La Divina Commedia di Claudio Ranieri, novello Dante Alighieri accompagnato all’inferno da Eusebio Virgilioย Di Francesco, condotto lungo il purgatorio da un pubblico mai domo fino all’arrivo in paradiso dove ad attenderlo verso la salvezza c’รจ Leonardo Beatrice Pavoletti. Cagliari-Frosinone รจ stato un viaggio dalle fiamme fino alla luce, dalle tenebre fino al sole splendente di una rimonta storica che potrebbe simboleggiare la svolta nel campionato degli uomini di Sir Claudio.
Inferno
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura chรฉ la diritta via era smarrita”. Tre gol, ognuno figlio di errori difensivi, ognuno un macigno sull’autostima che era apparsa ritrovata dopo il 2-2 di Salerno. La dirittaย via smarrita, un Cagliari dentro un viaggio tra i gironi dell’inferno e peccati di ogni tipo. L’approccio positivo, i gol mancati, Dossena che sbaglia e Soulรฉ che punisce, Mancosu e i legni e di nuovo l’attaccante argentino del Frosinone a colpire le mancanze rossoblรน. Dagli spogliatoi esce una squadra che prova subito a rilanciarsi, ma le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni che, inevitabilmente, diventano ulteriore dolore sportivo. Il diagonale chirurgico di Brescianini affossa ogni velleitร di risalita lungo il monte del purgatorio. Un Cagliari liveraniano, se cosรฌ si puรฒ dire, che sรฌ comanda, che sรฌ meriterebbe ben altro punteggio rispetto a quello determinato dal campo, ma che diventa vittima delle proprie fragilitร . La banda di Di Francesco, ex con il dente avvelenato, non deve faticare nemmeno piรน di tanto. Fermo in attesa, un gatto pronto ad attaccare la preda al minimo movimento sbagliato che, inevitabilmente, arriva. Ranieri sale anche lui sul banco degli imputati, la partita della svolta che nelle intenzioni sbatte sul muro di scelte poco condivisibili, Jankto a supportare Luvumbo assieme a Mancosu, l’assenza di una punta di ruolo, la spinta in avanti che diventa una coperta cortissima alle spalle della ritrovata verve dalla metร campo in su. Palloni lunghi che non possono essere preda di un Luvumbo stretto nella morsa del duo Romagnoli-Monterisi, Dossena che si dimentica cosa sia essere un difensore marcatore e presta il fianco a un indemoniato Soulรฉ, Prati nel limbo del centrocampo nรฉ filtro nรฉ costruzione, e cosรฌ via. Certo, c’รจ tanta sfortuna, una gara che sembra stregata, ma si sa, la sfortuna viaggia a fianco di chi non รจ audace, inversione del noto proverbio sulla dea bendata.
Paradiso
“Non sien le genti ancor troppo sicure a giudicar, sรญ come quei che stima le biade in campo pria che sien mature”. La speranza รจ l’ultima a morire, lo ha insegnato la storia del Cagliari, squadra capace negli anni di risalite improvvise non appena il baratro era ormai a un centimetro. La caduta a un passo, poi la forza per spingere il cuore oltre l’ostacolo. Una rimonta improvvisa, nel nome soprattutto della freschezza di Gaetano Oristanio da Vallo della Lucania, 21 anni di freschezza, testa alta e tiro a giro a rilanciare compagni e pubblico. Nel nome di cambi che confermano scelte non felici, perchรฉ i rossoblรน una cosa hanno sicuramente insegnato nella prima parte della Serie A 2023-24: solo con intensitร , forza e tenacia si possono raggiungere le vittorie, speculare non รจ atteggiamento adatto perchรฉ tanto, prima o poi, il gol degli avversari arriva. E poi c’รจ lui, l’eroe di Bari quasi disperso che torna, prima la classica zuccata della casa, poi la zampata che ricorda per certi versi quella del San Nicola. Pavoletti da Livorno, l’attaccante che spunta nel momento del bisogno estremo, l’Altafiniย di Ranieri – Sir Claudio dixit – da utilizzare con parsimonia per preservarlo e preservarsi. Il Cagliari trasforma cosรฌ una sconfitta disonorevole prima in un pareggio incredibile, poi nella prima vittoria stagionale spinto da una bolgia infernale dentro il paradiso della rimonta. Un punto sarebbe stato una spinta, ma di certo non abbastanza. L’ennesima occasione persa, l’ennesimo inizio di campionato rimandato a data da destinarsi. La spaccata di Pavoletti ha un’importanza che va oltre i tre punti, che va oltre l’ultimo posto lasciato alla Salernitana, che va oltre una stagione che da oggi dovrร prendere ben altro sapore. I fantasmi della sfortuna e degli errori hanno abbandonato la Unipol Domus, ora perรฒ arriva la parte piรน complicata. Quella di capire dove e come si รจ sbagliato, quella di correggere senza cullarsi sugli allori di una vittoria sรฌ meritata, ma che non puรฒ far dimenticare i primi 70 minuti.
