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Cagliari, da Lapadula a Pavoletti: il 4-3-3 non è un paese per centravanti

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Tre gol in altrettante partite di campionato, cui sommarne altri tre rifilati al Perugia nei Trentaduesimi di Coppa Italia. Di questi uno solo è stato firmato da un attaccante vero, il rigore – allora trasformato – da Lapadula per il momentaneo 2-2. Ma il primo trittico di gare portato a termine in casa Cagliari ha detto una cosa importante, tra le varie risposte offerte dal campo a Fabio Liverani: fin qui il 4-3-3 rossoblù non è stato un paese per centravanti. L’1-0 di Ferrara contro la Spal – deciso da una punta centrale come La Mantia, in passato uomo di fiducia del tecnico romano – ha messo in evidenza una volta di più che pur cambiando elemento al centro dell’attacco (prima Pavoletti, poi Lapadula) il risultato non cambia. A differenza del trio offensivo titolare proposto da Liverani nelle prime quattro gare tra campionato e coppa, sempre diverso negli uomini e nel modo di interpretare il match, anche per via delle diverse caratteristiche tecniche dei vari elementi impiegati.

Assetto

Il tridente “cangiante” scelto inizialmente al Paolo Mazza ha stupito un po’ tutti: Nández alto a destra, Mancosu a sinistra, Lapadula al centro. A loro si è aggiunta la spinta propulsiva di Rog, che lentamente sta tornando a mostrare sprazzi di quella classe ammirata prima del doppio infortunio al ginocchio. Il risultato è stato soddisfacente, a detta di Liverani: i numeri delle occasioni da rete create dai suoi ragazzi ne sono la prova, secondo quanto detto in sala stampa al termine del match. Il fatto di non dare punti di riferimento alla difesa spallina nella prima parte di gara probabilmente ha dato i frutti attesi dal tecnico romano, con Lapadula e Mancosu che hanno sfiorato (e sprecato) due volte il gol che avrebbe dato una direzione ben diversa al match. L’ex Benevento ha lottato come ha potuto contro Meccariello e Arena, due centrali di categoria, trovando comunque in più di un’occasione gli spazi giusti ma è sempre mancata la precisione, trovando anche di fronte un Alfonso in serata di grazia. Nella ripresa l’occasione del rigore sbagliato ha affossato le speranze di pareggio dei rossoblù, con Liverani che ha inserito Luvumbo soltanto al 78’, vedendo subito ristabilita la parità numerica. Sull’unico pallone avuto a disposizione l’angolano ha fatto ammonire per la seconda volta il povero Peda, con un legittimo interrogativo: e se Zito fosse entrato prima, con la Spal che ormai da diversi minuti era in fase di protezione del vantaggio? Domanda che resterà ovviamente senza risposta, ma con il numero 77 in campo probabilmente la difesa di casa avrebbe patito di più la spinta offensiva rossoblù. Neanche l’ingresso di capitan Pavoletti ha cambiato granché le cose, con il livornese che ha avuto una sola palla a disposizione sulla punizione di Pereiro.

La giusta formula

Errori di misura, regali, scelte sbagliate. Comunque li si voglia definire, sono tutti elementi costituenti della prima sconfitta stagionale per il Cagliari formato Serie B. Se è vero che la difesa resta il reparto da registrare con la massima urgenza, lo è anche il fatto che l’attacco deve trovare la giusta formula per valorizzare al massimo il grande talento a disposizione. A partire dalla formula tattica: la possibile partenza di Pereiro con l’inserimento di Filippo Falco, altro uomo di fiducia di Liverani, potrebbe dare l’ennesima scossa a un reparto offensivo che a inizio ritiro poteva contare ancora su Joao Pedro, il cui fantasma di centravanti atipico e realizzatore (più o meno unico negli ultimi campionati) continua ad aleggiare dalle parti di Assemini. Con il mercato che chiuderà a breve, Liverani dovrà trovare la quadra definitiva: ci sarà spazio per il duo Lapadula-Pavoletti da qui in avanti? Lo stesso tecnico romano derogherà a quanto affermato in precedenza, magari modificando il 4-3-2-1 in un 4-3-1-2 più classico, vista l’abbondanza di soluzioni?

Quella a cavallo tra fine agosto e inizio settembre sarà la settimana che dovrà dare risposte, anche se sono passate solo tre giornate. Ci mancherebbe: è prestissimo per avere fretta, ma è pur vero che altre big come il Genoa continuano a camminare a passo svelto. Venerdì 2 settembre, primo giorno di chiusura del calciomercato, all’Unipol Domus arriva l’ambizioso Modena allenato dall’ex Tesser, che nell’ultimo turno ha passeggiato sulla Ternana. Un altro avversario complicato in un momento in cui serve trovare quanto prima il giusto assestamento, a partire dal reparto offensivo.

Francesco Aresu

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