“Essere giovani e non essere rivoluzionari è una contraddizione quasi biologica“. Così diceva Salvador Allende in uno dei suoi ultimi discorsi da presidente del Cile. Giovani e rivoluzione. Un binomio spesso richiamato ma anche allontanato nella realtà di tutti i giorni, su piani e argomenti diversi. E rivoluzione era anche la parola che circolava negli ambienti di un Cagliari alla ricerca di una nuova identità dopo la retrocessione in serie cadetta. Per metterla in piedi, l’idea era proprio quella di ripartire da alcuni dei protagonisti della cavalcata della Primavera fino alle semifinali scudetto e da altri che avevano fatto bene lontano da casa. Tuttavia, la realtà prospettata, come spesso accade, non è stata totalmente rispettata. Il mercato e le scelte fatte tra cessioni definitive e temporanee, i bisogni dell’allenatore e di una piazza desiderosa di fare subito il salto di categoria hanno preso il sopravvento. Alcuni dei giovani però non si sono dati per vinti rispettando la loro natura. E nel corso di un girone d’andata complesso, i messaggi più forti sono arrivati proprio da loro.
Insieme
Obert, Luvumbo, Kourfalidis. Sono i tre nati nel non molto lontano 2002 che il Cagliari ha dovuto per forza di cose ascoltare. Lo slovacco e l’angolano ci hanno messo meno tempo a prendersi il proprio spazio, tra i problemi di una difesa alle prese con infortuni e indecisioni, e i bisogni di un attacco in cui il fattore imprevedibilità è risultato spesso assente. Il ruolo ha subito esposto Obert a maggiori responsabilità e critiche. Tra la corsia mancina e il lato sinistro del centro della difesa, il nativo di Bratislava ha provato a districarsi incappando in qualche errore di percorso come tutta la difesa isolana, anche se in maniera meno vistosa rispetto ai colleghi più esperti. In fin dei conti l’ex Sampdoria è stato però il più continuo, probabilmente anche per le sue capacità con il pallone tra i piedi. Pallone che spesso ha trovato i giri giusti anche tra i piedi di un Luvumbo che è stato uno dei pochi giocatori a regalare speranze anche nei momenti di cattivo umore tra la tifoseria rossoblù. Tre gol, due assist e il solo dubbio se lo si nota di più da titolare o da subentrante. Indubbia, invece, la sua importanza. Il greco, forse il più atteso tra i tre, ha invece dovuto fare un passo indietro. Chiuso da un centrocampo numeroso e ricco di qualità, Kourfalidis è tornato in una Primavera che gli ha regalato minuti nelle gambe ma che si è presto dimostrata inadatta al suo status (2 gol in 5 partite giocate). Così, quasi improvvisamente, a metà novembre, il giovane scoperto da Riccardo Guffanti è tornato nella lista dei protagonisti. Prima da trequartista e poi da mezzala che sa unire quantità e qualità, come confermato dal cross decisivo per la rete del vantaggio siglato da Lapadula nello scontro del 26 dicembre contro il Cosenza. A far compagnia ai tre, nell’ultimo turno c’è stato anche Nunzio Lella. La rete dell’ex Olbia, entrato nella seconda frazione della gara giocata nel giorno di Santo Stefano e soprattutto autore del 2-0 finale, ha messo a frutto il lavoro e il sacrificio testimoniato anche da Fabio Pisacane in sala stampa (qui le parole). Un gol che ha fatto mettere anche la sua firma sul messaggio scritto dai più giovani rossoblù a Sir Claudio Ranieri.
Approccio
Si apre quindi una nuova fase. L’arrivo di gennaio non porterà solo Ranieri sulla panchina rossoblù ma anche una nuova finestra di mercato. Altri giovani, come Millico, potrebbero salutare visto il poco spazio trovato (qui l’approfondimento). L’approdo del tecnico di Testaccio e le scelte del diesse Bonato faranno arrivare nuove domande che necessiteranno nuove risposte. Indipendentemente dal modulo, il calcio fatto di verticalità, rapidità e presenza fisica di Ranieri (qui l’analisi) potrebbe essere ideale per le caratteristiche di giocatori come Kourfalidis e soprattutto Luvumbo. L’ex Primeiro de Agosto con le sue progressioni avrebbe gioco facile nell’attacco alla profondità che potrebbe essere cercata con più insistenza rispetto al recente passato. Discorso simile per un Obert che sembra aver scavalcato nelle gerarchie anche Capradossi, anche se il Cagliari nella nuova sessione di mercato potrebbe cercare un difensore centrale d’esperienza che è sembrato mancare nella prima parte di stagione. Chi ha trovato spazio con le proprie forze, anche mentali, appare però destinato a rimanere sull’Isola, dove l’obiettivo dichiarato è risalire la classifica. Una nuova rivoluzione, stavolta della graduatoria, a cui partecipare. E in cui la forza dei più giovani rossoblù potrebbe essere determinante.
Matteo Cardia