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Walter Mazzarri e il suo vice Bellucci

Cagliari, densità e controllo delle fasce: il 4-3-3 è la criptonite rossoblù

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Non sei tu, sono io. Zeman, Di Francesco e ora gli avversari da una parte, il Cagliari dall’altra. Causa scatenante dei difficili rapporti il 4-3-3, modulo indigesto per i colori rossoblù e che nelle ultime due sconfitte è tornato prepotentemente alla ribalta come possibile causa dei problemi per Walter Mazzarri.

Tridente nemico

Densità in mezzo al campo e controllo delle fasce. In questi due aspetti ci sono tutte le difficoltà del Cagliari uscito sconfitto dalle sfide contro Lazio e Spezia. E, non sembrerebbe essere una coincidenza, una arrivata di fronte al 4-3-3 di Sarri e l’altra alla sua evoluzione chiamata 4-2-3-1 messa in campo da Thiago Motta. I numeri contano fino a un certo punto, gli schemi possono variare a prescindere dalla base di partenza. Eppure, quando il Cagliari affronta avversari che puntano sullo schema zemaniano per eccellenza, ecco che gli uomini di Mazzarri vanno in difficoltà perdendo distanze e controllo della partita. Il 2022 ricco di gioie – esclusa la trasferta di Roma sponda giallorossa – ha lasciato spazio a due passi falsi consecutivi senza appello. Un caso, o forse no, due delle tre partite disputate contro avversari schierati con il 4-3-3. L’altra, quella contro la Fiorentina, vide il Cagliari sfiorare la vittoria per poi raccogliere un solo punto dopo il pareggio firmato dall’ex Sottil. C’è poi quell’indizio del passato remoto, quando i rossoblù allenati da Zeman regalarono una delle poche gioie stagionali proprio a San Siro. Sulla panchina nerazzurra, con il suo 3-5-2 contro il 4-3-3 del boemo, c’era proprio Walter Mazzarri.

Fuori fase

Ciò che ha reso i rossoblù una squadra diversa da quella del 2021 è diventato un limite nelle ultime due settimane. Le marcature a tutto campo, gli uno contro uno continui hanno lasciato campo libero ad avversari che hanno saputo leggere i limiti del Cagliari e affondare sfruttandoli. Una squadra sfilacciata, la cui intensità è diventata sinonimo di corse a vuoto e perdita di lucidità. Le fasce lasciate in mano ai raddoppi degli esterni altrui, il centrocampo in inferiorità numerica e incapace di contrastare le manovre prima della Lazio e poi dello Spezia. Quest’ultimo aspetto ha sacrificato le caratteristiche di Joao Pedro, chiamato a supportare i compagni così da perdere in efficacia in zona gol, ma non solo. Perché il Cagliari ha perso la via della pericolosità offensiva, non guadagnando in solidità davanti a Cragno. La coperta corta come costante delle ultime due gare, il noismo – pensare a se stessi senza guardare l’avversario – che è stato sfruttato da Lazio e Spezia senza nemmeno troppo sforzo.

Dettagli

Non solo una questione individuale, ma anche prettamente tattica e di squadra. Il tridente degli avversari con un centravanti mobile – capace di uscire dalla linea e di attaccare la profondità alternativamente – ha messo in difficoltà la tenuta del trio difensivo rossoblù. Il doppio esterno, terzino più attaccante – ha creato superiorità numerica sulle fasce lasciando in balia degli avversari i quinti del Cagliari. La fisicità dei centrocampisti – e il loro attacco degli spazi – hanno aperto la mediana rossoblù facendo correre a vuoto i vari Deiola, Grassi, Baselli e Marin. Il furore agonistico come risposta contro i biancocelesti, confusione e poco più, mentre contro lo Spezia il tentativo di superare le difficoltà con lanci e attacco delle seconde palle è andato a vuoto. La consapevolezza dei propri compiti ha lasciato spazio a una corsa senza costrutto, il cambio tattico con il passaggio al 4-2-3-1 nel finale del Picco apparso inutile dopo le tante energie spese a rincorrere avversari e pallone.

Mazzarri dovrà trovare nuove armi per poter svoltare nuovamente una situazione che si è fatta problematica. Contro il Milan sarà necessario ritrovare distanze e intelligenza tattica, ma soprattutto capire dove poter colpire i rossoneri e limitare i propri difetti senza lasciare che Pioli vinca la partita a scacchi contro il tecnico rossoblù. Di fronte ci sarà nuovamente un tridente, ancora una volta quello schema che il Cagliari patisce sia quando lo usa sia quando lo subisce. Cercare le contromisure adeguate senza perdere la propria identità sarà fondamentale, al contrario la sfida della Unipol Domus di sabato 19 marzo alle 20 e 45 potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova crisi.

Matteo Zizola

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