Dubbi e conferme
Tani i corsi e ricorsi pur nell’unicitร di uno 0-3 ribaltato in toto dal minuto 72 in poi, cosa mai successa non solo in Sardegna ma nella storia dell’intera Serie A. Uno su tutti deve essere d’insegnamento, quei tre punti presi con le unghie nel dicembre del 2019 contro la Sampdoria quando dall’1-3 si passรฒ al 4-3 firmato da Cerri a tempo ormai scaduto. Perchรฉ allora fu quella la chiave di volta di una stagione eroica diventata improvvisamente maledetta. La convinzione di non avere problemi, i tre punti che cancellano errori e mancanze che, inevitabilmente, possono tornare se si guarda solo al positivo dimenticando il negativo che lo ha preceduto. Dopo quella rimonta contro i blucerchiati il Cagliari entrรฒ in un vortice senza fine, la partita contro la Lazio come simbolo sbagliato dell’inizio del crollo verticale, perchรฉ i rossoblรน di Maran giร da Lecce prima e Sassuolo poi avevano dato segnali di poca costanza. Ed รจ qui che Ranieri dovrร lavorare, sulla testa dell’entusiasmo che puรฒ trascinare, ma anche nascondere la polvere sotto il tappeto. Viola, Pavoletti, Oristanio hanno insegnato quale sia la strada da seguire, quella del gruppo coeso nel quale chi entra in corsa puรฒ dare un apporto significativo, nel quale non esistono primedonne ma solo onesti mestieranti la cui qualitร principale deve essere la voglia di aiutarsi e di superare, insieme, le difficoltร . Si possono sbagliare scelte, si possono sbagliare giocate, si possono sbagliare partite ma non si puรฒ sbagliare atteggiamento. E, soprattutto, non si deve dimenticare da dove si รจ partiti, da quell’inferno da tenere bene a mente per non perdere il paradiso raggiunto con orgoglio e fatica. Una rosa con problemi sรฌ, ma anche con qualitร , Una rosa finalmente ampia, nella quale Mancosu puรฒ sbagliare un rigore, prendere legni, dimenticare il cinismo, ma che trova in Viola un sostituto piรน che degno, anzi, migliore di chi l’ha preceduto. Con un Pavoletti che in silenzio attende il proprio turno, anche solo per pochi minuti come a Bari o un tempo come contro il Frosinone. Di un Makoumbou sรฌ con fronzoli da togliere, ma con una calma che nel momento della tempesta aiuta gli altri marinai a non perdere la bussola. Con un Dossena croce che diventa delizia, la torre a servire il numero 30 per la zampata decisiva. E con la panchina che incita, esorta, spinge e che ha in Lapadula il suo simbolo. “Malumori in chi gioca meno? Peggio per loro” il messaggio di Ranieri prima della gara contro i ciociari. Messaggio arrivato forte e chiaro, in attesa che anche chi รจ rimasto a guardare – Petagna su tutti – possa dare un segnale e aumentare le frecce all’arco di Sir Claudio.
Matteo Zizola














