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Cagliari, così non va: ai rossoblù manca il cuore per la salvezza

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Walter Mazzarri | Foto Luigi Canu
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Fuga dalla realtà, sperando non sia anche dalla Serie A. Il Cagliari, abbattuto dall’1-0 nello scontro diretto per la salvezza in casa del Genoa, si lecca le ferite e si affida all’esercizio di stile preferito dal gruppo rossoblù in questa complessa annata di Serie A: spostare il focus su quello che poteva essere e non è stato. Il palo di Joao Pedro, l’episodio da rigore su Keita Baldé, il Genoa ha creato poco e ha sfruttato una delle poche vere occasioni della contesa.

Alibi e giustificazioni che sarebbero anche giuste se fossimo a inizio torneo, ma che alla giornata numero 34 e dopo un campionato fatto di continui passi falsi e di ripetuti errori e disattenzioni nei momenti chiave di una gara lasciano il tempo che trovano, e anzi forse andrebbero messi da parte per trovare un diverso spirito da salvezza che questa rosa dimostra di avere in maniera flebile e a corrente alternata.

Dati
Il campo fin qui ha raccontato una stagione diversa rispetto alla sala stampa. In quasi tutti gli scontri diretti salvezza, Sampdoria esclusa, il Cagliari ha patito il gioco avversario o subito delle beffe nel finale. Pensiamo nel primo caso all’Empoli all’andata, allo Spezia nel ritorno o alle due sfide con l’Udinese, mentre nel secondo caso ai pareggi con Salernitana e Venezia all’andata. Senza dimenticare che il Genoa ha fatto 6 punti contro i sardi, non male se consideriamo che in totale i liguri hanno vinto appena tre partite dall’inizio del campionato. Nei momenti decisivi della stagione il gioco passa quasi in secondo piano, schemi, moduli, passaggi a memoria perdono di peso rispetto a nervi e cuore e in questo aspetto il Cagliari di Walter Mazzarri sembra essere la squadra, insieme al Venezia, più scarica di tutte le rose che cercano la permanenza in Serie A. E proprio nel carattere sono mancati i sardi al Ferraris in una gara brutta, sporca e con un livello tecnico molto basso (per quasi 70′ il Cagliari ha avuto solo il 53% di accuratezza nei passaggi). Il Genoa è stato bravo a vincere con le unghie e con i denti ma più per mancanza di spirito del Cagliari in alcuni episodi che per reali meriti propri. Ripensiamo all’occasione di Amiri nella prima frazione, nata da un contrasto morbido (per usare un eufemismo) di Dalbert. O alla stessa azione che ha portato alla rete-beffa di Badelj, con tante disattenzioni e poca cattiveria generale (specie da parte di Rog e Dalbert). Un momento simbolo della differenza di mentalità è stato il calcio d’inizio: dopo il solito scambio di gagliardetti e le foto di rito il Genoa si è riunito in cerchio vicino alla curva dei propri tifosi con Sturaro a caricare i suoi. Il Cagliari al contrario si è schierato per battere il via alla gara. In molti si guardavano intorno, ognuno solo con i propri demoni, le proprie speranze e le proprie paure. Anche questi sono segnali. Perché il Cagliari manca di cattiveria nel momento cruciale? Il successo sul Sassuolo ha fatto credere che tutto sarebbe stato più facile? Questa squadra non riesce a cambiare spirito nonostante le tante batoste stagionali?

Momento
Quesiti e dubbi nel momento peggiore del campionato a cui dovrà essere bravo a trovare una rapida risposta Walter Mazzarri, con il tecnico toscano che dopo aver trovato un’identità alla sua squadra a inizio anno ora sembra essere tornato a faticare nel farsi seguire dai suoi giocatori. Non arrivano per caso sette sconfitte nelle ultime sei gare giocate. Attaccarsi a episodi, rigori non ricevuti o spostare il focus su sfortuna e punti mancanti per i più svariati e variegati motivi, come spesso fatto dall’ex allenatore di Napoli e Inter, però ora sembra essere controproducente. Anche a Genova i rossoblù hanno dimostrato che a livello di qualità hanno una rosa superiore rispetto alle dirette avversarie per la permanenza in massima serie però non hanno coesione e forza, e soprattutto rispetto a Genoa e Salernitana non viaggiano sulle ali dell’entusiasmo, anzi ormai da anni a Cagliari il clima è fin troppo mesto e si faticano a ricordare settimane o mesi di tranquillità, certezze e fiducia. Un dettaglio non da poco per un campionato dal tasso tecnico al ribasso che sta dando più spazio al cuore che alla giocata. Un esempio è l’incapacità del Cagliari di essere protagonista quando la gara conta di più, nel finale. I ragazzi di Mazzarri sono la squadra che ha subito il maggior numero di gol nel corso della seconda frazione di gioco in questa Serie A (36). Insomma, bisogna guardare in faccia alla realtà: servono cuore e autocritica per i rossoblù. La salvezza è ancora nelle mani degli isolani, a cominciare dalla gara al Verona alla Unipol Domus, però l’andamento recente, i risultati e la mentalità mostrata in campo dai rossoblù parlano di soli 3 punti nelle ultime cinque (peggio fa solo il Venezia a zero), a quattro gare dal termine lascia poco spazio per stare a riguardare il passato, serve pensare ai punti e alle occasioni salvezza, che diventano sempre meno. Mazzarri oggi, 25 aprile, riprenderà subito gli allenamenti e metterà i suoi davanti allo specchio: l’immagine che verrà restituita sarà finalmente quella di una squadra liberata dall’ormai consueta cappa di negatività e dall’assenza di cattiveria?

Roberto Pinna

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