Il tempo è galantuomo e con la classifica che sorride, pur se la meta chiamata salvezza va ancora raggiunta, il Cagliari può guardare con occhi differenti alla scorsa estate. Come spesso dichiarato da Claudio Ranieri è con l’arrivo al traguardo che si possono giudicare i cavalli. Metafora valida per ripensare il mercato della società rossoblù per affrontare la Serie A, senza commettere l’errore di passare da un estremo negativo all’altro positivo.
Certezze
Il direttore sportivo Nereo Bonato lo aveva preannunciato nella conferenza stampa di luglio 2023: “Sarà importante sbagliare il meno possibile, dobbiamo avere una visione di medio-lungo termine“. E, come cantava Fabrizio De Andrè nella sua “Il Bombarolo”, il mercato del Cagliari è stato “se non del tutto giusto quasi niente sbagliato”. Certo, alcune valutazioni non hanno portato i dividendi sperati, altre hanno avuto bisogno di più tempo del previsto per farlo, altre ancora hanno portato primi segnali positivi che, però, devo ancora passare dalla prova della continuità. Basta partire dalla porta per sorridere, perché la conferma di Radunovic come numero uno ha lasciato il passo al nuovo che è avanzato con prepotenza. L’arrivo di Scuffet dal Cluj una mossa che è passata in sordina, ma che nel lungo termine ha regalato probabilmente molto più di quanto atteso. L’estremo difensore friulano era a caccia di rivincita in Serie A dopo gli anni in campionati esteri minori – Cipro e Romania – e nonostante qualche legittimo dubbio dato dalla ruggine delle prime apparizioni, ha saputo portare sicurezza e affidabilità a un reparto inizialmente tradito dal collega serbo protagonista della promozione. L’ultima gara contro l’Inter è stata l’ennesima conferma di un portiere di garanzia e capace di portare anche se non soprattutto punti. Assieme a Scuffet anche Augello lentamente ha dato le risposte attese. Uomo di Ranieri, il terzino sinistro ex Sampdoria è cresciuto in maniera esponenziale nelle ultime settimane, con l’apice del primo gol in rossoblù contro l’Atalanta a completare il percorso. E tra i giocatori senza dubbio positivi non si può dimenticare Oristanio, sì ancora sotto il controllo dell’Inter che ha in mano il controriscatto, ma comunque possibile investimento per il futuro nel caso in cui i nerazzurri dovessero puntare alla sua cessione per raccogliere liquidità.
Meglio tardi che mai
Un inizio da spettatore, poi l’inserimento nell’undici titolare e le chiavi del centrocampo in mano, quindi il nuovo passaggio in panchina per riprendere fiato dopo la fisiologica flessione e infine l’ottima prestazione di San Siro. Prati è stato il fiore all’occhiello, non fosse altro per l’investimento da 7 milioni di euro, del mercato estivo del Cagliari. Il regista romagnolo non ha tradito le attese, finché il gioco si è fatto duro e Sir Claudio ha preferito preservarlo da possibili scottature. Ma il suo acquisto, in un’ottica basata sul futuro oltre che sul presente, non può che essere giudicato positivamente, tra una valutazione senza dubbio cresciuta nei mesi e un impatto con la Serie A da giocatore dal sicuro avvenire. Manca ancora la prima gioia realizzativa, al contrario dell’altro giovane del centrocampo arrivato la scorsa estate. Prima la rete contro il Frosinone, poi lo stop contro il Torino a bloccare una progressione nelle prestazioni evidente, quindi il rientro e il gol dell’ex decisivo per il pareggio contro il Verona. Sulemana è il volto nuovo del finale di stagione del Cagliari, una nuova certezza per Ranieri che lo ha atteso a lungo. Sacrificio, intelligenza tattica e gamba sono stati gli spunti positivi contro Atalanta e Inter, due gare tra i migliori in campo. E l’acquisto per 4 milioni dall’Hellas oggi appare un vero affare. Tra chi ha saputo pazientare fino a trovare spazio e numeri non si può non citare Shomurodov. Alzi la mano chi pensava solo poche settimane fa che il suo riscatto dalla Roma potesse essere anche solo una possibilità da valutare. Invece dopo la doppietta contro la Salernitana, ecco la conferma arrivata prima dalla giocata con assist per Augello contro l’Atalanta e poi dalla rete contro l’Inter. Ma non sono solo le presenze nel tabellino a rappresentare una svolta nel giudizio sull’uzbeko, perché anche l’abnegazione e il lavoro per la squadra non possono che essere le chiavi di una crescita sotto gli occhi di tutti. Shomurodov è così tornato quello della prima stagione italiana a Genova, grazie alla cura Ranieri in primis e a una continuità di utilizzo che gli era mancata a Roma, oltre alla positività che aveva perso nel passaggio allo Spezia. E gli 8 milioni per il riscatto non appaiono più una follia.
