Sipario e per gli applausi o i fischi ci penserà padre tempo. Giudizi, critici o di approvazione, sarà il campo di gara a dare il responso ché, come ricorda Claudio Ranieri citando un noto detto, i cavalli si vedono alla fine. La sostanza è che l’opera in entrata del calciomercato del Cagliari può dirsi conclusa, a scanso di sorprese ovviamente.
Petagna chiude?
Scuffet in porta, Wieteska e Hatzidiakos al centro della difesa, Augello a sinistra dietro e Jankto sulla stessa corsia davanti, Sulemana e Prati in mezzo al campo, Oristanio jolly tra fasce e trequarti, Shomurodov e Petagna in attacco. Dieci nuovi innesti, quasi un’intera nuova formazione ruolo per ruolo. L’ultimo della serie, in attesa dell’ufficialità, il centravanti che arriverà dal Monza in prestito con diritto di riscatto, in un’operazione che come tutte le altre sembra rispettare i tre dettagli necessari per andare a dama, quelli citati dal diesse Nereo Bonato nella prima conferenza stampa stagionale. Come se fosse passato un secolo, ma era soltanto luglio, quasi due mesi or sono: “Tutte le operazioni devono andare in porto se combaciano l’aspetto economico, la motivazione e l’aspetto tecnico“. E così con Petagna a regalare a Ranieri la punta richiesta si dovrebbe chiudere il mercato in entrata del Cagliari. Ovviamente con l’ultimo affare da ultimare in ordine cronologico con data 1 settembre impressa sul contratto, quello del greco Hatzidiakos lasciato ad Alkmaar in nome di uno sconto sul prezzo d’acquisto. Una formalità come quella del centravanti triestino classe ’95, atteso oggi 30 agosto dalle visite mediche a Roma e successive firme.
Scelte
Un mercato che si chiude in anticipo rispetto all’ultimo giorno, aspetto nuovo rispetto al recente passato in casa Cagliari. Un dettaglio non da poco, al netto della riuscita o meno della costruzione di una rosa adatta alla Serie A. Prematuro valutare il lavoro fuori dal campo dopo il passo indietro contro l’Inter, così come il desiderio di vedere un altro innesto in attacco dovrebbe essere messo da parte anche solo dai meri numeri. Dovrebbe, condizionale tipico dell’estate, ma le probabilità di un undicesimo colpo sono vicine all’utopia. Tre portieri, due esterni di difesa per fascia, cinque difensori centrali, tre esterni di centrocampo, cinque tra mediani, registi e interni, un trequartista e cinque attaccanti. Di queste tante le pedine duttili e intercambiabili all’occorrenza, basti pensare a Di Pardo e Azzi utilizzati a centrocampo contro l’Inter, a Deiola difensore, a Nández un po’ ovunque, a Jankto, alla difesa a tre o a quattro e così via. Età media e monte ingaggi abbassati, investimenti immediati sui profili più futuribili (Sulemana, Prati e Wieteska su tutti) e prestiti con diritto di riscatto per chi, appunto, al riscatto è chiamato dopo campionati sottotono come Shomurodov e Petagna. Diverse scommesse, altrettante incognite, alcuni pretoriani, ritorni in Serie A, decreto crescita e una vera unica certezza chiamata Ranieri a muovere fili e responsabilità, possibile eroe o foglia di fico di ogni peccato lo dirà ancora una volta padre tempo. Ciò che resta da compiere fino al primo giorno di settembre sono soltanto alcune cessioni attese da settimane, non sorprese, ma che arrivano lunghe per carenza di pretendenti o per volontà che si scontrano.
Ultimi sussulti
Capradossi in difesa, Kourfalidis a centrocampo, Desogus sulla trequarti e Pereiro davanti. La spina dorsale virtuale degli addii degli ultimi giorni, un piede sull’uscio pur senza spingere la porta con forza. Destini diversi, ragioni diverse. Il centrale scuola Roma, com’è noto, ha messo in stand-by il tentativo dell’Ascoli. Escluso definitivamente no, ma la volontà chiara è quella di un progetto più appetibile, leggasi una squadra anche della cadetteria ma che punti in alto, a un campionato da protagonista come i due vinti tra Spezia e rossoblù degli ultimi tre disputati. Oppure l’estero, con le sirene di Cipro, Grecia e Turchia dalla voce flebile ma non spenta del tutto. Kourfalidis ha mercato in B – Palermo, Ternana, Bari, Ascoli – ma resta il dubbio tra restare in Sardegna per i primi mesi o andare a trovare minutaggio altrove fin da subito. Prestito che resta un’opzione anche per Desogus, anche se il talento isolano avrebbe preferito un passaggio in B dopo quello in C con la maglia del Pescara. L’infortunio non ha aiutato, tutt’altro, e così più lui del coetaneo greco è vicino alla permanenza fino almeno a gennaio. Infine il nodo Pereiro, tra le voci che vedono una risoluzione consensuale affacciarsi con prepotenza e la realtà non così netta. Perché da un lato il club spinge per una soluzione economicamente sostenibile, leggasi addio con buonuscita e libertà di scegliersi con calma il futuro. Dall’altra il Tonga farebbe spallucce, no al contratto da chiudere in anticipo e piuttosto una soluzione stile gennaio scorso con nuovo prestito e scadenza che resta al 2025. Si annuncia un braccio di ferro ampiamente prevedibile, unico vero tema con suspance degli ultimi giorni di mercato del Cagliari. Poi il campo inizierà a dare sentenze e responsi: armarsi di pazienza e via, questo il destino delle prossime settimane quando il materiale della rivoluzione dovrà essere plasmato e modellato per costruire la casa chiamata salvezza. Con una curiosità finale, perché i rossoblù avevano un solo slot per portare dall’estero un calciatore extracomunitario. Ai due già presenti – Radunovic e Luvumbo – e a chi è arrivato sì ma essendo già in Italia – Sulemana, Shomurodov – si è aggiunto lo zambiano classe 2003 Muthandwa, aggregato da fuori quota alla Primavera di Fabio Pisacane e poi chissà. Un dettaglio, ma comunque un altro aspetto che incide sul mercato di oggi e del futuro.
Matteo Zizola