La questione ambientale è un tema ricorrente, saper differenziare i diversi materiali per poi riciclarli un atto di civiltà. Un pallone di qua, uno di là, indirizzare verso il giusto destino avversari e compagni, recuperare ciò che sembra perso e inutile per renderlo nuovamente utilizzabile. Nel centrocampo del Cagliari, risorto sotto la cura di Claudio Ranieri, lo specialista del genere fa Antoine di nome e Makoumbou di cognome, una crescita costante di chi è stato sempre indispensabile ma che nel finale di stagione è diventato fondamentale.
Da Bari al Bari
Stadio San Nicola di Bari, 18 febbraio 2023. Pallone vagante nell’area rossoblù, 93′ minuto con il Cagliari che è pronto ad assaporare una vittoria in trasferta che manca da cinque mesi. Maiello si avventa sulla sfera, Makoumbou prova ad anticiparlo finendo per impattare sulla gamba dell’avversario. Rigore, Antenucci si presenta davanti a Radunovic e insacca il pallone dell’1-1 finale. Un remake di quanto avvenuto due settimane prima a Modena, quando il centrocampista ex Maribor – con un intervento pressoché simile – causò la massima punizione del vantaggio gialloblù. Un film horror che mette Makoumbou sul banco degli imputati delle difficoltà del Cagliari lontano dalla Unipol Domus, un giocatore incompiuto che sembra sempre pronto al salto di qualità ma che inevitabilmente manca l’appuntamento. La finale del playoff contro il Bari rappresenta così per il calciatore franco-congolese l’occasione della rivincita, chiudere definitivamente il libro degli errori e scrivere una nuova pagina del suo romanzo di formazione con Ranieri come ghostwriter. Centotredici giorni dopo la gara di ritorno in campionato Makoumbou tornerà nello stadio del capoluogo pugliese, ma prima c’è da compiere il passo della partita d’andata di fronte al proprio pubblico. Che ha saputo scoprire con il tempo un centrocampista quasi totale, che ha saputo trasformare mugugni e perplessità in fiducia incondizionata quando il pallone è tra i suoi piedi e, ancora di più, quando i suoi tentacoli si presentano davanti all’avversario di turno.
Sulla scena
Meritevole di approvazione e ammirazione, questo il significato del nome Antoine. Nomen omen, almeno guardando alle ultime prestazioni di Makoumbou, su tutte quella del Tardini nella semifinale di ritorno. Capace di dettare tempi e gioco in un primo tempo di poca sofferenza e controllo, con tanto di quasi assist a Lapadula in occasione del gol del numero 9 poi annullato per fuorigioco. O, ancora, del lancio illuminante in verticale che per poco non ha dato a Nández la possibilità di presentarsi a tu per tu con Chichizola. Ma è nella ripresa, quella della battaglia, che il classe ’98 parigino è salito in cattedra. Passando dal ruolo di regista-mediano a quello di mezzala, dando respiro e rendendo sterili i tentativi di folata di Vazquez e compagni. “Lui per me è un centrocampista box to box, ho dovuto metterlo al centro per i tanti infortuni. Se avesse un po’ più di tiro sarebbe un grandissimo giocatore“. Le parole di Ranieri dopo lo 0-0 del Tardini un’ulteriore sentenza delle qualità di Makoumbou che, grazie al lavoro del tecnico rossoblù, si è svestito dei panni eleganti ma poco efficaci del giocoliere dinoccolato per indossare quelli della praticità con qualche fronzolo funzionale. “Gli ho detto che gli avrei pagato una bottiglia di champagne se gioca a uno-due tocchi“, ancora Ranieri dopo la gara di Parma. E l’ex Maribor ha seguito il suo nuovo professore, migliorando giorno dopo giorno e rispettando le consegne di Sir Claudio.
Chiudere il cerchio
Un solo gol in stagione, quello alla seconda giornata che regalò la vittoria contro il Cittadella alla Unipol Domus. Trentasei presenze nella regular season, solo due volte rimasto a guardare, dettaglio che ne denota l’importanza sia per chi c’è stato, Fabio Liverani, sia per chi ne ha saputo esaltare le doti come Ranieri. Fondamentale a tal punto che nell’ultima gara di campionato a Cosenza, con la Spada di Damocle della diffida, il tecnico romano ha deciso di lasciarlo a riposo per evitare qualsivoglia rischio. Arrivati i playoff Makoumbou ha ulteriormente alzato il livello delle proprie prestazioni in un centrocampo che lo vede integrarsi alla perfezione con chiunque giochi al suo fianco. Ago della bilancia, il franco-congolese è capace di unire quantità e qualità, di riciclare i palloni che passano dalle sue parti con una calma, una personalità e un passo quasi irriverenti. Ma non c’è nessuna provocazione nel gioco dell’ex Maribor, questione di stile e di capacità. Ora però arriva la sfida nella sfida, quella contro un Bari che evoca ricordi amari, quelli di un rigore causa di lacrime e depressione, ma anche di una risalita costante e della capacità di reagire alle avversità. Sempre con il sorriso, fedele al suo nome di battesimo. Meritevole di approvazione e ammirazione e con un unico vero obiettivo: raggiungere la Serie A con la maglia del Cagliari. Con il sorriso suo compagno di viaggio e con Ranieri come burattinaio, per chiudere il cerchio e confermarsi.
Matteo Zizola