limite dell’area

Infine l’occasione con cui Simy avrebbe potuto portare il punteggio sul tre a tre. La fase difensiva è in sé troppo leggera, nessuno dei centrocampisti contrasta la discesa avversaria e la difesa di conseguenza si abbassa troppo. Resta però un Godín troppo staccato dal centravanti del Crotone che con un controllo a seguire lo elude facilmente presentandosi davanti a Cragno senza che il Faraone riesca a opporre la minima resistenza.

Matteo Zizola

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