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Cagliari, contro la Juventus un’occasione da sfruttare o un fastidio da mettere da parte?

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Quasi vent’anni sono ormai passati dall’ultima volta che il Cagliari ha superato lo scoglio degli ottavi di finale di Coppa Italia. Era il 13 gennaio del 2005, i rossoblù capitanati da Gianfranco Zola e con Daniele Arrigoni in panchina si presentarono all’Olimpico di Roma per la gara di ritorno contro la Lazio, forti della vittoria 2-1 al Sant’Elia dell’andata giocata il 21 novembre del 2004. Finì 3-2 dopo i tempi supplementari, con il gol di Daniele Conti a trascinare la sfida oltre il novantesimo minuto – dopo il momentaneo 2-0 firmato da Antonio Filippini e Tommaso Rocchi, prima che una magia di Magic Box portò il Cagliari al 2-2, con il gol del definitivo e inutile 3-2 siglato ancora da Rocchi a un minuto dal 120′.

Perché no?
Una squadra, quella con Zola come uomo di punta di un attacco che presentava anche i vari David Suazo, Antonio Langella e Mauro Esposito, che fu capace di arrivare fino alle semifinali della competizione. Prima lo scoglio Sampdoria superato ai quarti, poi l’Inter a spegnere i sogni della finale come accaduto undici anni prima in Coppa Uefa. Un traguardo mai più raggiunto dalla società rossoblù, che ormai da vent’anni non arriva oltre gli ottavi. Anche per questo motivo la gara di oggi 17 dicembre contro la Juventus a Torino rappresenta un’occasione per provare a ripetere quanto accaduto nel 2004-05, con un tabellone che, in caso di vittoria di fronte ai bianconeri di Thiago Motta, vedrebbe gli uomini di Davide Nicola incontrare l’Empoli nei quarti di finale e quindi una tra Bologna, Atalanta e Cesena nell’eventuale semifinale. Coppa Italia che spesso nelle ultime stagioni ha rappresentato per i rossoblù un fastidio più che un’opportunità, la lotta salvezza come priorità assoluta e l’impegno infrasettimanale utilizzato più per testare le seconde linee che per cercare di raggiungere un traguardo prestigioso. Situazione simile a quella attuale, con lo scontro contro il Venezia alle porte che arriva dopo la sconfitta contro l’Atalanta e, soprattutto, le vittorie delle concorrenti che hanno fatto scivolare il Cagliari al terzultimo posto. Per questo il dubbio è tra cercare di sfruttare un’occasione più unica che rara, quella di raggiungere i quarti di finale approfittando di una Juventus non al massimo delle forze, oppure pensare a preservare il più possibile le energie in vista dello scontro salvezza del Penzo, con tutto ciò che la gara di Venezia porta con sé alla voce ricordi. Se da una parte lo 0-1 contro l’Atalanta non ha regalato punti e ha avuto come conseguenza la discesa nella zona rossa della classifica, dall’altra però ha anche mostrato un Cagliari in netta crescita dal punto di vista del gioco. Cercare di proseguire sulla strada della positività a prescindere dai risultati ed evitare di partire battuti contro i bianconeri può essere un’ulteriore chiave di lettura: giocare bene aiuta a giocare bene, la continuità un valore da mantenere, un eventuale passaggio del turno – o almeno provarci – una spinta per ciò che porta il futuro prossimo.

Il passato insegna
D’altronde le ultime stagioni se non hanno regalato gioie in Coppa Italia, vista più come un impegno da evitare che come un’opportunità, l’aver messo come obiettivo unico la successiva giornata di campionato non è servito a tanto. La scorsa stagione il Cagliari di Claudio Ranieri affrontò agli ottavi di finale la trasferta contro il Milan, con una sconfitta pesante per 4-1 e una prestazione delle cosiddette seconde linee che fu un passaggio negativo non da poco. E che influenzò i turni successivi di Serie A, con il pareggio di Lecce subito dopo e l’illusoria vittoria contro il Bologna alla Unipol Domus, prima delle quattro sconfitte consecutive con il culmine di quella contro la Lazio in casa e le ormai note dimissioni di Ranieri come elettroshock per la squadra. La precedente edizione di Coppa Italia con i rossoblù in Serie A risale al 21-22, gli ottavi contro il Sassuolo giocati ancora una volta con le riserve e la sconfitta per 1-0 al Mapei Stadium. Subito dopo arrivò il pareggio casalingo contro la Fiorentina, prima di un periodo positivo che fece da premessa al vortice negativo culminato con la retrocessione in Serie B. Nel 2020-21 ancora gli ottavi come scoglio insormontabile, il 3-1 con cui l’Atalanta si sbarazzò del Cagliari anticipò la sconfitta casalinga contro il Milan, anticamera del successivo esonero di Eusebio Di Francesco arrivato poche settimane dopo. Nel 2019-20, stagione delle illusioni europee, sempre agli ottavi l’eliminazione patita dall’Inter con un 4-1 a San Siro che precedette il pareggio a Brescia in una crisi della squadra di Rolando Maran fino all’esonero del tecnico trentino. Un anno prima ancora una sconfitta agli ottavi contro l’Atalanta in casa, prima del pareggio interno in campionato contro l’Empoli. Se nel 17-18 il Cagliari di Diego Lopez fu clamorosamente eliminato al terzo turno dal Pordenone (squadra di Serie C), l’anno prima quello di Massimo Rastelli andò a Genova per il terzo turno contro la Sampdoria imbottito di riserve e giovani, portando a casa una sconfitta senza appello per 3-0. L’unico precedente contro la Juventus negli ultimi vent’anni risale ancora una volta gli ottavi di finale, stagione 2012-13 e sconfitta a Torino per 1-0 con la rete decisiva di Sebastian Giovinco a sancire l’eliminazione dei rossoblù guidati dal duo Lopez-Ivo Pulga. Provare a ottenere un risultato prestigioso o pensare a Venezia? Un dubbio che Nicola sembra voler non considerare, con scelte di formazioni annunciate volte a un mix tra titolari e giocatori in cerca di maggior minutaggio come Matteo Prati, José Luis Palomino e Gianluca Lapadula, in mezzo a titolari o quasi titolari. Un’opzione che sembra un tentativo di tenere i piedi in due scarpe, quella della Coppa Italia sì, ma con un occhio anche a Venezia e alla stabilità della rosa nella sua interezza. Una scelta quasi obbligata, ma non scontata. Nella speranza che il solco tracciato dalle ultime prestazioni positive a prescindere dai risultati venga seguito anche contro la Juventus, magari con una vittoria che possa dare l’abbrivio per una trasferta come quella del Penzo ricca di insidie e di fantasmi del passato.

Matteo Zizola

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