Stand-by
Tanti errori, l’etichetta del prezzo a metterne in discussione la scelta, ma nonostante tutto la spinta mai mancata di Ranieri tra pungolamenti diretti e la certezza di avere tra le mani due elementi di sicuro valore. Sicuramente l’allenatore rossoblù si sarebbe aspettato un apprendistato più rapido e la pazienza ancora attende risposte solide. Wieteska e Hatzidiakos, i due centrali scelti in estate per dare esperienza internazionale a un reparto di base inesperto, non hanno ancora reso secondo aspettative, pur se alcuni piccoli segnali invitano all’ottimismo. Il polacco è diventato l’uomo utile per proteggersi dagli assalti finali, quando c’è stato da alzare il muro negli ultimi minuti Sir Claudio lo ha buttato dentro trovando risposte positive. Empoli, Salernitana, Atalanta e Inter, in tutti questi casi Wieteska è entrato per portare a casa il punteggio acquisito senza tradire la fiducia, ma la strada per la consacrazione è ancora lunga. Troppi i bassi per poter finalmente sorridere, a maggior ragione ripensando ai cinque milioni messi sul piatto per strapparlo al Clermont e alla necessità di portare in Sardegna Yerry Mina per sistemare una difesa tutt’altro che granitica. La sorpresa dell’ultimo turno è stata Hatzidiakos, con l’ex AZ Alkmaar ripescato tra i titolari a San Siro. Il greco non partiva dal primo minuto dalla sfida contro il Torino del 26 gennaio, anche l’ultima che lo ha visto in campo in rossoblù. E la risposta è stata una prestazione solida, sicura, senza la classica disattenzione che lo aveva visto pagare dazio in quasi tutte le precedenti dieci presenze in Serie A. Una rondine non fa primavera, ovviamente, ma almeno un primo segnale a giustificarne l’investimento da due milioni è arrivato. Hatzidiakos ora può pensare a un futuro con più certezze e alla permanenza in Sardegna dopo i dubbi e le voci di una cessione direzione Grecia degli ultimi mesi. Con la necessità di confermarsi per fugare i dubbi che ancora permangono e che non possono essere scacciati da soli novanta minuti.
Flop
Non tutte le ciambelle riescono con il buco e così non tutto il mercato può portare a colpi riusciti. Normale, fisiologico, a maggior ragione quando gli obiettivi si dividono tra giovani scommesse e giocatori in cerca di rilancio dopo stagioni complicate. Il secondo caso è quello di Jankto e Petagna, le due delusioni in entrata del Cagliari. Anche se, nonostante un rendimento lontano dalle attese, il loro piccolo contributo è servito a regalare punti preziosi. Il ceco, voluto fortemente da Ranieri, è stato decisivo con il gol dell’unica vittoria in trasferta a Empoli, mentre l’attaccante ex Monza ha avuto il lampo contro il Bologna, oltre alla giocata per la rete di Zappa contro il Genoa. Troppo poco soprattutto per Petagna, dal quale ci si attendeva un contributo realizzativo maggiore e una dedizione alla causa superiore a quella percepita fino a oggi. Infortuni e un fisico che ha bisogno di continuità gli alibi per l’attaccante triestino, con il riscatto dal club brianzolo da dieci milioni di euro che difficilmente – eufemismo – verrà esercitato. Una delusione che segue quella in Brianza, i tempi della doppia cifra alla Spal ormai un ricordo. Dal canto proprio Jankto non è quasi mai sembrato quel giocatore ammirato a Genova e che Ranieri ha provato a rilanciare dopo le difficoltà con il Getafe e del prestito in patria. Rispetto agli altri acquisti estivi il ceco non è stato un investimento particolarmente oneroso, ma resta il rammarico per un giocatore ancora relativamente giovane e che in Sardegna non è riuscito a esprimere il proprio potenziale. La sostituzione dopo nemmeno mezz’ora a San Siro l’ultimo colpo che potrebbe affossarne l’autostima, con Ranieri che ha rincuorato a mezzo stampa il suo centrocampista e che spera in una reazione nel rush finale. E che comunque non basterebbe a riscattare una stagione più in scuro che in chiaro.
Matteo Zizola