Il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale dice il proverbio. E per un giovane che si è confermato in alto nelle gerarchie di Claudio Ranieri come Adam Obert, altri due sono piano piano finiti indietro. Nel Cagliari che continua la corsa verso un posto playoff, tra cambi di modulo e rientri, Christos Kourfalidis e Zito Luvumbo sono passati dal ruolo di protagonisti a quello di comprimari.
Cambio galeotto
La chiave di volta nella sfida casalinga contro l’Ascoli. Il greco fuori dai convocati a causa di una botta al ginocchio, l’angolano che alza bandiera bianca dopo trentasei minuti. Così la svolta tattica di Ranieri con il passaggio al 4-3-1-2 dopo l’uscita di Luvumbo ha creato i presupposti per la discesa dei due giovani classe 2002. Da una parte Nunzio Lella che scala posizioni e ruba la scena a Kourfalidis, dall’altra l’addio al 4-4-2 che toglie l’opzione di un posto in fascia per Luvumbo. Il 4-1 finale nella sfida contro i bianconeri dà un primo segnale al tecnico rossoblù, confermato dal secondo poker di fila contro la Reggina la settimana dopo. Poco più di un’ora in campo nelle quattro giornate successive per il ventenne di Salonicco, poco più di quarantacinque per il ventunenne di Luanda, assente in Calabria per i postumi del problema muscolare patito contro l’Ascoli. Entrambi fuori dai titolari, entrambi entrati a gara in corso senza sortire gli effetti sperati.
Risalita e discesa
In un centrocampo ridotto ai minimi termini e con difficoltà atletiche evidenti, Kourfalidis era diventato l’oggetto misterioso nella prima parte di stagione. Non per qualità ignote, piuttosto per la scelta di Liverani di non puntare su di lui. Proprio un girone fa a Frosinone arrivò l’esordio in Serie B, novanta minuti da finto trequartista prima e da mezzala poi che conquistarono anche l’ex tecnico rossoblù. Da quel momento dodici le presenze da titolare del greco, che anche dopo l’avvento di Ranieri aveva mantenuto il posto nei primi undici. Uniche due sfide da subentrato quelle contro Benevento e Bari, prima del trittico Genoa-Venezia-Brescia nuovamente da titolare e dell’infortunio che lo ha fatto scivolare dietro Lella nelle scelte dell’allenatore romano. Non solo, ma il recupero di Alessandro Deiola ha fatto scalare Kourfalidis ulteriormente nelle gerarchie di Ranieri e con Rog prossimo al rientro a pieno regime gli spazi potrebbero ridursi ulteriormente. Con la speranza, chissà, di una scelta a sorpresa nella prossima sfida al Tardini contro il Parma, quando l’assenza di Marco Mancosu potrebbe dare qualche spiraglio al ventenne greco nel ruolo di collante tra mediana e attacco, in una sfida nella sfida con Filippo Falco che lo vede al momento partire svantaggiato.
Ruolo cercasi
Il dubbio sembra ormai sciolto. Arma da utilizzare in corsa o titolare come spalla di Lapadula? La risposta di Ranieri dal cambio tattico durante la gara contro l’Ascoli è arrivata chiaramente. Luvumbo come subentrante, provare a sfruttare la sua freschezza per risolvere situazioni complicate. Con poco successo, perché l’ex Primeiro do Agosto è apparso nelle ultime settimane il lontano parente dell’attaccante della prima parte di campionato. Il rigore conquistato a Brescia l’ultimo vero lampo, poi tanto fumo e poco arrosto e la sensazione che gli avversari abbiano imparato a capirlo. Compito nemmeno troppo difficile, Luvumbo vittima delle sue qualità sempre uguali a loro stesse, dribbling poco funzionali e quella porta vista poco anche quando l’occasione per colpire non sembra mancare. C’è poi l’aspetto fisico, l’infortunio muscolare contro l’Ascoli ha sicuramente inciso, ma l’angolano è apparso appesantito e non più rapido nel breve come in passato. Non solo per una questione di condizione, anche la muscolatura più massiccia potrebbe aver tolto brillantezza a un giocatore che della rapidità e del cambio di passo fa la sua caratteristica migliore. Il ruolo di seconda punta a fianco di Lapadula non sembra convincere Ranieri, con Prelec più funzionale e anche Falco passatogli davanti nelle scelte di Sir Claudio per la partita contro il Frosinone. E con Pavoletti che scalpita per tornare in campo, ecco che per Luvumbo si chiuderebbero ancora di più le porte dell’undici titolare per diventare a tutti gli effetti arma in corsa nel bene e nel male.
Matteo Zizola