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Matteo Prati durante Cagliari-Udinese | Foto Luigi Canu

Cagliari | Dall’esordio alle due panchine: Prati è la soluzione in mezzo?

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Che fine ha fatto Carmen Sandiego? Una domanda che era anche il titolo di una riuscita trasmissione per ragazzi dei primi anni Novanta, protagonista una ladra di monumenti e i concorrenti che dovevano inseguirla in giro per il mondo. Una domanda che, con un destinatario diverso, sembra valida anche nel Cagliari quando si parla di Matteo Prati. Che fine ha fatto il regista ravennate classe 2003, l’acquisto più oneroso del mercato rossoblù dell’estate 2023?

Scalata e discesa
Zero minuti nelle prime tre giornate, poi complici le assenze di Sulemana e Nández ecco arrivare l’esordio da titolare contro l’Udinese alla quarta. “Ha fatto una partita da veterano, mi ha chiesto lui il cambio altrimenti non l’avrei tolto”. Queste le parole di Claudio Ranieri dopo gli ottanta minuti in campo di Prati contro i friulani. Una prestazione positiva, la sensazione che il Cagliari avesse trovato il regista utile per dare verticalità alla manovra. Eppure, nonostante le dichiarazioni, Sir Claudio ha (ri)messo in naftalina l’ex Spal sia a Bergamo sia nell’ultima gara contro il Milan alla Unipol Domus. Preferendo la chiamata alle armi di Nicolas Viola, fino a quel momento mai utilizzato nemmeno in corsa. Una scelta, quella di rinunciare a Prati già dalla gara contro gli uomini di Gasperini, che era stata anticipata prima della sfida: “In campo anche domenica? Aspettiamo, sapete che decido solo prima. Cercherò di mettere i giocatori idonei a quel rullo compressore”. Ossia, centrocampo più di fisico che di cervello e il quasi ventenne romagnolo destinato a far posto. Il risultato è stato un Cagliari in difficoltà nella pulizia della manovra e una squadra apparsa priva della necessaria qualità.

Sostiene Ranieri
Lo scoglio Atalanta ha così lasciato il passo a quello chiamato Milan. Altra sfida probante, altra panchina per Prati. Che non viene nemmeno chiamato a riscaldarsi durante i novanta minuti, nonostante la prova di Makoumbou non fosse delle migliori per usare un eufemismo. Ranieri, dal canto suo, dopo la sconfitta contro i rossoneri ha rispedito al mittente la domanda sull’assenza di un play in campo: “Manca un manovratore? Sì e no, perché oggi abbiamo tenuto bene la palla. Vi siete anche meravigliati che abbiamo giocato da dietro, quindi qualcosa vorrà dire”. Una mezza verità, perché se i dati confermano un Cagliari che ha avuto un indice di pericolosità superiore all’avversario – 61% a 60% – allo stesso tempo sono opposti per quel che riguarda il possesso palla – 67 a 33 in favore del Milan. E guardando alla percentuale di passaggi riusciti sul totale e ai palloni giocati in avanti positivamente – nel primo caso 82% e nel secondo 114 totali – i segnali dicono che ai rossoblù è mancata precisione e costanza nella ricerca della profondità. Dati che comunque non sono dissimili a quelli con Prati in campo contro l’Udinese, un dettaglio che in fin dei conti darebbe ragione a Ranieri.

Bisogno
Il mancato utilizzo di Prati nelle ultime due gare, unito all’unica presenza nelle prime sei giornate, è una scelta che fa rumore. Non solo per le qualità mostrate dal centrocampista ex Spal negli ottanta minuti contro l’Udinese – con conseguente crescita anche di Makoumbou nel ruolo di mezzala e non di play – ma anche per quanto avvenuto in estate. Prati è stato protagonista di una lunga trattativa, un tira e molla tra il club rossoblù e quello estense con sorpasso finale sul Palermo e, soprattutto, un acquisto che ha rappresentato la spesa più alta sul mercato del Cagliari nell’ultima sessione. La discrepanza tra investimento e utilizzo ha aperto così numerose domande, rese ancora più rumorose dalle buone sensazioni – confermate da Ranieri a mezzo stampa – date dal suo esordio in Serie A. Il centrocampo sembra aver bisogno di fosforo e freschezza, l’assenza di qualità nella manovra una costante pur davanti ai miglioramenti visti in alcune parti della sconfitta contro il Milan. Le sfide contro Fiorentina e Roma daranno un’ulteriore risposta al tema Prati, altre due gare dal coefficiente di difficoltà elevato come le due precedenti contro squadre dell’alta classifica. Sir Claudio dovrà quindi decidere se lanciare Prati anche in contesti di sofferenza e di lunghe fasi di non possesso o se, al contrario, aspettare l’arrivo di avversarie simili all’Udinese per rispolverare il classe 2003 di Ravenna. Toccherà anche al nazionale Under 21 mettere in difficoltà il suo allenatore e dimostrare di poter essere importante anche in gare complesse e fare l’atteso salto di qualità. Perché la fretta è sì cattiva consigliera, ma il Cagliari ha bisogno estremo di cervello in mezzo al campo a prescindere da esperienza ed età anagrafica.

Matteo Zizola

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