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Cagliari, dalle attese alla panchina: Prati attende una nuova occasione da Nicola

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Che fine ha fatto Matteo Prati? Una domanda nell’aria ormai da più di un mese, ossia dall’ultima volta che il classe 2003 ravennate è sceso in campo con la maglia del Cagliari. Era il 29 ottobre, la partita quella dei rossoblù alla Unipol Domus contro il Bologna, 59 minuti da titolare prima di essere rimpiazzato in mezzo al campo da Adopo con il punteggio di 2-0 in favore degli ospiti. Da quel momento per Prati sono arrivate quattro panchine consecutive, restando così fermo alle cinque presenze in campionato delle quali quattro dal primo minuto più l’ingresso nel finale della sfida contro l’Udinese al Friuli.

Cambio
“Makoumbou e Marin sono due ragazzi molto capaci, adesso è il loro momento e devono imparare a incidere ogni qual volta vengono chiamati in causa. Ci piacerebbe sfruttare anche Prati, ma adesso è il loro momento”. Parole di Davide Nicola alla vigilia dell’ultima gara contro il Verona, con l’allenatore rossoblù che non ha nascosto il desiderio di puntare nuovamente sull’ex Spal, sottolineando però come la concorrenza e le prestazioni dei compagni di reparto non stiano remando a favore del centrocampista romagnolo. Dal quale in questa stagione ci si aspettava il salto di qualità dopo il primo campionato di Serie A disputato l’anno scorso sotto la guida di Claudio Ranieri, un primo passo che sarebbe dovuto essere l’anticamera per la crescita nel 2024-25. Le prime giornate avevano dato indicazioni in tal senso, con Prati sempre titolare contro Roma, Como e Lecce, per poi finire ai box per via del duro intervento di Dorgu sul finire della prima frazione contro i salentini. Fuori per l’infortunio alla caviglia patito a Lecce, il quasi ventunenne ha così saltato prima la sfida contro il Napoli poi quella contro l’Empoli, per tornare tra i convocati contro il Parma pur senza scendere in campo. Altra panchina contro la Juventus e zero minuti, quindi la sosta di ottobre per le nazionali quando Prati ha prima guardato gli azzurrini dalla tribuna contro i pari età norvegesi per poi prendere posto in mezzo al campo da titolare e per tutti i novanta minuti nel pareggio 1-1 contro l’Irlanda. A quel punto ci si aspettava un rientro nelle rotazioni anche in rossoblù, ma prima contro il Torino – zero minuti – poi contro l’Udinese – un minuto più recupero – il classe 2003 è di fatto rimasto fuori. L’occasione è arrivata nella gara successiva contro il Bologna, ma con il nuovo 4-2-3-1 di Nicola la sua prestazione ha evidenziato le difficoltà del regista ex Spal in un centrocampo a due. E proprio il cambio modulo dell’allenatore piemontese può essere la chiave della discesa di Prati nelle gerarchie, assieme alla crescita di Adopo e a un Makoumbou che ha recuperato posizioni fino a diventare praticamente imprescindibile. Perché il numero 16 del Cagliari ha dimostrato di rendere al meglio da play basso in una mediana a tre, mentre in coppia con uno dei compagni già nella passata stagione ha mostrato di non trovarsi a proprio agio.

Attesa
Dopo la prima volta contro l’Irlanda, quando dopo l’uscita di Gnonto ne ha rilevato i gradi di capitano, Prati ha indossato la fascia fin dal primo minuto nella gara dell’Under 21 contro l’Ucraina lo scorso 19 novembre. Perno degli azzurrini di Carmine Nunziata, il regista ravennate vive così un paradosso: colonna in nazionale, riserva senza minuti nel Cagliari. Un paradosso che però non ha motivi che non siano quelli della forte concorrenza. I rossoblù di Nicola, infatti, non mancano di abbondanza in mezzo al campo. Come nel gioco delle sedie musicali, quando la canzone si ferma inevitabilmente a rimanere senza posto per accomodarsi in campo resta sempre Prati. “Noi a centrocampo al momento abbiamo degli happy problems, abbiamo cinque giocatori sui quali diventa difficile poter esprimere critiche. Nelle ultime partite, se andate a vedere tra i sedici potenziali per ogni gara, i centrocampisti sono sempre dentro. Io vorrei metterli tutti insieme, ma posso metterne solo quattro”: così sempre Nicola prima della trasferta contro il Genoa, parole confermate dai fatti con l’utilizzo spesso e volentieri – tra titolari e subentranti – di Marin, Adopo, Makoumbou e Deiola. Non di Prati, che attende una nuova occasione che probabilmente arriverà non a Firenze o contro l’Atalanta e nelle prossime due gare di campionato, ma a Torino contro la Juventus in Coppa Italia. Sempre che l’allenatore rossoblù non decida di sorprendere rilanciandolo in Serie A, magari in corsa. Con Prati che spera di seguire l’esempio di Felici, rimasto spesso e volentieri ai margini salvo poi utilizzare l’ultima mezzora contro il Verona per far saltare il banco e dare a Nicola una nuova soluzione per l’immediato futuro. Una doppia responsabilità per il classe 2003, tra la voglia di riprendere spazio nel Cagliari e quell’etichetta di scelta del presidente Tommaso Giulini a pesare sul suo percorso. Perché proprio il patron rossoblù ha spinto per portarlo in Sardegna, superando il Palermo nella corsa per strapparlo alla Spal a suon di milioni, un investimento da 7 milioni di euro tra costo fisso e bonus che ha rappresentato l’acquisto più oneroso delle ultime due estati di mercato in casa Cagliari. Ma, come ha insegnato Nicola in questi mesi, nulla è perduto per nessuno (o quasi) dei giocatori della rosa. Basta un attimo, basta qualche minuto per ritrovarsi e ritrovare spazio. Per, insomma, riportare al livello atteso le aspettative su di lui, ricacciando i rumors di mercato che lo vedono come possibile partente a gennaio o a giugno, tra una Lazio che lo ha messo tra i papabili e un Torino che guarda a Prati come sostituto di Ricci in caso di addio. Prima, però, c’è da riconquistare quel rossoblù perso proprio quando era atteso il salto definitivo.

Matteo Zizola

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