Stadio Renato Curi, 5 maggio 2023. Il Cagliari è in vantaggio sul Perugia per 2-0, il pubblico di casa rumoreggia. Il primo tempo è quasi arrivato allo scadere, i biancorossi di Fabrizio Castori provano ad attaccare con un cross dalla destra che viene respinto in tuffo di testa da Gabriele Zappa. La palla finisce fuori area dove Marco Mancosu con il tacco la prolunga verso la metà campo. Gianluca Lapadula, rimasto in zona offensiva, restituisce di prima la sfera al numero 5 rossoblù che, con un movimento in verticale, aveva chiamato l’uno-due per far partire il contropiede.
Titolo
La differenza tra un giocatore normale e uno speciale è nel vedere cose che nemmeno chi guarda la partita comodamente seduto sul divano riesce a immaginare. Quando Mancosu riceve il pallone di ritorno da Lapadula ha già pensato la mossa successiva. Forse aveva già visto in precedenza il portiere avversario restare spesso lontano dai propri pali, forse è stato un lampo di genio improvviso. Il numero 5 rossoblù non alza la testa, guarda solo il pallone e di prima, appena prima della linea di centrocampo, lascia partire un destro chirurgico che si insacca alle spalle di Stefano Gori, estremo difensore del Perugia che aveva appena rimpiazzato l’infortunato Jacopo Furlan. Sarà la rete dell’anno, eletta gol più bello della Serie B 2022-23 dopo il mini torneo organizzato dalla Lega B sui social, con i tifosi che hanno votato in massa la perla di Mancosu nella finale contro quella – per certi versi simile – di Valerio Verre del Palermo nella sfida contro il Frosinone del 18 febbraio. Una vittoria che è la chiusura di un cerchio, partito dal primo gol in rossoblù del 27 maggio 2007 ad Ascoli all’esordio assoluto con la maglia del Cagliari, passato da quello del giorno del ritorno in Sardegna nella gara della seconda giornata dell’ultima Serie B contro il Cittadella, fino alla promozione al San Nicola di Bari grazie al gol di Leonardo Pavoletti. E il cerchio che si chiude è anche quello del rapporto con la piazza. un legame ferreo certificato non solo dai voti dei tifosi, arrivati in soccorso di Mancosu quando ormai Verre sembrava poter vincere la contesa, ma anche dalle parole del classe ’88 dopo la festa promozione affidate al suo profilo Instagram: “Non fatevi ingannare dal risultato, abbiamo fatto qualcosa di più grande. Abbiamo ridato entusiasmo a un popolo che lo aveva perso“.
A vita
Ritrovarsi per non lasciarsi più, dopo un giro d’Italia che sembrava non finire mai. Il sogno del rientro in Sardegna che appariva dover rimanere tale, fino a che l’occasione non si è presentata all’improvviso nell’ultima fase del mercato estivo. Mancosu arriva a Cagliari a campionato iniziato, il 18 agosto dopo la prima giornata di Serie B disputata con la maglia della Spal. Liberato dal presidente dei ferraresi Joe Tacopina per raggiungere il sogno del rientro a casa, per sfatare il detto del nemo propheta in patria. Il gol contro il Cittadella al secondo esordio in rossoblù, le difficoltà tattiche da esterno sinistro nel 4-3-3 di Fabio Liverani, nonostante proprio il tecnico romano fosse proprio quello che lo aveva esaltato in quel di Lecce. Gli infortuni, una delle cause del crollo del Cagliari nella seconda parte del girone di andata, ché senza la tecnica e l’intelligenza tattica di Mancosu la squadra non è riuscita a trovare la quadra. L’arrivo di Claudio Ranieri, l’attesa del rientro, la posizione in campo da trequartista o dietro due punte o come supporto al centravanti, con spazio anche al ruolo di falso nove in quel di Venezia. La stagione di Mancosu è stata un saliscendi, con un finale tanto inatteso quanto esaltante. Non da protagonista assoluto – un nuovo problema fisico lo ha tenuto fuori a Parma e per gran parte della gara del San Nicola contro il Bari, ma comunque decisivo anche con la sua sola presenza. E un futuro fatto di certezze, quelle di una permanenza in rossoblù praticamente scontata – contratto fino al 2024 – sia per questioni psicologiche che per ben più importanti questioni tecnico-tattiche. Simbolo dell’appartenenza, collante tra vecchio e il nuovo che verrà.
Futuro in campo
Ranieri pensa a un nuovo vestito tattico, quel 4-4-2 spesso utilizzato nella sua lunga carriera in panchina. Ma, come spesso sottolineato da Sir Claudio, nessun numero è scolpito su pietra e la duttilità dei giocatori unita alla capacità di cambiare disposizione all’occorrenza sarà una delle chiavi del suo Cagliari formato Serie A. D’altronde nel classico schema senza trequartista sarebbe difficile pensare a una collocazione per Mancosu, né centrale del centrocampo a due né esterno di fascia. Certo, una posizione da supporto alla prima punta in un ipotetico 4-4-1-1 potrebbe essere la soluzione, ma anche il doppio centravanti è uno dei pensieri di Ranieri fin dal suo ritorno in Sardegna. E allora quale ruolo per il numero 5 rossoblù? L’ipotesi quella di un utilizzo centellinato, un modo per evitare problemi fisici e sfruttarne le capacità all’occorrenza. Con Sir Claudio che avrebbe in Mancosu l’arma da buttare dentro in caso di 4-3-1-2 sia dall’inizio che durante le gare o, ancora, nel 4-2-3-1 visto in alcune occasioni in cadetteria. Resta la certezza di un giocatore che garantisce tecnica e intelligenza sopra la media, oltre a un’esperienza della categoria che tornerà utile sia dentro che fuori dal campo. Con i trentacinque anni alle porte Mancosu è pronto a prendersi sulle spalle il Cagliari, anche con un ruolo alla Altafini come gestione del minutaggio. Un modo per allungare la propria carriera e provare a essere decisivo alla sua maniera. Con colpi di genio, fosforo e legame con la piazza.
Matteo Zizola