Dopo la festa, arriva il momento della programmazione. Non è facile lasciarsi alle spalle l’euforia di un ritorno in Serie A arrivato nel modo più emozionante possibile, ma il Cagliari per custodire quanto conquistato dovrà cominciare subito a guardare con attenzione al futuro. Anche perché il tempo tra il necessario riposo e il nuovo inizio dei lavori è piuttosto breve.
NovitÃ
Capire quali sono le proprie certezze, gli elementi che si è compreso essere imprescindibili, sarà il primo tratto del disegno che il Ds Nereo Bonato e Claudio Ranieri proveranno a immaginare insieme. Dalla difesa all’attacco, passando per la mediana, il Cagliari sembra avere dei punti fermi che anche in massima serie potranno essere tali anche se con differenze tra loro. A partire dalla retroguardia, in cui l’esplosione di Dossena sembra aver regalato un difensore pronto a un ulteriore salto categoria sognato a lungo dallo stesso giocatore. Ma il nome del bresciano non è l’unico, perché tra i rossoblù anche Adam Obert sembra destinato a essere al centro del progetto. Sullo slovacco il Cagliari ha scommesso già quando decise nel 2020 di acquistarlo dalla Primavera della Sampdoria, rendendolo prima perno della difesa dell’Under 19 e poi a poco a poco protagonista anche in prima squadra. Dopo il primo assaggio di Serie A durante l’era Mazzarri, Obert tornerà ora in massima serie con maggiore consapevolezza e più esperienza nella testa e nelle gambe, con caratteristiche in fase di possesso per ora uniche nel reparto arretrato. C’è chi poi come come Antoine Makoumbou e Zito Luvumbo vivrà per la prima volta l’esame della Serie A. Il primo dopo gli effetti della cura Ranieri già prima della certezza data dalla promozione sembrava essere un giocatore adatto alla Serie A. Meno fronzoli e più concretezza, senza rinunciare tuttavia a mettere in mostra quelle qualità tecniche capaci di far sembrare le cose difficili più semplici. Caratteristiche a cui il congolese dovrà cercare di affiancare un maggiore decisionismo negli ultimi trenta metri, ma che fanno pensare all’ex Maribor come uno degli uomini a cui il Cagliari si affiderà per affrontare la massima serie con un pizzico necessario di spregiudicatezza. Dall’altra parte per l’angolano sarà un ulteriore step per la propria maturazione. Un nuovo gradino da salire in cui probabilmente potranno servire ancora bastone e carota, con Luvumbo che però avrà ancora dalla sua un talento che in certi frangenti, come quello decisivo contro il Parma, ha brillato più di tutti.
Esperienza
Se ai giovani e ai meno esperti potrà essere dato più tempo, c’è chi tra i rossoblù per esperienza e carisma dovrà ancora una volta assumersi maggiori responsabilità , come già accaduto nell’annata appena conclusa. Perché salvo sorprese i rossoblù ripartiranno anche da chi, come Nahitan Nández, non è sembrato mai così vicino all’Isola. “Sono in pace, sono felice di aver portato la nostra gente, la nostra Terra dove merita“. Parole pronunciate nel giorno della premiazione della Unipol Domus e che sono sembrate più un punto di ripartenza che di arrivo, malgrado il contratto in scadenza a giugno 2024. Anche perché sulla panchina ci sarà ancora Claudio Ranieri, capace di ridare fiducia al Leon e di trasformarlo definitivamente in uno dei leader emotivi di uno spogliatoio fattosi sempre più coeso nel corso del tempo. Un discorso simile a quello di Gianluca Lapadula. Difficile, dopo la stagione appena conclusa, immaginare un Cagliari senza il Bambino delle Ande e un Ranieri senza il suo braccio destro in campo. Venticinque gol tra campionato e playoff, ma soprattutto un esempio per i compagni anche nei momenti più complessi. Un giocatore sembrato vitale per i rossoblù, così come per larghi tratti lo è stato Marco Mancosu, la chiave per infondere fantasia e brio al gioco isolano. Con il senso di appartenenza del numero 5 a dare quel tocco di magia in più al cammino dei sardi e che anche in Serie A potrebbe essere l’elemento indispensabile per continuare a viaggiare in sintonia con il pubblico.
Matteo Cardia














