Nella netta sconfitta di La Spezia l’unica vera nota positiva per i rossoblù di Mazzarri è stata l’ennesima grande prova dell’estremo difensore di Fiesole, che ha provato in tutti i modi a tenere la porta inviolata.
Se da tre partite di fila il tuo uomo migliore è il portiere, qualcosa che non va c’è per forza. Specialmente se, nelle ultime due, sono arrivate altrettante sconfitte che, oltre a far perdere punti, ha fatto lo stesso con tutta una serie di certezze conquistate con fatica e sudore nelle settimane precedenti. Nel brutto 2-0 di La Spezia per il Cagliari di Walter Mazzarri le note liete sono veramente pochissime: la tenacia di Giorgio Altare, che nel 2022 è forse la principale sorpresa tra i rossoblù, il buon impatto a partita in corso di Razvan Marin, esattamente come contro il Napoli e, soprattutto, il rendimento di Alessio Cragno. Il portiere di Fiesole è stato per distacco il migliore in campo al Picco, con diverse parate decisive e, soprattutto, il rigore parato a Verde nel primo tempo che avrebbe potuto dare una nuova scossa agli uomini di Mazzarri.
On fire
Cragno ha stravinto il duello personale con il numero 10 spezzino, negandogli costantemente la gioia del gol sui vari calci piazzati battuti, con il picco di tensione più alto in occasione del penalty concesso da Orsato (e dal Var) per l’ennesimo intervento scomposto in stagione di Dalbert, riuscito anche nell’impresa di farsi male in occasione del fallo. Il numero 28 – per l’occasione in celeste – ha evitato lo svantaggio a fine primo tempo, generando potenzialmente un effetto positivo a livello psicologico per gli ospiti che, scampato il pericolo, avrebbero potuto approfittare del momento per colpire la squadra di Thiago Motta. Invece, come noto, nulla di ciò è accaduto al Picco, con gli aquilotti – cui la vittoria interna mancava dal derby del 23 gennaio scorso contro la Sampdoria (1-0, gol di Verde) – che, reduci da quattro sconfitte consecutive, hanno messo in campo tutte le proprie doti andando a colpire i limiti dei rossoblù. L’unico in grado di tenere la barra dritta è stato Cragno, che ha saputo dire di no a Verde e Agudelo ed è stato superato soltanto dai gol di Erlic e Manaj, su cui davvero nulla ha potuto. Nel primo caso il croato ha deviato il pallone in rete praticamente sulla linea di porta, a neanche mezzo metro dal portiere fiorentino rendendo del tutto impossibile una parata, così come troppo ravvicinato e angolato è stato il mancino del numero 9 in bianco. “Ora serve equilibrio, non eravamo dei fenomeni prima e non siamo degli scappati di casa ora. C’è delusione, ma il campionato non finisce oggi”, ha detto Cragno nel postpartita, mettendoci la faccia come tante altre volte in stagione.
Obiettivo Milan
“Prova da azzurro”, è il titolo delle pagelle della Gazzetta dello Sport con riferimento al portiere rossoblù. E, in effetti, nell’ultimo mese il rendimento dell’estremo difensore classe 1994 è stato altissimo. Le parate contro l’Atalanta, il volo da copertina sulla girata di Pjaca all’Olimpico di Torino, gli interventi decisivi contro lo Spezia hanno detto un’unica cosa: Cragno is on fire, forse l’unico a confermare il buon momento nel 2022 del Cagliari di Mazzarri, che nelle ultime due partite sembra essersi smarrito. “Quando si perde la prestazione individuale passa sempre in secondo piano”, ha detto ancora il portiere toscano al termine della sfida persa al Picco, quasi a voler allontanare ogni tipo di scomodo riferimento al tema Nazionale, con gli spareggi mondiali a fine mese. Prima però, ci sarà il Milan, che sabato 19 arriverà alla Unipol Domus da capolista. Non proprio l’avversario ideale per ripartire dopo due sconfitte, o forse sì, vista l’importanza della posta in palio e il fascino del match. Per Cragno c’è una statistica da sovvertire, dato che nelle 8 partite giocate contro il Diavolo le soddisfazioni sono state poche: zero vittorie, un solo clean sheet e il rigore parato a Zlatan Ibrahimovic nell’ultima giornata del campionato 2019-20 come punto più alto. Sarà l’ennesima gara in salita per il Cagliari di Mazzarri che, anche nel buio ritrovato malvolentieri dopo settimane di luce, riparte da una certezza: Cragno c’è. E scusate se è poco.
Francesco Aresu