Quattro slot a disposizione per cinque cambi. Ancora una volta tutti utilizzati, ancora una volta rivelatisi fondamentali. Di Pardo, Goldaniga, Altare, Viola, Prelec: sono stati questi gli uomini scelti da Claudio Ranieri nella ripresa della semifinale di ritorno contro il Parma pareggiata 0-0 dal Cagliari che è valsa l’ultimo atto per provare l’assalto alla Serie A. In un mix di esperienza e gioventù che ha portato alcuni senatori rossoblù a rimanere in panchina.
Motivazioni
Pavoletti e Rog rimasti seduti per 97’, così come Mancosu. Nomi importanti per lo spogliatoio e per la storia recente del Cagliari, accomunati però dalle problematiche fisiche avute durante l’anno e tenuti a riposo da Ranieri nel momento più caldo vissuto nei playoff. Se gli ingressi dei difensori sono stati funzionali al 5-3-2 utilizzato nell’ultima mezz’ora giocata al Tardini, Viola e Prelec sono stati preferiti a chi nella gara d’andata aveva iniziato la partita della Unipol Domus di appena quattro giorni prima. La questione delle energie fisiche potrebbe essere il primo elemento su cui Ranieri potrebbe essersi basato per decidere chi mandare in battaglia nel momento in cui servivano cattiveria agonistica e vigoria. La gara giocata all’Unipol Domus da Pavoletti e Rog e le difficoltà avute potrebbero aver avuto un peso nelle idee del tecnico dei rossoblù. Il livornese aveva avuto pochi palloni giocabili, ma non era riuscito a dare quella svolta emotiva alla squadra sperata dal tecnico romano. Mentre il croato aveva evidenziato dei limiti nel trovare la giusta posizione in campo per tamponare gli avversari, con il Parma che ne aveva approfittato per i due gol siglati nella prima frazione. Una partita storta anche per Mancosu, che forse per la prima volta si è trovato davanti a una sfida in cui non è mai riuscito a incidere come aveva abituato fino alla sfida con i Ducali. Se per il numero 5 è difficile possa trattarsi di una bocciatura, vista l’importanza che ha avuto nella crescita della squadra di Ranieri nella seconda parte di stagione, per Pavoletti e Rog invece potrebbe essere un segnale di come le condizioni ideali per prendere parte a gare in cui le gambe contano tanto quanto testa e motivazioni siano lontane.
Unità
Solo a poche ora dalla sfida d’andata contro il Bari di giovedì 8 si potrà però sapere se si tratta di impressioni sbagliate. Ranieri ha abituato in ogni serata a cambiare uomini e moduli, senza però perdere – dall’inizio dei playoff – brio e determinazione in campo. Non sarebbe per questo improbabile trovare nuovamente in campo chi dalla sua, dopo la retrocessione della passata stagione, sente dentro di sé un debito da estinguere nei confronti dei tifosi rossoblù come il capitano rossoblù e il centrocampista croato. Sentimenti che tuttavia i due giocatori potrebbero essere stati bravi a trasmettere a chi ha avuto maggiore spazio, confermando la crescita del Cagliari dal punto di vista mentale. Perché senza di loro, così come senza Nandez e Lapadula nel finale, la squadra ha saputo stringersi e soffrire nei minuti finali disputati al Tardini. Con il solo Viola in campo a recitare la parte del giocatore esperto e già conoscitore delle dinamiche di una semifinale playoff. Un segnale di una maturazione di un gruppo diventato consapevole delle proprie forze e dell’importanza del porre ognuno il proprio mattoncino nella corsa ancora aperta alla Serie A. E che è soprattutto unito, come mostrato dalle immagini nello spogliatoio insieme a chi come Filippo Falco a questa parte finale di stagione non può prendere parte. Un aspetto fondamentale per non lasciare nulla di intentato e provare a raggiungere il proprio obiettivo.
Matteo Cardia