Grazie alla decina scarsa di minuti giocati nel 2-1 contro il Parma Razvan Marin ha potuto festeggiare il traguardo delle 100 presenze con la maglia del Cagliari, diventate 101 a Bergamo. Certamente un risultato prestigioso per la mezzala di Bucarest, tornata in rossoblù dopo le due stagioni in prestito a Empoli, dove nella scorsa stagione ha conosciuto Davide Nicola, allora tecnico dei toscani, con cui ha potuto festeggiare un’insperata salvezza all’ultimo respiro nel match finale contro la Roma di De Rossi (2-1).
Cambio in corsa
Nei giorni in cui il tecnico di Vigone veniva scelto dal Cagliari come successore di Claudio Ranieri, Marin stava trascinando la sua Romania in una soddisfacente campagna a Euro 2024: 2 gol segnati nelle 4 partite giocate, prima dell’eliminazione per mano dell’Olanda. Per la gioia del club rossoblù che, dopo il mancato riscatto da parte dell’Empoli, si è ritrovato un calciatore di caratura internazionale in grado sia di valorizzare a livello tecnico la rosa di Nicola o, in caso di cessione, di portare soldi freschi per le casse cagliaritane. Alla fine l’ex Ajax è rimasto in Sardegna e l’inizio stagione da titolare da mezzala nel 3-5-2 sembrava far presupporre un campionato da protagonista per lui, capace di segnare ben 6 gol con la sua nazionale in altrettante partite di Nations League. Invece, il cambio di modulo deciso dal tecnico rossoblù, con il passaggio al centrocampo a 2 e non più a 3 – dovuto anche all’infortunio patito da Matteo Prati a Lecce – è coinciso anche con il cambio di status per il rumeno, estromesso dall’undici tipo a favore dei muscoli e della corsa di Makoumbou e Adopo, per costruire una nuova diga in mediana. Una scelta che paradossalmente ha favorito il rendimento di Marin, autore di due gol da subentrato contro Parma e Juventus, ovvero le due gare che hanno dato la prima scossa al campionato del Cagliari: meglio da arma in corso che da titolare, deve aver pensato Nicola. Che ha riproposto dall’inizio il numero 18 rossoblù nelle sconfitte contro Udinese e Bologna, in due passaggi a vuoto sia a livello di prestazione che di risultato. Con una sensazione che via via si è trasformata sempre più in consapevolezza: perché schierare Marin nei due di centrocampo invece che più avanti? Perché non provarlo da trequartista, ci si è chiesti più volte anche su queste pagine? Probabilmente ha prevalso la necessità di non sovvertire gli equilibri interni allo spogliatoio, dato che in quella posizione ci sono già due interpreti di peso come Viola e Gaetano. Ovvero uno dei senatori e l’acquisto più atteso del mercato estivo, ancora alla ricerca della consacrazione in stagione.
Titolare a metà
E dunque Marin si è dovuto accontentare dello spazio a intermittenza trovato a centrocampo. Ma in quale posizione vorrebbe giocare l’ex Empoli? Una domanda che fin qui non ha avuto una risposta definitiva, con lo stesso Raz che nel dopopartita di Genova contro il Grifone, match in cui è arrivato il terzo gol in campionato (il secondo su rigore), ci rispose in sala stampa: “Ruolo? Io sono a disposizione, poi decide il mister. Ho giocato spesso più avanzato o come mezzala, nel 4-2-3-1 mi trovo bene nei due o anche come trequartista, ma ripeto che decide il mister”. L’importante è giocare, insomma: in effetti Marin fin qui ha preso parte a 23 delle 25 partite disputate dal Cagliari, giocando 1.074 minuti sui 2.250 totali, partendo 11 volte dall’inizio e 12 dalla panchina, portando 3 gol e 2 assist (entrambi contro il Lecce) alla causa rossoblù. Nicola lo conosce e si fida di lui, ma il campo fin qui ha detto che il 28enne è spesso andato in difficoltà quando è stato schierato tra i due mediani, essendo costretto a svolgere compiti che non valorizzano pienamente nelle sue caratteristiche non proprio da mediano. Specialmente se partendo dall’inizio, come a Torino contro i granata di Vanoli: quella dell’Olimpico è stata l’ultima gara da titolare per Marin, l’unica nelle ultime dieci giornate. Contro Parma (11′) e Atalanta (15′) per lui soli 26 minuti in totale, un minutaggio decisamente inferiore alle attese. Eppure il suo sangue freddo è servito tanto al Cagliari: contro la Juventus all’andata era stato decisivo nella trasformazione del rigore dell’1-1 a pochi minuti dal novantesimo, sotto le bordate di fischi dei tifosi bianconeri. “Sono contento per il punto che abbiamo preso in casa della Juventus e oggi hanno anche subito. Il gol dal dischetto? C’erano tante emozioni perché il pubblico mi fischiava ma sono rimasto concentrato e ho segnato”, disse a fine partita. Situazione simile a quella vissuta qualche settimana più tardi a Genova, poi tante prestazioni non proprio indimenticabili. Nel 4-1 contro il Lecce sono arrivati due assist fondamentali per la riscossa rossoblù, ancora una volta da subentrato. A Bergamo Nicola ha optato per il centrocampo a tre, ma per Marin c’è stato spazio solo nel finale: meglio i muscoli e la corsa di Deiola, anche se il rumeno ha giocato con la giusta foga i pochi minuti concessi, riuscendo anche a recuperare 2 palloni, esattamente come contro il Parma. Insomma, pochi minuti ma tanta sostanza per l’ex Empoli che vuole provare a convincere Nicola a cambiare idea sul suo conto. E chissà che non arrivi un assist dal calendario, dato che domenica 23 a Cagliari arriva la Juventus che riporta alla mente il gol dello scorso settembre, ma contro cui Marin non ha mai vinto nelle 8 gare disputate finora.
Sponsor
Una delle caratteristiche che ha fatto di Marin un centrocampista caro ai suoi tecnici è senza dubbio la duttilità tattica. Ma a Cagliari nell’ultimo periodo questa caratteristica si è trasferita anche in un aspetto extra-campo: l’ultimo giorno del mercato invernale ha portato a Cagliari l’amico e connazionale Florinel Coman, cui Marin sta facendo da cicerone e traduttore, come nel post-partita con il Parma dopo l’eurogol del nuovo numero 9 rossoblù. “Mi sono limitato a dire a lui ciò che penso del calcio italiano e del Cagliari”, ha detto Raz ai microfoni di Dazn stuzzicato dal nostro Roberto Pinna. “Sono contento che abbia deciso di venire qua perché conosco le sue qualità e le sue potenzialità. Sono felice del suo gol oggi e deve continuare così per rimanere nel calcio che conta”. Un endorsement importante per il compagno, pronunciato con la personalità di capitano della Romania. Tra poco più di un mese torneranno le nazionali e Marin è pronto a riprendersi quel ruolo da leader che a Cagliari non è ancora riuscito a conquistarsi. Prima però c’è da provare a far cambiare idea a Nicola, ritagliandosi il giusto spazio nell’ultimo terzo di campionato e centrare quanto prima la salvezza: per pensare al futuro ci sarà tempo.
Francesco Aresu














