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Joao Pedro in Cagliari-Lazio | Emanuele Perrone

Cagliari, contro l’Atalanta la miglior difesa è l’attacco

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Le prime giornate non sono mai pienamente indicative dei valori in campo e nella stagione appena iniziata questo assioma è ancora più valido. Un campionato che nelle due gare disputate è sembrato quasi più calcio d’agosto – squadre sfilacciate e tanti gol – la costruzione della squadra resa difficile da una preparazione più corta del solito e da amichevoli con il contagocce. Se da un lato chi non ha cambiato rispetto al passato si trova in posizione di vantaggio, dall’altro i rivoluzionari hanno incontrato non pochi problemi a creare la squadra a propria immagine e somiglianza. I due opposti si incontreranno domenica a Bergamo, da un lato la cooperativa del gol di Gasperini, ormai una macchina oliata alla perfezione, dall’altro il Cagliari di Di Francesco con la famosa etichetta del cantiere aperto.

La miglior difesa è l’attacco – Costruire non è mai facile, farlo sulle macerie anche meno. Anni di rombo alternato al 3-5-2 da cancellare in nome della rivoluzione di DiFra, il 4-3-3 tutto esterni e verticalità. La difesa non è stata certo il fiore all’occhiello del Cagliari, da Rastelli a Maran prima o dopo i limiti del reparto arretrato sono venuti a galla a suon di gol subiti. Godín arrivato in Sardegna per dare quella sicurezza mancata in passato, ma se di necessità si deve fare virtù ecco l’occasione per trasformare una squadra in difficoltà quando subisce in una che prova a controllare il gioco e ad attaccare. Contro Sassuolo e Lazio, però, proprio la fase offensiva è stata assente (quasi) ingiustificata e seppur al netto di quanto scritto a monte, le poche occasioni più del solo gol realizzato non possono che preoccupare. Tra un Simeone lasciato spesso troppo solo e degli esterni ancora da modellare non si può negare che qualcosa manchi in attacco, se poi si aggiungono le poche proiezioni verticali dei centrocampisti i conti, al momento, non tornano.

Un’occasione da non perdere – L’Atalanta fa paura, 8 gol segnati contro 1 da parte del Cagliari in due gare. La banda del Gasp però concede, la tradizione favorevole a Bergamo – tre vittorie nelle ultime tre gare – non va sottovalutata. Un’occasione importante per mostrare che i rossoblù di Di Francesco possono colpire, essere maggiormente pericolosi e allungare una coperta per ora abbastanza corta. Joao Pedro e Sottil chiamati a dare risposte sul campo, il brasiliano ancora in fase di apprendimento nella nuova posizione, l’ex viola tanto attivo quanto fumoso e che deve mostrare maggior concretezza. Rog e Nández dal canto loro non hanno di certo fatto mancare la loro classica corsa, ma di fronte a una squadra in salute come l’Atalanta saranno chiamati non solo a cercare di aumentare la presenza nell’area avversaria, ma anche a supportare gli esterni di difesa contro i terribili quinti nerazzurri.

In attesa del Ninja – Il mercato aperto non aiuta, il tempo stringe e la squadra è ancora incompleta. Nainggolan è sempre a un passo, quel passo che manca da giorni e che ormai è vicino a compiersi. Intanto però Di Francesco dovrà fare senza il suo allenatore in campo che brama da settimane, la squadra chiamata a buttare il cuore oltre l’ostacolo e dimostrare una crescita sul piano della manovra. Prendersi le proprie responsabilità anche nei passaggi più semplici, osare e non avere paura, mettere in campo i dettami senza essere troppo scolastici. La casella dei gol langue, non sarebbe un problema se nel tabellino non mancassero anche le occasioni concrete. Tra cantiere aperto, nuovo progetto e situazione contingente gli alibi ci sono, alibi e non scuse perché le giustificazioni sono diverse, legittime e condivisibili. Resta però l’attesa nel vedere un Cagliari che almeno ci provi, che possa sporcare i guanti del portiere avversario anche a costo di correre rischi. Il mercato ancora aperto non può far dimenticare che il campionato non aspetta, da martedì la rosa sarà quella definitiva, ma nel frattempo c’è un’Atalanta da affrontare e una prestazione da mettere in campo al di là degli alibi.

Matteo Zizola

 
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