Determinazione, motivazione, competitività. Se la conferenza stampa di presentazione della sfida contro il Cosenza di Claudio Ranieri, l’ultima della stagione regolare per il Cagliari, dovesse essere riassunta, si potrebbe partire da tre parole ripetute più volte davanti ai microfoni. Un linguaggio che racconta il cambio di passo dei rossoblù e dell’avvicinamento della fase decisiva della stagione. Fase in cui la mentalità potrebbe fare la differenza.
Messaggio
Non è la prima volta che Ranieri si concentra di più sulle motivazioni dei propri uomini che sul gioco. Costruendo quasi una ipotetica scala gerarchica, in cui il secondo sembra essere figlio della voglia di vincere, prima che delle seppur fondamentali idee. Il registro e il linguaggio del corpo sono cambiati nel tempo, come se il tecnico volesse mandare un messaggio ulteriore alla squadra anche sul piano pubblico, oltre che all’interno delle mura dello spogliatoio. Il sorriso, prima delle conferenze, non è mai mancato, ma rispetto ai primi mesi il tecnico romano nel rispondere alle domande si lascia meno andare alla battuta, badando più alla concretezza, come chiesto spesso ai suoi uomini in campo.. Il campionato non aspetta, aveva detto il 16 marzo scorso, a due giorni dalla sfida con la Reggina, segnando un prima e un dopo. Perché da lì in poi le motivazioni e la necessità del risultato hanno preso sempre più spazio. Fino ad arrivare all’ultima conferenza stampa della stagione regolare, in cui il tecnico per far capire l’importanza dell’aspetto caratteriale della squadra ha utilizzato la parola “determinazione” otto volte. Non una velina, non una comunicazione subliminale, ma un vero e proprio manifesto politico per rendere chiaro quale elemento sia imprescindibile per conquistare la Serie A. Con dichiarazioni che sembrano guardare anche al futuro più lontano, qualsiasi sia il risultato finale. Perché “anche se non dovessimo andare in Serie A io non voglio aver rimpianti. Per questo voglio vedere i miei giocatori dare il 110% in ogni secondo. Poi dopo accetterò il risultato, ma l’importante sarà averci provato con tutti i sentimenti”. Un programma chiaro per capire anche cosa servirà per continuare a far parte del progetto Cagliari.
Test
Cosenza sarà anche per questo un nuovo ultimo test per i rossoblù. Con le scelte che potrebbero dipendere anche dalla situazione dei diffidati, aprendo così alle chance per chi ha trovato meno minutaggio fino a questo momento, dall’inizio o a gara in corso, per comprendere così chi potrà dare una vera e propria mano nei momenti che conteranno maggiormente. “Una prova generale” l’ha definita Ranieri, con l’ambiente calabrese che si presta a esserlo. Perché il Cagliari ha l’ultima chance per cercare di agguantare il quarto posto che consentirebbe un turno di playoff in meno, mentre dall’altra parte i Lupi della Sila dovranno tentare il tutto e per tutto per evitare i playout. La vittoria è l’unico risultato per entrambe per sperare di raggiungere la meta desiderata (qui il quadro sul Cagliari), in un clima che per gli isolani sarà per questo da dentro o fuori. Conteranno così solo in parte le difficoltà di una squadra che non vince dal primo aprile, e il momento positivo di una formazione isolana che nelle ultime settimane secondo il proprio allenatore ha raggiunto un “grado di maturità maturità e di agonismo che la Serie B richiede”. Proprio come in quei playoff diventati prima obiettivo e poi realtà nel corso del tempo, in cui servirà reattività per prendere confidenza con una tensione diversa rispetto a quella di una fase di campionato differente dal resto da quella vissuta durante l’annata. Un momento in cui tutto si azzera e a farla da padrone, oltre al talento, sarà la determinazione di una squadra che deve dimostrarsi pronta per il traguardo a cui ambisce.
Matteo Cardia