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Cagliari: dalle nuove gerarchie ai cambi, la salvezza dipende dal gruppo

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Un vecchio adagio del calcio dice che squadra che vince non si cambia. Walter Mazzarri ha deciso di seguire questo detto per il suo Cagliari. E così, anche contro la Lazio, il tecnico rossoblù ha di fatto annunciato la conferma dell’undici titolare della vittoria di Torino.

Nuovi titolarissimi
“Quando una squadra dimostra di meritare la riconferma io credo che anche gli esclusi capiscano che devono mordere il freno”, queste le parole di Mazzarri nella conferenza stampa della vigilia. La Lazio alle porte, il momento positivo da portare avanti, giocatori che sul campo hanno dimostrato di essersi guadagnati la presenza nell’undici iniziale. Una nuova versione dei titolarissimi, concetto che rese famoso il tecnico toscano quando sedeva sulla panchina del Napoli. Carboni pronto al rientro? Nández che martedì 8 marzo dovrebbe riunirsi al gruppo? Keita che ritrova il rossoblù dopo la Coppa d’Africa? La parola chiave per chi ha perso il posto è pazienza. Provare a incidere quando chiamati in causa, ribaltare le gerarchie, guadagnarsi tra allenamenti e partite la maglia da titolare.

Tra il dire e il fare
L’occasione è rappresentata dalle cinque sostituzioni. “Ormai le gare si giocano con 15 titolari”, ha detto Mazzarri, “i cambi fanno la differenza”. I quindici titolari citati da Mazzarri potrebbero essere la chiave per tenere tutto il gruppo sulla corda. Il condizionale è d’obbligo, perché Walter Mazzarri è tra gli allenatori che in questo campionato ha effettuato meno sostituzioni. Novantuno nelle 24 gare che lo hanno visto seduto sulla panchina rossoblù, una media di 3,79 a partita. Solo Gabriele Cioffi (3,33) Thiago Motta (3,55) e Josè Mourinho (3,67) hanno utilizzato in media meno cambi di Mazzarri tra i tecnici in carica. Un aspetto che si scontra con il concetto dei titolari che vanno oltre gli 11 che scendono in campo, da un lato condizionato dalle assenze di gennaio, ma con il trend confermato anche quando a febbraio la rosa è tornata ampia. Due cambi con la Sampdoria e con il Torino, tre con il Bologna (con Pereiro decisivo per la vittoria), sempre tre con la Roma, quattro con Fiorentina, Atalanta e Napoli e solo a Empoli l’utilizzo di tutte le sostituzioni. Non a caso l’unica partita, assieme alla sconfitta dell’Olimpico, con i rossoblù in svantaggio nell’ultima mezz’ora, con il minuto 60 che spesso diventa quello delle sostituzioni per provare a cambiare il corso degli eventi.

Forze fresche
l Cagliari ha anche dimostrato una certa difficoltà nella gestione fisica e mentale dei minuti finali delle gare. Le rimonte subite contro Fiorentina e Napoli sono lì a ricordarlo, mentre fanno da contraltare le prestazioni dell’ultimo quarto d’ora contro  l’Atalanta e soprattutto l’Empoli e il Bologna. Non a caso gare nelle quali chi è entrato ha dato una mano importante per portare a casa un risultato positivo. A Bergamo Kourfalidis mise in campo freschezza andando anche vicino al gol, contro il Bologna fu Pereiro a spaccare la partita, a Empoli il gol del pareggio e quello sfiorato della possibile vittoria portarono la firma di Pavoletti, entrato assieme a Keita per l’assalto finale.

Difficile se non impossibile contestare a Mazzarri la scelta di proseguire sugli undici titolari attuali. L’affidabilità dimostrata sul campo deve essere premiata anche nelle decisioni alla voce gerarchie. Resta però il nodo dei pochi cambi nonostante le parole sui 15 titolari. Keita e gli altri che al momento spingono per avere la loro occasione sperano che già contro la Lazio la tendenza possa essere invertita.

Matteo Zizola

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