Un colpo di spugna gentile, una rivoluzione pacifica nel nome e nell’esperienza di Claudio Ranieri. Mentre il mercato attende le prime mosse, il Cagliari punta verso l’obiettivo Como per iniziare il girone di ritorno sotto una nuova stella. I giorni che separano i rossoblù dalla sfida contro i lariani serviranno al nuovo allenatore per testare il gruppo e tracciare una o più linee in ottica acquisti e cessioni.
Re Giorgio
“Ogni giocatore rende in maniera diversa a seconda dell’allenatore, voglio prima conoscere bene la squadra che ho a disposizione“. Ranieri, nella conferenza stampa di presentazione, ha di fatto sottolineato come quanto visto in campo fino a oggi possa essere un falso indizio. Una scossa per tutti quegli elementi che hanno messo in mostra prestazioni al di sotto delle aspettative, la possibilità di risalire la china e dimostrare al tecnico di Testaccio la propria utilità dentro la nuova filosofia tattica. Dalla costruzione dal basso alla praticità, dal possesso palla all’eccesso alla verticalità, saranno probabilmente questi i cambi di Ranieri alla voce gioco. Lo dice la sua esperienza, lo ha detto Sir Claudio in più occasioni durante il suo fermo dopo l’ultima esperienza al Watford. E guardando a chi potrebbe rendere in maniera diversa nel nuovo corso, il primo nome che salta alla mente è quello di Giorgio Altare. Punto fermo di Liverani per tredici giornate, il centrale bergamasco ha pagato con il declassamento in panchina il grave errore nella partita casalinga contro il Pisa con conseguente rete siglata da Morutan. Da quel momento tre panchine consecutive senza entrare in campo, tredici minuti nel finale contro il Perugia, la titolarità a Palermo e la nuova panchina contro il Cosenza con Pisacane in panchina. Penalizzato per caratteristiche tecniche dallo stile dell’ex allenatore rossoblù, con le difficoltà in costruzione enfatizzate oltremodo, Altare potrebbe ritrovare con Ranieri le certezze perdute, esaltando le proprie qualità di marcatore roccioso e di difensore vecchio stile. Un’occasione importante per guadagnare i galloni da leader della difesa e rispedire al mittente i dubbi e gli eventuali nuovi innesti dal mercato.
Passione Celeste
Se Altare ha vissuto il suo periodo di magra dopo l’ottima seconda parte di stagione in Serie A, per Gastón Pereiro il discorso si fa più ampio. Perché il Tonga, al contrario del compagno ex Olbia, non ha avuto con il solo Liverani difficoltà a farsi apprezzare dal tecnico di turno. Eterno incompiuto, da Maran a Mazzarri passando per Zenga, Di Francesco e Semplici, ogni condottiero passato in Sardegna ha dovuto fare i conti con le aspettative disattese del fantasista uruguaiano. Poche le possibilità raccolte, solo con Mazzarri un periodo d’oro limitato che ha fatto il paio con pochi lampi e tanti passaggi a vuoto. Ranieri ha già lavorato con giocatori per certi versi simili al Tonga, Gastón Ramirez su tutti, riuscendo nell’obiettivo di tirare fuori maggiore continuità e colpi. Per Pereiro un’altra occasione, l’ultima, per giustificare acquisto e attesa, con un mercato di gennaio che negli ultimi giorni potrebbe portare a un addio se anche con il tecnico testaccino non dovesse rispondere presente in quanto a sacrificio e grinta. Restando in zona Celeste cerca una nuova vita anche Nahitan Nández. Il León non ha demeritato nelle ultime uscite, anzi, ma da lui ci si aspetta quell’apporto da valore aggiunto per la cadetteria che ancora non è arrivato al 100%. Ranieri e il club puntano tanto sul centrocampista di Punta del Este, la sua garra si sposa perfettamente con la lotta “ogni singolo centimetro” richiesta dal nuovo allenatore fin dalla presentazione. Che sia 4-4-2 o conferma del 4-3-1-2, Nández resta elemento imprescindibile che però dovrà alzare il livello delle sue prestazioni per rispecchiare le attese, oltre che per ritrovare appetibilità sia in chiave nazionale che sul mercato.
Non solo pretoriani
Non si può infine dimenticare quel gruppo di giocatori, tra più e meno giovani, che pur con aspettative ridotte hanno comunque perso posizioni rispetto alle ipotesi estive. Gabriele Zappa è ormai da tempo lontano parente di quell’esterno di fascia destra che bene aveva fatto nelle sue prime apparizioni con Di Francesco in panchina. Un miglioramento mai arrivato, tra distrazioni e grinta assente, e che Ranieri potrebbe risvegliare pur senza la sua ormai nota campanellina. Superato da Di Pardo nelle gerarchie, Zappa ha l’occasione di scacciare i fantasmi di una possibile cessione e riprovare a essere il giocatore degli esordi in rossoblù. Atteso dalla conferma delle ultime buone impressioni sarà Filippo Falco, pretoriano di Liverani e ora chiamato a guadagnarsi la stima del nuovo allenatore. Con il dubbio della collocazione tattica, abbandonato il 4-3-3 e con l’opzione trequartista che lo ha messo in mostra positivamente, ma anche il possibile passaggio al 4-4-2 che potrebbe vederlo in una nuova veste di esterno offensivo. Per Falco la missione dovrà essere quella di dimostrare a Ranieri di poter “legare con i compagni”, limando quell’egoismo che fa parte delle sue caratteristiche da fantasista. Un altro pretoriano di Liverani – voluto fortemente dal tecnico pur senza averlo mai avuto in carriera – è Nicolas Viola. Uscito dai titolari nelle ultime settimane, il regista calabrese dovrà convincere Ranieri alzando il ritmo e la fisicità, al contrario diventa complicato ipotizzare la sua presenza in mezzo al campo. Infine i giovani, da Luvumbo a Kourfalidis, da Obert a Lella, tutti sugli scudi e tutti chiamati a confermarsi nel nuovo corso. Ascoltando la voce dell’esperienza di Sir Claudio per passare da pietre grezze a giocatori completi e veri, rispondendo alla chiamata di Ranieri che ha voluto precisare come non guardi “né stipendio né età“.
Matteo Zizola