Eppure sembra di sentirlo Walter Mazzarri dentro lo spogliatoio del Cagliari. La crisi senza fine, i volti nuovi, l’impresa da compiere. È appena iniziato il 2022 e i rossoblù sono all’inferno, quello della zona rossa che significa Serie B. Il tecnico toscano si traveste da Tony D’Amato, Ogni Maledetta Domenica diventa il film del campionato per Joao Pedro e compagni, i singoli lasciano il passo al gruppo.
Al Mazzarri
“Ora o noi risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta”. Mazzarri è un allenatore navigato, subentrare a stagione in corso non è il suo lavoro preferito, ma c’è un riscatto personale da perseguire dopo le dimissioni di Torino. E proprio lì, dove aveva concluso anticipatamente la sua ultima esperienza in Serie A, ecco che arriva l’ennesima conferma della svolta. Troppi gli indizi per pensare a semplici coincidenze, il Cagliari di Al Mazzarri è una squadra vera nel senso più ampio del termine. Gli esempi sono tanti, ma c’è un momento nella vittoria contro il Torino di Juric che racconta il cambio totale di mentalità tra i suoi ragazzi. Belotti supera Lovato, si lancia verso l’area di Cragno, Goldaniga arriva in supporto del compagno già ammonito e spende un giallo che salva il difensore ex Verona. “Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere squadra signori miei”.
Dal loro al noi
L’assenza di paura è tutta nella disposizione del Cagliari visto contro il Torino. Nessun timore di fronte agli uno contro uno a tutto campo, un Mazzarri che ha cambiato i rossoblù da un gruppo “altrista” a uno “noista”. Ovvero, da una squadra concentrata su come non subire la forza altrui a una che punta tutto sulla propria. Juric gioca uomo su uomo? Il Cagliari fa altrettanto perché così è abituato a fare. La differenza è nella mentalità, la voglia di buttare il cuore contro l’ostacolo, quella di vincere ogni singolo duello come se fosse l’ultimo. E se l’avversario passa non avere paura di spendere un fallo, a costo di ricevere un cartellino anche al posto di un compagno. I rossoblù che hanno preso di petto il 2022 e sono usciti finalmente dalla zona rossa sono tutti nella parata di Cragno su Pjaca, nella diagonale di Altare a fermare Brekalo, nella voglia di vincere che supera l’errore di piazzamento nel pareggio di Belotti. Sono in quei centimetri “in ogni break della partita, in ogni minuto, in ogni secondo”, quelli che fanno la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Artefici del proprio destino
Le concorrenti annaspano, ma il vero successo del Cagliari e di Mazzarri – strettamente legati e causa uno dell’altro – è nel non guardare cosa accade altrove. Aver trovato la propria forza, prescindendo dagli incastri dei risultati altrui. Certo, il Venezia che crolla a Verona o lo Spezia che perde all’ultimo respiro contro la Roma sono segnali che regalano sorrisi, ma i rossoblù del girone di ritorno, con i 15 punti in 8 partite, giocano un campionato a sé. Contro quella squadra che annaspava in quella che in Argentina sarebbe l’Apertura e che nel secondo atto della stagione – la Clausura – navigano in zona Champions. La strada da percorrere è ancora lunga, la salvezza tutta da conquistare centimetro dopo centimetro. Ma il Cagliari ha seguito la linea del suo condottiero, perché “o noi risorgiamo come collettivo o saremo annientati individualmente”. È tutto qui il segreto dei rossoblù di Mazzarri, il noi davanti all’io, la squadra davanti al singolo. I risultati non sono altro che una logica conseguenza.
Matteo Zizola