Nella versione inglese del noto sito Wikipedia, la sua esperienza artistica è caratterizzata dall’anticonformismo, dall’improvvisazione libera e dalla sperimentazione. Tutte caratteristiche che se abbinate all’arte – e nello specifico alla musica – possono essere definite come virtuose. Al contrario, in un campo di calcio, possono portare a prestazioni negative. In comune il cognome, per certi versi anche la linea di esprimere la propria arte. Ma se per Frank il rock era una delle forme per elevarsi musicalmente, quanto suonato da parte di Zappa – Gabriele – nella gara contro l’Udinese è stato un assolo stonato e senza picchi strappa applausi, tutt’altro.
Fattori
Titolarissimo in Serie B sia nella stagione regolare sia nei playoff, diciotto volte su venticinque nell’undici iniziale in Serie A. I numeri non mentono, Zappa dal ritorno di Claudio Ranieri in Sardegna è uno degli insostituibili o quasi nello scacchiere dell’allenatore rossoblĂą. I motivi sono presto detti. Partendo dalla duttilitĂ , perchĂ© la possibilitĂ di giocare indistintamente da esterno di difesa sia a quattro che a cinque è dote apprezzata dal tecnico romano. Senza considerare alcune uscite da terzo nella retroguardia a tre, come ad esempio contro la Lazio nell’ultima sconfitta del Cagliari alla Unipol Domus. C’è poi l’elemento esperienza, con i suoi ventiquattro anni compiuti Zappa è alla terza stagione in Serie A dopo quella dell’esordio con Eusebio Di Francesco in panchina, poi sostituito da Leonardo Semplici, e la successiva con l’ex Spal al timone per tre giornate e quindi Walter Mazzarri e Alessandro Agostini. Un totale di 84 presenze nel massimo campionato che lo rendono il nono giocatore per numero di apparizioni in Serie A nella rosa di Ranieri. Il quarto considerando solo quelle con la maglia del Cagliari, dietro ai vari Pavoletti, Nández e Deiola. Infine l’aspetto forse piĂą importante, ossia l’assenza di alternative sulla corsia che possano dare continuitĂ e non essere estemporanee. Basti pensare a Nández, con Ranieri che ha perso il LĂ©on per infortunio proprio quando la scelta per il ruolo di terzino sembrava caduta su di lui. Oppure a Di Pardo, fermato anche lui da diversi acciacchi e subentrato a Udine negli ultimi dodici minuti piĂą recupero. O ancora alla soluzione del centrale di difesa adattatato a esterno nella linea a quattro, come accaduto – pur se raramente – con Goldaniga e Hatzidiakos. Insomma, dalla parte di Zappa anche la situazione contingente che ha privato Ranieri di alternative che potessero sopperire ai bassi del suo terzino titolare.
Filo rosso
Sembrano passati ben piĂą di sette mesi dalla giocata con tanto di assist che aveva portato al gol promozione di Pavoletti a Bari. L’apice della carriera di Zappa in maglia rossoblĂą, prima della nuova occasione di poter fare il salto di qualitĂ in Serie A. Gli inizi con Di Francesco in panchina erano apparsi promettenti, il 4-2-3-1 con la fascia destra affidata al classe ’99 ex Pescara e davanti a lui Nández. Poi un calo fisiologico e il minutaggio ridotto mano a mano che la corsa salvezza si faceva piĂą dura. Con Mazzarri soltanto undici le gare da titolare, battuto dalla concorrenza di Bellanova e, ancora una volta, dal doversi affidare a elementi piĂą esperti e costanti nella battaglia per non retrocedere. Ed è proprio questo il limite maggiore di Zappa dal punto di vista delle prestazioni, una costanza non di rendimento, ma di alti e soprattutto bassi che lo hanno visto mostrare picchi improvvisi – l’assist di Bari, il gol da tre punti contro il Genoa – e troppi errori. Come nell’ultima sfida di Udine, non tanto nell’occasione del gol subito – bravo Zemura a trovare il jolly – ma in tutto il resto. Dai tanti appoggi sbagliati alle indecisioni tattiche, dagli uno contro uno difficilmente vinti alla timidezza totale nella fase di possesso. La Serie B da titolare avrebbe così dovuto essere l’anticamera di una crescita che però si è fermata ai playoff e alla serata del San Nicola. In questa stagione Zappa ha sofferto, venendo trascinato come nelle precedenti due stagioni in Serie A dalle difficoltĂ del gruppo. E senza la capacitĂ o la forza di emergere dalle sabbie mobili. Una situazione che apre così le porte a nuove scelte da parte di Ranieri come dimostrato dalla sfida di Udine.
Una poltrona per tre
Il prossimo avversario sarĂ il nuovo Napoli firmato Francesco Calzona. Il ritorno stabile al 4-3-3 dovrebbe essere la novitĂ di rilievo, ma qualunque sarĂ il modulo scelto dall’ex secondo di Di Francesco in Sardegna non dovrebbero esserci dubbi sulla presenza di Kvaratskhelia. Il talento georgiano è l’anima offensiva dei partenopei e meriterĂ un’attenzione speciale, come accaduto nella gara d’andata quando Ranieri scelse di seguire a uomo il numero 77 azzurro dando il compito a Nández. Il LeĂłn riuscì con le buone e con tante cattive a limitare l’avversario diretto, tanto che con la sua uscita forzata arrivò immediatamente il vantaggio dei padroni di casa. Per questo Sir Claudio potrebbe pensare di riproporre la stessa scelta domenica 25 febbraio alle ore 15, quando il Napoli si presenterĂ alla Unipol Domus per andare a caccia dei tre punti e della svolta da una crisi che lo accomuna, per certi versi, al Cagliari. Ma con Zappa in bilico, a meno che Ranieri non decida di dare una nuova chance al terzino scuola Inter, potrebbe essere il turno anche di Di Pardo. Solo 223 i minuti in campo in Serie A per l’esterno riminese, divisi su 11 presenze totali senza però essere mai inserito nell’undici titolare. La lesione muscolare patita a inizio novembre, prima della sfida contro il Genoa, ha diminuito sensibilmente le possibilitĂ di venire considerato, con Di Pardo che da ottobre in avanti ha disputato soltanto 81 minuti senza mai andare oltre i 18 in campo a Frosinone. Eppure la freschezza mentale e fisica di chi non ha attraversato le difficoltĂ dei compagni potrebbe diventare la chiave per una nuova occasione e, chissĂ , provare a vincere la corsa a tre con Zappa e Nández per la maglia da titolare sulla corsia di destra. Uno dei temi piĂą spinosi per Ranieri che, proprio da quel lato, ha visto spesso e volentieri gli avversari trarre beneficio dalle difficoltĂ degli interpreti. Basta pensare alla rete contro l’Udinese, ma non solo. La situazione da palla inattiva del vantaggio e il gol di Felipe Anderson che ha chiuso la partita contro la Lazio, oltre alla rete di Ricci contro il Torino sono gli ultimi esempi. Tocchera a Sir Claudio sfogliare la margherita, ma dopo mesi di poca abbondanza il poter scegliere è giĂ un aspetto positivo.
Matteo Zizola














