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Tommaso Augello e Jakub Jankto durante un allenamento del Cagliari

Cagliari, da Augello a Jankto: la rivoluzione parte da sinistra

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Sembrava essere la fascia senza un vero e proprio padrone nella prima parte dello scorso anno, tra infortuni e giovani da far maturare. Poi l’arrivo di Azzi, la continuità inizialmente ritrovata da Barreca prima di alcuni passaggi a vuoto, la possibilità di sfruttare Obert così come Luvumbo, anche se in posizione più avanzata nel 4-4-2. Un modulo da cui il Cagliari di Ranieri sembra voler ripartire, con il mercato sulla corsia mancina che ha già dato i suoi segnali a riguardo.

Quadro

Azzi e Augello per la retroguardia, Jankto e il futuro rossoblù Oristanio per il centrocampo e forse qualcosa di più. Con la chance da non escludere di vedere adattati l’italo-brasiliano e Zito Luvumbo sulla linea di metà campo. “I numeri ormai non contano più nulla. Tre, cinque, quattro, due sono numeri telefonici e basta” ha chiarito Claudio Ranieri nella sua prima conferenza stampa dell’anno. Ma anche se 4-4-2 non sarà, l’impressione è che il tecnico non voglia che si ripetano quelle difficoltà viste nel recente passato e che sembravano far rendere meno la corsia mancina rispetto a quella opposta, dove soprattutto la catena formata da Zappa e Nandez ha fornito sicurezze nella seconda parte dell’anno con più continuità. E in cui anche la duttilità di Di Pardo, nonostante l’esterno scuola Juventus sia stato rallentato dai problemi fisici, di variare con maggiore tranquillità come successo nella finale di ritorno dei playoff contro il Bari. Una piccola falla nel sistema che Ranieri ha voluto subito provare a tappare, affidando al ds Bonato il compito di portare in Sardegna un mix di uomini fidati e giovani di prospettiva.

Chance

Nel gioco delle coppie della fascia mancina è la complementarità la caratteristica che potrebbe fungere da base solida per una catena che per tre quarti sarà nuova. Augello è tra gli uomini che Ranieri ha scelto di riavere con sé, dopo averci lavorato per la prima volta alla Sampdoria nelle prime due stagioni vissute in blucerchiato dal giocatore tra il 2019 e il 2021. Il terzino classe ‘94 sa accompagnare l’azione, ma dalla sua parte oltre alle più di 100 presenze in Serie A ha anche una maggiore facilità all’approccio alla fase difensiva. Caratteristica che lo rende differente da un Paulo Azzi che dopo anni troverà quella Serie A cercata a lungo. Con l’italo-brasiliano che avrà la possibilità di trovare nuovi stimoli dalla concorrenza interna ma ha già dalla sua la consapevolezza di poter essere un’arma in diverse situazioni, soprattutto quando la squadra avrà bisogno di maggiore spinta e imprevedibilità in avanti. Un discorso simile a quello che potrebbe riguardare Jankto e Oristanio. Il primo, atteso dal riscatto a seguito delle ultime due difficili annate tra Spagna e Repubblica Ceca, negli anni tra Udinese e Sampdoria ha dimostrato di unire le capacità offensive a quelle di interdizione. Motivo per cui Ranieri ha deciso di puntare su di lui anche in Sardegna, con la speranza che il giocatore possa ritrovare fiducia e prestazioni che potrebbero trasformarsi in linfa vitale sia per sé stesso che per il Cagliari. Il secondo, già al lavoro con i rossoblù dalla giornata di ieri – mercoledì 19 luglio – nonostante l’attesa per l’ufficialità, offrirà al tecnico romano più imprevedibilità sull’out mancino. Oristanio che però potrebbe vedersi anche qualche metro più avanti o a piede invertito, confermando quella duttilità intravista tra nazionali giovanili e nei due anni in Olanda con la maglia del Volendam.

Evitare i passi falsi del recente passato e giocare sugli equilibri dati dalle diverse peculiarità delle pedine a disposizione. Ma quella mancina sarà anche una corsia in cui si concentreranno e in cui conteranno i sentimenti e le speranze con cui chi è rimasto e chi è arrivato affronterà gli impegni di un campionato complesso. Una fusione di elementi ed emozioni che potrebbe far nascere l’energia giusta per iniziare a scrivere una propria nuova storia in Serie A.

Matteo Cardia

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