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Zito Luvumbo durante Cagliari-Como | Foto Luigi Canu

Cagliari | Da spacca-partite a titolare, la sfida Luvumbo per Ranieri

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Spacca-partite, anzi no, indispensabile dal primo minuto per sbloccare il risultato. Zito Luvumbo protagonista del dubbio della prima parte di stagione del Cagliari, arma da utilizzare fin da subito oppure in corsa quando la sua velocità può fare la differenza? Una domanda che ha avuto la sua risposta nelle ultime quattro giornate, quando Claudio Ranieri lo ha scelto tra gli undici titolari con continuità.

Irrinunciabile

Sempre presente, unico giocatore tra quelli di movimento della rosa rossoblù a essere sceso in campo per almeno un minuto in tutte le ventotto giornate di Serie B. Con Liverani così come con Ranieri, Luvumbo non è mai mancato all’appello. Quattordici volte dall’inizio, quattordici in corso d’opera, 1355 minuti in campo che lo mettono all’ottavo posto per utilizzo tra tutta la rosa rossoblù. Così, alla sua prima stagione da parte integrante della prima squadra, il classe 2002 angolano si è ritagliato uno spazio quasi inaspettato. Non per lui, che alla Gazzetta dello Sport a inizio dicembre dichiarò come si aspettasse queste presenze e “questo impatto con la Serie B”. Tre gol, identico numero di assist e una quantità di ammonizioni guadagnate da perderne il conto. L’ultima contro il Brescia, in una sfida nella quale anche il rigore poi realizzato da Lapadula ha portato la sua firma. Movimento rapido dentro l’area, avversario che perde il tempo e Fabbri che fischia la massima punizione. Un vantaggio illusorio, ma anche la conferma che la nuova domanda con Luvumbo protagonista ha forse trovato al Rigamonti la risposta definitiva. Perché il tema non è più se schierarlo dall’inizio o inserirlo nella ripresa, ma se sfruttarne le doti sull’esterno o, al contrario, avvicinarlo di più alla zona centrale e al compagno con il numero nove sulle spalle.

Quesito

Ha tutto per esplodere, deve imparare che non si può dribblare tutti, che non bisogna cadere al primo colpo. Deve capire che restare a terra non serve, deve migliorare anche nel tiro in porta“. Claudio Ranieri, prima della partita di Venezia, ha mostrato di avere le idee chiare sul ventenne di Luanda che tra due giorni, il nove marzo, compirà 21 anni. E così dalla partita in Laguna in poi Luvumbo ha provato a dimostrare di aver appreso l’arte senza metterla da parte. Anzi, cercando di trasformare in pratica gli insegnamenti del suo allenatore. Largo nel 4-4-1-1 ha sì continuato la sua missione uno contro uno con l’avversario diretto, ma ha anche aggiunto spirito di sacrificio e diligenza tattica che sembravano non far parte del suo bagaglio. E quel “deve migliorare anche nel tiro in porta” può essere la chiave per capire il suo utilizzo sull’esterno piuttosto che più vicino a Lapadula. “Da quando ci sono io ho visto miglioramenti“, ha certificato Sir Claudio dopo il pareggio di Venezia, aggiungendo una speranza per il futuro: “È un ragazzo interessante e ancora giovanissimo, ma il calcio non aspetta e si deve sbrigare per far fruttare quello che madre natura gli ha dato“. E Luvumbo contro il Genoa prima e il Brescia poi ha risposto con attenzione alle richieste del tecnico e con spunti che hanno dato le uniche scintille a un Cagliari altrimenti piatto e senza creatività.

Arma

L’assenza di Pavoletti e quella contemporanea di Prelec aprono alla possibilità di vedere Luvumbo più centrale non solo nel progetto di Ranieri, ma anche in campo. Sulla fascia l’angolano può sì sfruttare la sua dote principale, il dribbling, ma perde consistenza una volta che arriva il momento delle scelte di giocata. Sulla sinistra o a destra tanti i cross messi in mezzo per Lapadula, troppi però quelli imprecisi e praticamente nulla la pericolosità nei sedici metri. Quando però in corso d’opera è stato spostato come spalla del centravanti, ecco che sono arrivate le poche occasioni per il Cagliari. A Venezia il cross da dentro l’area per Prelec sprecato di testa dal compagno, oltre al fallo da espulsione al quale è stato costretto Hristov negli ultimi minuti. Contro il Genoa i due inserimenti alle spalle di Sabelli e Vogliacco con conseguenti cartellini gialli. A Brescia il rigore guadagnato per fallo di Huard. E se tre partite possono fare una prova, ecco che per Ranieri lo spostamento di Luvumbo più vicino all’area di rigore diventa quasi un dovere. Nonostante i limiti alla voce tiro, nonostante quelli nella gestione della scelta al momento del dunque. Perché in fondo il Cagliari ha bisogno di dare una sterzata alla pericolosità offensiva e l’angolano è uno specialista nei cambi di passo e di direzione.

Matteo Zizola

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