Dall’inferno al purgatorio in pochi secondi, il Cagliari tiene viva la speranza salvezza grazie al gol di Altare che ha regalato il pareggio contro la Salernitana. La matematica lascia aperta la lotta, ma guardando alle ultime due giornate da disputare servirà un miracolo ai rossoblù per raggiungere l’obiettivo.
Fiato sospeso
Più il campionato volge al termine e meno contano i pronostici sulla carta. Lo dice la storia, lo dice anche questa stagione. La corsa della Salernitana, la vittoria del Genoa contro la Juventus, quella del Venezia sul Bologna sono solo alcuni esempi di ciò che può accadere nelle ultime giornate. Il Cagliari ha fermato la propria corsa, venendo pian piano risucchiato nella zona rossa fino ad entrarci con entrambi i piedi dopo la vittoria della Salernitana nel recupero con il Venezia dello scorso 5 maggio. Il pareggio dell’Arechi ha lasciato soltanto due elementi positivi. Il primo è che i rossoblù sono ancora vivi, non solo per una mera questione matematica, ma anche per la reazione allo svantaggio e soprattutto al rigore prima assegnato e poi revocato al 92′. Il secondo è l’aver mantenuto in parità gli scontri diretti con la squadra di Nicola, permettendo così di avere la differenza reti – il Cagliari ha un vantaggio di nove lunghezze – come discriminante in caso di arrivo a pari punti. La classifica però vede Joao Pedro e compagni occupare il terzultimo posto con un punto di ritardo dalla Salernitana, uno di vantaggio sul Genoa e una distanza di 4 lunghezze da Sampdoria e Spezia. Resta solo la matematica a tenere vivo il Venezia, che se non rassegnato ha comunque più di un piede in Serie B.
Sovvertire i pronostici
Una costante della stagione del Cagliari è il giudizio che sulla carta la rosa rossoblù non è da zona retrocessione. Una carta che però è stata stracciata più volte e che ha visto la squadra dimostrare di valere più di quanto dicesse la classifica solo nel filotto di inizio 2022. Uno squarcio di sole nella tempesta. Se i pronostici di inizio stagione sono stati ribaltati negativamente, ecco che quelli per le ultime due giornate devono servire da stimolo per provare la resurrezione. Partendo dalla sfida della Unipol Domus di domenica 15 maggio alle 20 e 45 contro l’Inter, sulla carta – sempre quella – proibitiva. Il Cagliari per sperare nella salvezza avrà bisogno di almeno 4 punti, anche se potrebbero comunque non bastare. E così la partita di fronte ai nerazzurri impone un risultato positivo. Solo senza perdere contro l’Inter i rossoblù potranno andare a Venezia e sperare che la vittoria obbligata contro i Lagunari possa regalare la permanenza in Serie A. D’altro canto non si può dare per scontata la doppia vittoria della Salernitana contro l’Empoli in trasferta e contro l’Udinese in casa. Realisticamente le differenti motivazioni danno i favori del pronostico ai campani, ma niente è già scritto.
Occhio alle altre
Una lotta salvezza che, tolto il Venezia appeso a un filo, vede coinvolte cinque squadre in corsa per evitare gli altri due posti che conducono in Serie B. Il Genoa – ultime due a Napoli e in casa contro il Bologna – avrà bisogno di fare sei punti per poter sperare. E, comunque, non è detto che bastino. Da un lato la sfida casalinga contro la squadra di Mihajlovic sembra garantire tre punti al Grifone, mentre quella al Maradona li vedrà di fronte a una squadra che vorrà lasciare un’impronta nell’ultima gara casalinga oltre che mantenere il terzo posto davanti alla Juventus. Nonostante la vittoria nel Derby non si può ritenere tranquilla nemmeno la Sampdoria che troverà prima la Fiorentina in casa – anche se conoscendo i risultati delle concorrenti – e infine l’Inter a San Siro. Allo stesso modo lo Spezia avrà prima l’Udinese al Friuli e poi il Napoli al Picco, non una passeggiata di salute. In questo contesto il Cagliari parte in posizione di svantaggio non solo per la classifica, ma anche per l’eventuale arrivo a pari punti. Tolte Salernitana e Sampdoria, infatti, i rossoblù perdono nel confronto diretto sia con lo Spezia che con il Genoa. In caso di chiusura con tre squadre appaiate, i calcoli potrebbero aiutare il Cagliari soltanto se i blucerchiati dovessero essere parte della bagarre.
Harakiri
La salvezza è dunque una chimera, anche vincere entrambe le sfide contro Inter e Venezia non garantirebbe la permanenza in Serie A. A prescindere dal raggiungimento dell’obiettivo o meno, la stagione dei rossoblù dovrà comunque aprire un processo. D’altronde la classifica parla chiaro e, per quanto si voglia guardare alle varie cause esterne – arbitri, vittorie a sorpresa delle concorrenti, varie ed eventuali – il Cagliari ha raccolto 29 punti in 36 partite. E se la lotta è arrivata a essere incerta fino all’ultimo minuto le colpe sono solo da ricercare guardandosi allo specchio. Il girone di andata da 10 punti, la gestione della rosa e dello spogliatoio, l’esonero frettoloso di Semplici e quello tardivo di Mazzarri, i 4 punti nelle ultime nove giornate che hanno dilapidato un vantaggio enorme sulla Salernitana ormai data erroneamente per spacciata. Gli scontri diretti che vedono i rossoblù sopra nettamente solo con la Sampdoria sono la cartina di tornasole delle proprie colpe. Sarebbero bastati pochi punti in più per essere già salvi, dai gol all’ultimo minuto subiti contro Venezia e Salernitana all’andata a quello contro il Genoa al ritorno, dall’occasione mancata contro il Verona alle sconfitte contro Udinese (2) e Spezia. Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Ciò che è mancato al Cagliari è l’umiltà . Dalla testa della società alla coda dei giocatori, la convinzione che la lotta salvezza non appartenesse ai rossoblù per diritto divino – leggasi qualità dei singoli – è andata avanti per troppo tempo. Una volta arrivata la sveglia, lo stesso tempo si è fatto tiranno e non resta che guardare – e sperare – alle possibili disgrazie altrui. Fermo restando che senza fare il proprio percorso nelle ultime due gare ogni discorso sulle concorrenti diventerebbe inutile.
Matteo Zizola














