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Alberto Grassi in azione | Foto Luigi Canu

Cagliari, contro l’Empoli la sfida più difficile è a centrocampo

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Infortuni, partenze certe e permanenze dubbie a dare qualche pensiero in più a Mazzarri e allo spogliatoio. Il centrocampo del Cagliari ha vissuto un girone d’andata in cui le aspettative di inizio stagione non sono state rispettate. Ritmi bassi, poca qualità nel palleggio e un filtro davanti alla difesa mai continuo. Tra gennaio e febbraio però qualcosa, come in tutta la squadra, è sembrato cambiare e la vittoria contro l’Atalanta ne è stata la conferma. La mediana ha dato ordine in entrambe le fasi ed è stata la prima fonte delle ripartenze. Contro l’Empoli però saranno ancora le assenze a poterla fare da padrone in mezzo al campo, in una gara che già all’andata si era decisa nella zona centrale del manto erboso.

Sicurezze
Malgrado i passi in avanti, la metà campo del Cagliari resta un cantiere aperto. Contro gli azzurri di Andreazzoli, ancora una volta le scelte per Walter Mazzarri potrebbero essere scontate. Con Deiola fuori, squalificato dopo il giallo rimediato a Bergamo, il tecnico toscano dovrebbe nuovamente puntare su Alberto Grassi e Razvan Marin. Il primo è il centrocampista che ha giocato più palloni nel lunch match contro la Dea, con una percentuale di passaggi riusciti dell’89%. Fondamentale nel lavoro di schermo contro le incursioni dei mediani bergamaschi ma anche capace di infondere calma durante la fase di possesso. Una prova positiva ma anche una presenza in più che pesa per il mediano di proprietà del Parma: se il giocatore, cresciuto nelle fila orobiche, scenderà in campo ancora per 8 volte, in caso di salvezza finale la società di via Mameli dovrà pagare il riscatto fissato a 4 milioni. Dall’altra parte, Marin ha offerto una prova di qualità e quantità, sacrificandosi nella fase di non possesso e risultando decisivo in occasione del secondo gol di Pereiro con l’apertura per la corsa di Bellanova. Una prova che si è trasformata in una risposta necessaria dopo le difficoltà riscontrate nell’ultimo periodo per il rumeno, che rimane fondamentale nel dare imprevedibilità alle sortite offensive isolane. Due posti su tre sembrano così certi ma i dubbi arrivano su chi prenderà il posto di Deiola. Nandez non ha ancora recuperato dall’infortunio rimediato in Coppa Italia contro il Sassuolo, mentre Baselli sembra ancora lontano da quella condizione fisica richiesta per svolgere i compiti studiati da Mazzarri. L’ impatto positivo nella gara d’esordio contro la squadra nerazzurra però promette bene e il numero 4 potrebbe essere utilizzato per più minuti a gara in corso: nella sfida con il suo passato, il numero 4 rossoblù in venti minuti ha messo insieme 3 recuperi, 2 dribbling e ha creato un’occasione da gol. La carta più probabile da giocare sin dall’inizio sembra così essere ancora quella di Dalbert a metà campo, con il compito non solo di fare densità durante il palleggio avversario ma anche di attaccare gli spazi lasciati liberi dagli avversari come successo contro la squadra di Gasperini. Una missione che potrebbe essere nuovamente affidata all’esterno brasiliano viste anche le difficoltà dell’Empoli in fase difensiva dell’ultimo periodo.

Pericoli
La squadra di Andreazzoli non vince dallo scorso 12 gennaio ma rimane una delle sorprese più positive della Serie A. Gli azzurri sono noni per possesso palla, primi tra i club della parte destra della classifica, con 25 minuti e 45 secondi di possesso medio. Di questi, circa un terzo sono dati dalla tela di passaggi disegnati nella metà campo avversaria. Un dato che sottolinea la preferenza per la proposizione più che per l’induzione dell’avversario all’errore come invece predilige un Cagliari diventato aggressivo e cinico – solo poco più di 7 i minuti di media possesso nella metà campo delle squadre sfidate. L’ Empoli, pur avendo perso il talento di Samuele Ricci ceduto al Torino nella sessione di gennaio, ha nella metà campo il proprio fiore all’occhiello. BajramiZurkowski sono i due elementi che si sono messi maggiormente in evidenza in fase offensiva. Il primo, pur al centro delle voci di mercato, è rimasto in Toscana dove nella prima parte di stagione ha confermato quanto già la serie cadetta aveva reso chiaro: 6 gol, due assist, 41 passaggi chiave e 43 occasioni da gol create: i numeri dell’albanese parlano chiaro, così come la sua capacità di trasformarsi nel filo rosso che collega centrocampo e attacco con naturalezza e talento nell’uno contro uno. Per la mezzala polacca invece sono stati 4 i gol e 2 gli assist, a segnalare una crescita importante dopo il primo vero impatto con la Serie A. Andreazzoli però fa fatica soprattutto a privarsi di Liam Henderson, in grado di svolgere con qualità e cattiveria agonistica le due fasi del gioco. Lo scozzese è l’uomo che ha giocato di più – 24 partite – e corso di più – 9.9 km – e già nella sfida d’andata contro il Cagliari si era messo in evidenza. Dal mercato di gennaio, inoltre sono arrivate altre due pedine come Verre e Benassi, pronti a dare un aiuto a un centrocampo con poca esperienza nella massima serie in cui però sta esplodendo definitivamente il talento del giovane Arsllani. Un centrocampo più basato sulla qualità però porta lasciare qualcosa in fase di non possesso. E il Cagliari potrebbe approfittare di questo lato oscuro avversario, ripetendo almeno in parte la prova offerta a Bergamo, in cui l’attenzione difensiva ha creato la possibilità di attaccare le zone di campo lasciate esposte dagli attacchi totali atalantini.

L’ ultima parte di settimana potrebbe dare qualche risposta in più a Walter Mazzarri. Sarà il fattore fisico a determinare le scelte in mezzo al campo che potrebbero essere cruciali per raggiungere il secondo risultato utile consecutivo in trasferta. I cerotti e le assenze pesano ma i punti conquistati nell’ultimo periodo fanno avere sempre meno paura.

Matteo Cardia

 
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