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Cagliari | Crescita e futuro: Piccoli a caccia del definitivo salto di qualità

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Stadio Luigi Ferraris, domenica 24 novembre 2024. Genoa e Cagliari sono sul punteggio di 1-1 dopo il vantaggio su rigore degli ospiti firmato da Marin e il pareggio dopo pochi minuti di Frendrup. Sono passati 41 secondi dall’inizio del recupero del primo tempo: Roberto Piccoli riceve da Zappa un pallone rasoterra in verticale qualche metro prima della linea di metà campo. L’attaccante rossoblù, per l’occasione in maglia bianca, controlla la sfera e sfruttando il suo fisico supera vicino alla linea laterale prima Matturro e poi Martin, resistendo ai tentativi di interrompere l’azione anche con un fallo. Parte palla al piede, Frendrup prova a rientrare in copertura ma non riesce a raggiungerlo, quindi il passaggio in diagonale per Gaetano che conclude trovando la grande risposta di Leali.

Centrale
Nove secondi sono passati dal controllo nella propria metà campo al pallone servito al compagno dopo una corsa in conduzione per 40 metri. In questa azione c’è tutto di Piccoli, sia il positivo – le qualità del calciatore – sia per certi versi il negativo – il lavoro per la squadra che lo porta lontano dal terreno di un centravanti, l’area di rigore. Una giocata da attaccante moderno sì, ma che spiega quali siano le difficoltà incontrate dall’ex Atalanta nelle prime tredici giornate di Serie A. Giocatore a tratti dominante dal punto di vista fisico, abile nella gestione del pallone per far salire la squadra, tecnicamente valido e con discrete doti balistiche. Anche, però, un elemento troppo spesso chiamato al classico lavoro sporco, a un gioco collettivo che lo penalizza in lucidità, freschezza e anche sola presenza nel momento del dunque, ossia quello del gol. Sono 3 le reti realizzate in campionato dal classe 2001 bergamasco, uno l’assist, numeri che in proiezione non porterebbero alla tanta agognata doppia cifra e che sono di fatto abbastanza limitati per un numero nove. Come sempre, però, le statistiche hanno bisogno della prova del campo, ossia della capacità di scovarne il perché. E nel caso di Piccoli sembra abbastanza chiaro che più che di limiti individuali si debba parlare di questioni collettive, di un gioco che ne richiede un grande sforzo lontano dall’area portandolo a non essere performante quanto servirebbe nei sedici metri. Con il dubbio che più che una prima punta sia una sorta di spalla di un secondo centravanti, come l’ultima stagione a Lecce assieme a Krstovic – la sua migliore in termini media gol per minuti giocati –  sembrerebbe confermare. Restando sulle statistiche non mancano gli aspetti positivi ai quali, però, fanno da contraltare alcuni dettagli da limare. Al di là dei gol realizzati, il numero 91 del Cagliari ha una media di 2,9 tiri a partita tra il picco dei 6 nella prima giornata contro la Roma allo 0 contro l’Empoli. Passando ai duelli, quelli vinti parlano di una media di 7,4 a gara, con i 13 contro il Bologna come punto più alto e i 4 contro il Lecce come punto più basso, mentre per quel che riguarda quelli persi la media è di 11,2, con come estremi i 18 contro il Napoli e i 5 contro il Milan. Andando alla statistica delle palle perse e recuperate, nel primo caso Piccoli ha una media di 10,3 – Napoli con 18 e Juventus e Lazio con 7 i dati più alti e più bassi – mentre nel secondo caso la media scende giocoforza a 0,6 a causa del ruolo. Insomma, Piccoli risulta centrale per il Cagliari in tanti aspetti, con l’altra faccia della medaglia che lo pone nella posizione di gestire palloni complicati e, conseguentemente, perdere duelli e possessi. Soprattutto con quel gol che è sì arrivato tre volte, oltre ai due rigori guadagnati che hanno portato due pareggi, ma che non lo vede ancora un cannoniere di fatto considerando le quasi 39 conclusioni totali.

Record e futuro
Contro il Genoa Piccoli ha raggiunto quota 16 reti in Serie A. Con due particolarità, perché il classe 2001 di Bergamo ha segnato a sedici squadre diverse, aggiungendo i liguri alla lista delle vittime. Non solo, ma l’ex Lecce riesce a incidere soprattutto quando le partite arrivano alla parte finale, con ben nove dei suoi gol messi a segno dopo l’80’. Rispettata la legge dell’ex al Ferraris, anche nella prossima gara contro il Verona alla Unipol Domus – venerdì 29 novembre alle 20:45 – Piccoli si troverà di fronte una delle sue maglie del passato. Sei i precedenti del ventitreenne lombardo contro l’Hellas, zero i gol realizzati da giocatore dello Spezia, del Genoa, dell’Empoli e del Lecce. La possibilità, dunque, di aggiungere una nuova vittima alla sua lista e proseguire nello strano record di gol segnati sempre contro squadre differenti. Una gara speciale non solo per via del suo passato, ma anche perché già fondamentale nella corsa salvezza, obiettivo collettivo e per certi versi anche personale. Perché Piccoli vuole conquistare il Cagliari, cercando di andare incontro alle speranze di chi vede in lui un Christian Vieri prima versione. Una crescita che passa inevitabilmente dalla maglia rossoblù, un paragone forse eccessivo ma che guardando la storia dell’ex bomber della nazionale italiana non appare così lontano dalla realtà. Proprio tra i 23 i i 24 anni d’età, infatti, Vieri esplose definitivamente in Serie A dopo gli esordi da giovane con la maglia del Torino. E lo fece in quella Bergamo che ha dato i natali a Piccoli e che ora Piccoli vorrebbe salutare definitivamente dopo troppi giri di giostra temporanei da nord a sud Italia. Arrivato in Sardegna in prestito gratuito dall’Atalanta la scorsa estate, per l’ex Lecce il Cagliari vanta il diritto di riscatto a 12 milioni di euro nel giugno del 2025. Una cifra importante, ma che potrebbe diventare un investimento azzeccato se il centravanti bergamasco riuscisse a esplodere definitivamente. La sfida è di passare definitivamente da promessa a giocatore compiuto, il Cagliari di Nicola la strada verso l’obiettivo. Nella prima stagione con una maglia da titolare indiscusso, altro dettaglio che conferma quanto la società di Sa Ruina creda nella sua consacrazione. E, chissà, magari con l’aiuto dell’allenatore piemontese non solo nel formare un attaccante moderno che svaria su tutto il fronte offensivo, ma anche dandogli l’occasione di essere più decisivo dentro l’area di rigore. Diventando finalmente un centravanti alla Vieri e non un giocatore sì di fisico, ma con compiti più della seconda punta – ma senza una prima al suo fianco – che da numero nove vero e proprio. Come a Lecce nella passata stagione, sempre che Piccoli non trovi quella scintilla che possa davvero trasformarlo nel nuovo Bobo Vieri.

Matteo Zizola

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