Lo abbiamo detto fin dal pomeriggio di ieri, sabato 30 aprile. Questo è un weekend lungo in casa Cagliari e non c’entra l’aria data dalla consueta combinazione propria dal primo maggio cagliaritano che vede convivere la festa dei lavoratori e Sant’Efisio. Sono ore di riflessione per il destino sulla panchina rossoblù di Walter Mazzarri, in passato mai tanto in bilico come in questo fine settimana. Al termine del match perso contro l’Hellas Verona, che ha certificato la settima sconfitta nelle ultime otto gare per Joao Pedro e compagni, il presidente del Cagliari Tommaso Giulini ha lasciato lo stadio al volante del suo fuoristrada, con al suo fianco Stefano Capozucca: entrambi con gli occhiali da sole a provare a celare lo sguardo, ma con una mimica facciale che tradiva una più che comprensibile delusione. Dubbi e pensieri, riflessioni e valutazioni che si sono susseguite e che continuano: cosa fare con Mazzarri? “Io parlo con la squadra, se il presidente vuole mi chiamerà: sono un dipendente. La mia esigenza è sentire la squadra. Poi con il presidente sarò sempre a disposizione”, ha detto il tecnico di San Vincenzo in sala stampa al termine della partita.
Ritorni difficili
Effettivamente la risposta data da Mazzarri sul fatto di essere un dipendente è centrale nel ragionamento sul suo futuro. Perché il tecnico è legato al Cagliari da un contratto “blindato” che potrà essere esteso sino al giugno del 2024, ricco di clausole che potrebbero complicare e non poco la scelta di un eventuale esonero. Si parla di rinnovi automatici al verificarsi di determinate condizioni, con conseguente aumento dell’ingaggio di tecnico e staff che equivarrebbe a un vero bagno di sangue per le casse del club. Anche per questo motivo la società rossoblù non ha agito subito a stretto giro di posta dopo il 90′ di Cagliari-Verona. Prendere tempo, valutare le varie ipotesi e scegliere la migliore. Non sono tanti i nomi papabili, ma il ritorno di Leonardo Semplici o Walter Zenga, al momento, per motivi vari sembra da escludere. Nonostante qualche voce uscita nelle ultime ore, all’ex portiere dell’Inter e della Nazionale italiana non sarebbero ancora arrivate proposte concrete: è noto il suo amore per la piazza cagliaritana, così come la voglia di rivincita dopo il mancato rinnovo dell’accordo dopo i mesi trascorsi nell’Isola nel 2020. Zenga tornerebbe dunque più che volentieri a Cagliari, ma non sembra questo il momento giusto. Anche l’idea di un Semplici-bis è da scartare a priori, per diversi motivi. Innanzitutto le due parti non si sono lasciate bene al momento dell’esonero dello scorso autunno: è sì vero che il tecnico fiorentino è sotto contratto con il club rossoblù, ma lo è altrettanto il fatto che lo stesso rapporto scada il prossimo 30 giugno, aspetto da non sottovalutare. Anzi, negli scorsi mesi sarebbero arrivate anche delle proposte di risoluzione anticipata rimandate al mittente dall’entourage dell’ex Spal. Nessuna intenzione di usare le maniere forti da parte del club di via Mameli, dunque: la soluzione va cercata altrove. Ma dove? Semplice, la risposta più immediata Giulini ce l’ha in casa, si chiama Alessandro Agostini.
La via dei senatori
È il tecnico della Primavera che ha appena festeggiato la qualificazione aritmetica ai playoff del proprio campionato il nome forte per rilevare il suo corregionale sulla panchina della Prima squadra in caso di esonero. Dare il Cagliari a chi lo ha amato e continua a farlo: potrebbe essere questo lo slogan alla base della scelta della società, con il tentativo di affidarsi al trio di bandiere Agostini-Conti-Cossu per risvegliare un gruppo in difficoltà. I tre ne hanno vissute tante, sia da calciatori che nel post carriera agonistica, ognuno con le proprie competenze, ma certamente ben conoscono il peso della maglia rossoblù e fungerebbero da modello per chi scenderà in campo nel trittico finale di gare. La via dei senatori, per così dire, significherebbe puntare a cercare una soluzione a questa crisi più dal punto di vista psicologico ed emozionale che meramente tecnico, per quanto il 4-3-3 di Agostini sarebbe una sfida intrigante (ma probabilmente impossibile da attuare nel breve) per una squadra da un anno impostata sul 3-5-2. È facile pensare a una gestione tattica in linea con quanto visto in tutta la stagione, ma con meno parossismi ed eccessi per cercare di ridare serenità a un gruppo apparso giù di corda come negli ultimi mesi del 2021.
Domani, lunedì 2 maggio, dovrebbe essere prevista la ripresa dei lavori in vista della sfida contro la Salernitana di Davide Nicola, al centro delle attenzioni mediatiche nel recente passato sia per il buon rendimento sul campo che per il recupero della sfida con il Venezia, in programma il prossimo 5 maggio. “Salerno caput mundi”, verrebbe da dire: tutto passa dallo scontro diretto dell’Arechi, che si preannuncia caldissimo e non solo per la temperatura.
Francesco Aresu














