La stagione regolare è terminata, dopo aver emesso gli ultimi verdetti: restano da disputare le gare di playoff per guadagnare la Serie A, con solamente una squadra su sei contendenti che il prossimo 11 giugno festeggerà l’impresa. Tra loro c’è anche il Cagliari che, a differenza delle rivali, ha un’arma letale in attacco, che nessun’altra squadra può vantare: il Pablito, capocannoniere della Serie B, Gianluca Lapadula, vero trascinatore dei rossoblù. In totale 21 gol, eguagliando i gol in stagione segnati da Gigi Riva nel 1969-70 e nel 1971-72 (ma in campionati da 30 partite) e secondo soltanto al record di David Suazo, con 22 reti in Serie A nella stagione 2005-06.
Dalle stalle alle stelle
E dire che l’inizio di stagione dell’italo-peruviano non è stata delle migliori. Chiamato in rossoblù da Fabio Liverani, che lo aveva avuto alle sue dipendenze a Lecce, Lapadula è stato designato per ricostruire l’attacco del Cagliari nella difficile stagione post retrocessione. Lui, Brunori, Puscas: erano questi i tre nomi sul taccuino dell’allora direttore sportivo Capozucca per sostituire Joao Pedro, sacrificato sull’altare del bilancio. Sull’ex Benevento c’erano tante pressioni, ma il 4-3-3 scelto da Liverani che lo vedeva giostrare da unica punta non è riuscito mai a valorizzarlo. Anzi, in tanti avevano iniziato a manifestare più di qualche dubbio sull’effettiva utilità del suo acquisto. Poi, a fine dicembre, quel benedetto cambio in panchina: a Cagliari torna Ranieri, che fin dalla prima conferenza stampa ha confermato la volontà di puntare sul doppio centravanti. Una scelta a posteriori rivelatasi vincente, dato che Lapadula da quel momento ha segnato più del triplo delle reti rispetto al periodo in cui era allenato da Liverani (da 6 a 21 gol), rispondendo alle critiche a suon di prestazioni di livello e finalizzazioni. Mai una parola fuori posto, il Bambino è stato in grado di sollevare il capo e rivolgere il suo sguardo solo in una direzione, verso la porta, dimostrando di essere un bomber di razza.
Temperamento e gol
Al di là dei gol, Lapadula rappresenta certamente un punto di riferimento per l’intera squadra. Con 21 reti e 5 assist ha inciso su più della metà del dato globale del Cagliari (50 gol messi a segno), con un conseguente contributo fondamentale sui 60 punti in classifica. Il numero 9 rossoblù si è dimostrato un autentico leader: attento quasi maniacalmente ai dettagli in campo e fuori, ha sempre spinto il gruppo a fare meglio, spronandolo e motivandolo anche nei momenti complicati. Esempio per i più giovani grazie a una personalità forte, Lapagol non si è mai tirato indietro negli scontri sul campo, né in quelli fisici, collezionando quattro cartellini gialli e un’espulsione nella partita contro il Bari al San Nicola, unica leggerezza di una stagione vissuta sempre a mille. Ora per il Cagliari arrivano i playoff: un mini campionato con 5 gare potenziali, per cercare di riconquistare una Serie A abbandonata un anno fa, proprio contro il Venezia primo nome della lista delle squadre da affrontare. Messo in bacheca il titolo di capocannoniere, per Lapadula non è ancora tempo di rilassarsi. A Ranieri serviranno i suoi gol, insieme a grinta e personalità, per inseguire e rendere reale l’obiettivo promozione in A.
Francesco Lobina