Ogni cambio è un’opportunità per chi dal cambio può trovare nuovi stimoli. Non essere in cima alla lista delle preferenze prima, sfruttare l’aria fresca dopo per provare a scalare gerarchie. O ancora reinventarsi, cambiare se stessi per rendere meglio o per aiutare chi arriva a cambiare le sorti.
Da Leonardo a Leonardo – Fin dall’arrivo sulla panchina del Cagliari di Eusebio Di Francesco la posizione di Leonardo Pavoletti era apparsa in bilico. L’ex tecnico rossoblù non lo ha considerato parte integrante dei propri piani. Venti presenze, per lo più spezzoni, poco più di 600 minuti in campo, le occasioni dal primo minuto arrivate contestualmente alla positività che ha tenuto lontano dai campi il compagno e avversario Simeone. Un gol, pregevole, contro lo Spezia, le partite contro Benevento e Lazio nelle quali ha vinto la concorrenza del Cholito, altre in cui ha visto Cerri entrare in campo prima di lui. L’arrivo di Leonardo Semplici potrebbe essere un toccasana per Pavoloso. Non solo per le difficoltà incontrate con Di Francesco, ma anche per via del tipo di centravanti che il nuovo allenatore rossoblù utilizzava in quel di Ferrara. Resta la concorrenza del duo Joao Pedro – Simeone, ma per il numero 30 rossoblù potrebbero arrivare nuove opportunità anche dalla panchina. D’altronde fino a oggi, quando non schierato dal primo minuto, Pavoletti non è mai entrato in campo prima del settantesimo (esclusa la partita contro il Sassuolo, quando i minuti giocati furono 26), spesso come arma della disperazione se non della confusione come accaduto contro il Torino nell’ultima con Di Francesco in sella. La ciliegina sulla torta il gioco di Semplici che premia gli esterni, corsa fino al fondo e poi palloni in mezzo per la testa dell’attaccante. E Pavoletti, di testa, sa essere letale.
Un Ninja al centro – Leonardo Semplici, almeno a Ferrara, non ha quasi mai usato il trequartista. O almeno non insieme a due punte. Si apre così il tema Radja Nainggolan. Dove posizionare il Ninja nello scacchiere dell’allenatore fiorentino? Guardando alle prestazioni del numero quattro rossoblù in questa terza esperienza con il Cagliari balza subito agli occhi il numero zero alla casella gol segnati. Non che non abbia provato il tiro da fuori, anzi, ma la mira non è stata quella dei giorni migliori. La condizione fisica, in risalita ma non ottimale, non sembra permettere una posizione di raccordo che preveda anche un grosso aiuto alla metà campo. Mezzala di inserimento? Un’opzione valida, ma a quel punto a sacrificarsi in un ruolo non esattamente congeniale dovrebbe essere Marin. Nainggolan dunque potrebbe essere il nuovo mediano – regista dell’era Semplici. L’uomo guida, il centro del tutto, il comandante in mezzo al campo. Il Ninja, Marin e Nández ad alternarsi nel compito difensivo così come in quello di supporto alla fase offensiva. Un 3-5-2 dinamico nei centrali di centrocampo, con Nainggolan come perno che decide il movimento dei due scudieri ai suoi lati.
Caccia agli esterni – Fondamentali nel gioco di Semplici sono i quinti di centrocampo. Il Cagliari però, soprattutto a sinistra, ha difficoltà a mettere in campo l’esterno ideale. Lykogiannis copre bene, ma spinge poco. Zappa l’opposto. Entrambi, lo dicono le statistiche, faticano a mettere dentro l’area cross precisi e pericolosi. A sinistra in luogo del greco potrebbe essere schierato Tripaldelli, ma il giovane classe ’99 dovrebbe reggere delle responsabilità forse troppo importanti in questa fase emotiva della squadra. L’alternativa e forse la prima scelta sulla carta sarebbe Asamoah. Il ghanese non gioca da oltre un anno, la condizione fisica non è la migliore possibile, ma dal punto di vista delle caratteristiche sarebbe il quinto perfetto per Semplici. Non ha ancora esordito in rossoblù e chissà se sarà in grado di farlo presto, ma con il cambio in panchina potrebbe essere lui la novità della nuova gestione. Sul lato opposto Zappa ha tutte le carte in regola per diventare l’alter ego del Lazzari spallino. A parte la precisione al cross, come detto prima. Il laterale ora in forza alla Lazio era un assist man di primo livello a Ferrara, Zappa deve ancora migliorare in alcuni fondamentali. Per questo, qualora Duncan riuscisse a entrare in forma e reclamasse un posto, non sarebbe lesa maestà pensare a Nahitan Nández come esterno a tutta fascia. Il león di certo non difetta di qualità al cross, così come a livello di corsa non è secondo a nessuno. Una nuova vita da quinto a destra, anche se la sua verve in mezzo al campo resta altrettanto importante.
Il tempo è tiranno, si sa, e lo è ancora di più con la situazione di classifica alla mano. Tre partite in sette giorni, una quadra da trovare e nessuno spazio per gli esperimenti. Quando un allenatore cambia, però, chi ha giocato meno trova una spinta nuova. Da rincalzo consolidato a possibile novità. La spinta emotiva, il voler convincere chi arriva che chi c’era si era sbagliato. Pavoletti su tutti, ma non solo. Un nuovo Cagliari è all’orizzonte, si riparte da zero.
Matteo Zizola