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Cagliari, dalla reazione alla continuità: l’ultima sfida di Ranieri

Claudio Ranieri durante Cagliari-Ascoli | Foto Luigi Canu
Claudio Ranieri durante Cagliari-Ascoli | Foto Luigi Canu
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Non c’è due senza tre non è solo una speranza. È la necessità di cogliere l’occasione, di continuare il cammino sulla strada tracciata, di inseguire l’obiettivo senza fermarsi. E di superare una storia fatta di passi indietro nel tunnel proprio quando il tunnel sembrava superato. Dopo due vittorie consecutive il Cagliari cercherà la terza sabato 1 aprile contro il Sudtirol, così da cancellare un altro tabù dopo quello sfatato a Reggio Calabria, con i tre punti in trasferta arrivati a distanza di oltre sei mesi dalla volta precedente a Benevento.

Caccia alla prima

L’ultima volta che i rossoblù hanno raccolto tre vittorie consecutive in Serie B risale alle ultime tre gare del torneo 2014-15, quando gli uomini di Rastelli conquistarono il primo posto in volata davanti al Crotone. Un obiettivo che in questo campionato non è mai stato raggiunto, anzi, mancato proprio quando il salto di qualità sembrava dietro l’angolo. La prima volta dopo le due vittorie di fila contro Modena e Benevento a settembre, illusione prima del crollo con le due sconfitte casalinghe con Bari e Venezia. La seconda a cavallo tra 2022 e 2023, Liverani esonerato e le vittorie contro il Cosenza con Pisacane in panchina e contro il Como – la prima di Ranieri – alle quali fece seguito il pareggio del Tombolato contro il Cittadella. Una costante del Cagliari delle ultime stagioni quella di perdersi proprio nel momento in cui il peggio sembrava essere passato, per questo la sfida contro il Sudtirol non è solo uno scontro diretto ennesimo crocevia della stagione, non è solo l’opportunità di dimezzare il distacco dalla squadra dell’ex Bisoli, ma è soprattutto l’occasione di dare un segnale forte anche a se stessi. Continuità, questa la parola chiave, che deve andare oltre il “se non si può vincere meglio non perdere” di Ranieri, i tre punti passaggio fondamentale per mantenere l’entusiasmo confermato anche da una Unipol Domus sold out per il match contro i biancorossi di Bisoli.

Speranza interrotte

Il passato insegna che per il Cagliari gli alti e bassi sono stati una costante. I primi spesso troppo brevi per dare una spinta decisiva, i secondi senza soluzione di continuità per crisi apparse più volte senza fine. La passata stagione l’esempio principe, quando i rossoblù di Mazzarri sembravano aver preso la via della salvezza prima di crollare nuovamente. Le due vittorie consecutive contro Sampdoria e Bologna per poi uscire da Roma con una sconfitta onorevole contro i giallorossi, antipasto del filotto positivo partito dal pareggio contro la Fiorentina e i tre punti di Bergamo, proseguito con i pareggi contro Empoli e Napoli e chiuso con la vittoria contro il Torino in trasferta. Poi, come da copione, è mancato il cent per arrivare all’euro e da lì in poi cinque sconfitte consecutive, l’illusione dei tre punti contro il Sassuolo e la doppia debacle contro Genoa e Verona, l’esonero di Mazzarri e la retrocessione di Venezia a chiudere il tutto. La stagione precedente stesso copione, con Di Francesco in panchina il peggio sembra essere passato con le due vittorie consecutive contro Torino e Crotone, salvo poi perdere a Bologna dopo essere passati per due volte in vantaggio, fino alla crisi con conseguente addio del tecnico abruzzese e all’arrivo di Semplici. Pronti via e due vittorie di seguito – Crotone e Bologna – la nuova crisi a seguire e finalmente tre punti arrivati in tre partite consecutive – Parma, Udinese e Roma – simbolo della continuità che aiuta a svoltare. E quanto sia importante mettere in fila tre indizi per fare una prova è la prima parte della stagione 2019-2020, quella del Cagliari che sente il profumo d’Europa e unica nel recente passato con tre vittorie di fila ottenute in ben due diversi momenti. Parma, Genoa e Napoli – due in trasferta – tra terza e quinta giornata e Bologna, Atalanta e Fiorentina tra la decima e la dodicesima, apice di un’illusione terminata nel famoso recupero di Lecce quando i due gol dei salentini tolsero il possibile poker dalle mani di Maran.

Undici anni

Nelle due stagioni precedenti, la prima di Maran e quella iniziata con Rastelli e finita con Lopez, i rossoblù non riuscirono mai a raggiungere la vittoria per tre gare consecutive. Nemmeno andandoci vicini nel 2018-19 con l’ex Chievo in panchina – solo in un’occasione capace di vincere due partite di fila per poi perdere la terza contro la Juventus in casa – così come nel 2017-18 Rastelli venne bloccato dalla sconfitta interna contro il Sassuolo dopo i sei punti nelle due sfide contro Crotone e Spal, mentre il suo successore Lopez non riuscì mai a raccogliere due vittorie di seguito. L’anno del ritorno in Serie A, ancora con Rastelli al timone, i rossoblù vinsero tre gare di fila soltanto una volta – Sampdoria, Crotone e Inter a San Siro – e, curiosità, fu anche l’unica volta che ebbero l’occasione di farlo non avendo mai vinto nel resto del campionato due partite consecutive. Simbolo di un’annata che resta l’esempio principe degli alti e bassi del Cagliari nella sua storia recente, del non essere in grado di fare il salto di qualità proprio quando sembra alla portata. E che, nonostante ciò, riuscì a registrare il miglior risultato nella gestione Giulini in termini di punti e di posizione in classifica nella massima serie. Contro il Sudtirol, dunque, quella di Ranieri non è solo una sfida per un futuro migliore, ma anche per dimostrare che si può cambiare il passato. Vincere aiuta a vincere, si dice, ma nel caso dei rossoblù spesso è stato solo un momento illusorio senza il seguito atteso. Per dare un segnale al campionato e soprattutto a se stessi, però, è arrivato il tempo del non c’è due senza tre. Dimenticando ciò che è stato, senza passi indietro e, perché no, puntando poi alla quarta meraviglia, le quattro vittorie consecutive che mancano ormai dall’ottobre 2012, quando con Ivo Pulga appena arrivato al posto di Ficcadenti il Cagliari sconfisse in serie Torino, Bologna, Sampdoria e Siena.

Matteo Zizola

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