Il treno che per il Cagliari ha come meta finale la Serie A non può prescindere dalla sosta forzata in diverse stazioni. Che possono essere le nove che mancano per raggiungere il traguardo di fine campionato e cogliere un utopico secondo posto, oppure le ulteriori fermate chiamate playoff. Se per Jack Sparrow del Pirata dei Caraibi ciò che conta non è la destinazione, ma il viaggio, per Claudio Ranieri e la sua squadra l’uno non può prescindere dall’altro.
Próxima estación: Esperanza.
Cancellare il tabù trasferta, con la vittoria che manca ormai da settembre dalla gara contro il Benevento. Non solo, ma dare continuità al secondo tempo dell’ultima partita di campionato contro l’Ascoli, sia per sfruttare l’inerzia positiva sia per far sì che i quattro gol della ripresa non rappresentino il classico fuoco di paglia. La prima stazione del Cagliari verso il sogno chiamato Serie A mostra il cartello Reggio Calabria. La speranza quella di invertire finalmente il trend lontano dalla Unipol Domus, dove sia con Ranieri che con Liverani si è raccolto molto meno di quanto atteso. Undici punti in quattordici partite, frutto di una sola vittoria e otto pareggi, undici gol fatti e quindici subiti. Ma se da una parte il problema trasferta è noto e consolidato, dall’altra la Reggina rappresenta il primo passaggio obbligato di una serie di scontri diretti che diranno a Lapadula e compagni ciò che sono e, soprattutto, ciò che saranno. Con un ulteriore tabù, quello di un Cagliari che sì ha perso soltanto con il Bari contro le squadre della zona playoff e promozione, ma che contro le stesse avversarie dirette non ha mai raccolto la vittoria.
Pokerissimo
Nel girone d’andata i rossoblù guidati in quel frangente da Liverani ottennero cinque punti nelle gare tra la Reggina e il Parma. Una serie di cinque partite con cinque pareggi consecutivi: oltre quelli casalinghi di fronte a calabresi ed emiliani, anche i due in trasferta contro Sudtirol e Frosinone e quello centrale sempre alla Unipol Domus contro il Pisa. Dopo la fermata del Granillo, altra occasione per tracciare un solco con i risultati del passato, i rossoblù riceveranno il Sudtirol dell’ex Pierpaolo Bisoli. Una partita che all’andata fu il classico riassunto della gestione precedente. Sofferenza, risalita, ingenuità a regalare punti per strada. Uno scontro diretto dal classico valore doppio, sei punti virtuali come quelli reali che separano il Cagliari dagli altoatesini. Il viaggio rossoblù con destinazione paradiso – almeno sperata – passerà poi da Pisa, altro crocevia fondamentale che non ammette errori di sorta. Quello di Altare nella gara di andata fu la cartina di tornasole di una squadra incapace di reagire e vittima del proprio gioco. Con il fiato sospeso fino al 22 aprile, perché dopo i toscani sarà la volta del Frosinone che farà visita nel capoluogo isolano e infine della trasferta di Parma, quando a quel punto la classifica avrà detto tanto delle possibilità del Cagliari. Poi un rush finale più in discesa, almeno sulla carta, sempre che il pokerissimo di sfide da playoff regali vittorie a partire dalla sfida contro gli uomini di Filippo Inzaghi.
Tutto però sarà da prendere fermata dopo fermata, passo dopo passo. Il primo sempre più importante del successivo, e così via. La Reggina darà le risposte che serviranno a Ranieri e all’ambiente per capire se effettivamente il Cagliari può ritenere di aver trovato i giusti binari o se, al contrario, un nuovo deragliamento costringerà tecnico e giocatori a cercare nuovamente di rimettersi in carreggiata. Perché il bicchiere mezzo pieno dei pareggi ha un suo senso se e solo se ogni tanto è riempito da qualche vittoria e la trasferta del Granillo, in questo senso, non può che essere un nuovo decisivo o dentro o fuori della stagione rossoblù. Prima del prossimo, e del prossimo ancora.
Matteo Zizola